giovedì 8 ottobre 2009

Malascuola, i racconti dei lettori - Se tra i banchi vince la precarietà

Da Repubblica, 6 ottobre 2009

Malascuola, i racconti dei lettori

Se tra i banchi vince la precarietà

di GIULIA BELARDELLI

E' proseguito per tutto il giorno il rosario di testimonianze arrivate sulla situazione delle scuole pubbliche in Italia. Storie raccontate dai lettori dopo l'articolo di denuncia pubblicato da Repubblica. Sono per lo più genitori, ma anche insegnati, precari e non, stanchi di vedere ogni giorno "un Paese che sta rinunciando a educare i propri figli".

Strutture fatiscenti, banchi rotti, poche sedie, classi sovraffollate. E poi mancate supplenze, ore di "buco" che diventano giorni interi, settimane senza studiare inglese, matematica, informatica. La scuola come parcheggio, insomma, tenuta su da insegnanti che riescono ancora ad amare il proprio lavoro e da genitori che ormai non si stupiscono più dover mettere mano al portafogli per comparare risme di fogli, sapone, carta igienica, fazzoletti.

"Quando in classe sono state lette le norme igieniche anti-influenza, i ragazzi le hanno accolte con una fragorosa risata - si legge in un post - L'ordine é di lavare le mani più volte possibile; peccato che in bagno non ci sia sapone né carta igienica, perché non ci sono i soldi". I germi sulle maniglie delle porte? "Pericolo scampato - commenta ironicamente una lettrice - Nella scuola dove vanno i miei figli non ci sono le maniglie nei bagni; a volte non ci sono neanche le porte".

"L'Italia è considerata un paese ricco, eppure guardando i vostri istituti si direbbe il contrario": queste le parole di una mamma polacca. La figlia fa le elementari a Roma, in un "edificio vecchio e tutto da ristrutturare, mentre - aggiunge - nel mio Paese le scuole sono pulite e ordinate". Sono in molti, dalla Calabria al Veneto, a lamentare macchie di muffa sui soffitti, cornicioni pericolanti, cortili poco sicuri, mancanza di strutture (in primo luogo mense e palestre) e di apparecchiature (soprattutto computer).

C'é rabbia in molte testimonianze, come in quella di una signora di Guidonia. La figlia frequenta l'istituto turistico pisano, dall'anno scorso inagibile per metà struttura. "Ci hanno dato dei container - scrive - ma non sono completi: mancano lavagne, banchi e sedie. I ragazzi fanno solo 3 ore di lezione al giorno: il ministro Gelmini ha il dovere di occuparsi di queste situazioni".

Tra i tanti racconti di "Malascuola", c'é anche qualche voce fuori dal coro, che parla di istituti che funzionano, di classi numericamente giuste, di supplenze puntuali. Si tratta però di 2-3 casi su oltre un centinaio di testimonianze, concentrati in piccoli comuni alla provincia di Milano. Il resto sono una valanga di commenti negativi: "tutta colpa dei tagli - recita un post - e di un Paese che decide di non investire più sui suoi giovani". "La cosa più grave - commenta un altro lettore - é che si stia tentando di restringere l'istruzione ad una sola classe sociale (quella ricca e potente), perché il popolo ignorante fa comodo". "Mia figlia non ha mai avuto problemi nello studio - scrive una mamma romana - Da un po' di tempo si trova in un evidente disagio dovuto alla precarietà che respira quando va a scuola e in cui versano i suoi insegnanti". Una precarietà densa, materiale e psicologica: un'atmosfera pesante, soprattutto quando ad avvertirla sono bimbi e ragazzi sui banchi di scuola. Sempre che i banchi ci siano, ovvio.

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