venerdì 30 ottobre 2009

COMITATO GENITORI PACCHIOTTI - DECISIONE RIUNIONE 29 OTTOBRE

Il Comitato Genitori Pacchiotti, riunitosi in data 29 ottobre 2009, dopo aver preso atto delle gravi ricadute della “riforma Gelmini” sulle Scuole del nostro circolo e sulla Scuola pubblica in generale per l’anno scolastico in corso

chiede
a tutti i rappresentanti di classe del circolo

di assumere l’impegno di tenere costantemente informati tutti i genitori della situazione attuale e delle ulteriori riduzioni già previste per il prossimo anno e sulle future iniziative promosse per difendere la qualità della scuola pubblica da ennesimi tagli;

chiede anche
ai rappresentanti dei genitori all’interno del Consiglio di Circolo

di opporsi a qualsiasi disegno che, in nome del contenimento della spesa, provochi un ulteriore impoverimento dell’offerta formativa delle scuole del nostro circolo.


Approvato all’unanimità dei presenti.












Torino, 29 ottobre 2009

giovedì 29 ottobre 2009

Oggi 29/19/2009, assemblea del Comitato Genitori Pacchiotti

Il Comitato Genitori Pacchiotti si riunisce oggi presso i locali della scuola Ricardi di Netro in via Valfré 8.
L’obiettivo dell’incontro è quello di presentare le attività del Comitato ai genitori dei bambini delle classi 1° e di rinsaldare l’unione di intenti e forze con i genitori che già lo scorso anno hanno preso parte al Comitato.
Con il maestro Lorenzo Varaldo del Manifesto dei 500 faremo il punto sulle riduzioni introdotte dalla “riforma” Gelmini, sui conseguenti cambiamenti nella scuola pubblica in questo anno scolastico appena iniziato e su ciò che ci aspetta nei successivi.

mercoledì 28 ottobre 2009

Che cosa sta succedendo alla scuola pubblica? Assemblea insegnanti genitori


Giovedì 5 novembre, ore 20.45
sala teatro sc. el. Don Murialdo, via Casteldelfino, 30
✔ “Mio figlio ha l'insegnante di sostegno, ma le ore concesse l'anno scorso non erano sufficienti. Quest'anno, al ritorno a scuola, ho scoperto che non solo non sono aumentate, ma sono persino passate da 14 a 8 alla settimana! Alle difficoltà della vita che la sfortuna ci ha riservato si
aggiunge ora questo affronto dello Stato” (una mamma)
✔ “Mio figlio frequenta una prima elementare. Per un anno mi sono sentito dire che ci sarebbe stato il Tempo Pieno o il maestro unico. Poi lo porto a scuola e scopro che ha 8 maestri alla settimana! Otto maestri per un bambino di 6 anni: sono indignato per le falsità che vengono dette dal governo” (un padre)
✔ “Quest'anno i tagli e i conseguenti intrecci degli orari ci portano a non avere una sola mattinata intera da dedicare all'insegnamento dell'italiano e della matematica. Come si può ancora garantire un livello decente in queste condizioni?” (un insegnante elementare)
✔ “Ci hanno raccontato che le famiglie avrebbero potuto “scegliere”, ma non ci hanno detto che avremmo dovuto pagare le nostre “scelte”, l'assistenza in mensa, i laboratori, i corsi di recupero” (un genitore della scuola media).
✔ “Quando mio figlio è arrivato in terza e ho aperto il sussidiario mi sono spaventata per la povertà dei contenuti, per il taglio dei programmi” (una mamma)
✔ “Due ore di italiano in meno alla settimana nella scuola media: ecco perché migliaia di insegnanti precari non hanno più il posto. Ora vogliono darci un “sussidio di disoccupazione”... Siamo all'assurdo: ci pagano per non farci lavorare invece di restituire le ore e i posti che sono necessari? (un'insegnante precaria)”
Perché queste situazioni? Si tratta solo di esempi isolati, oppure qualcosa di grave sta succedendo nella scuola?
Incontriamoci, discutiamone, approfondiamo.
La scuola pubblica è il futuro dei nostri figli e dei nostri allievi, di tutta la società. Cerchiamo insieme la strada per difenderla!
(l'assemblea, aperta a tutti gli insegnanti e i genitori della città, è stata proposta dagli insegnanti e dai genitori di diverse scuole presenti alla riunione del “Manifesto dei 500” del 5/10. Info: http://www.manifesto500.altervista.org/)

mercoledì 21 ottobre 2009

Doccia fredda sull'istruzione: in Finanziaria 7,3 miliardi in meno in 3 anni
di Claudio Tucci

Meno 7,3 miliardi di euro. A tanto ammontano i risparmi che il ministero dell'Istruzione dovrà centrare per i prossimi 3 anni. Un miliardo e 600mila euro, nel 2010, 2,5 miliardi, nel 2011, e 3,2 miliardi nel 2012. Destino analogo per università ed enti pubblici di ricerca, a cui non solo è fatto espressamente divieto di aumentare il proprio indebitamento netto, già alle stelle, specie in alcune strutture del Centro-Sud, ma, anche, di tenere a freno le richieste finanziarie, che, per il 2010, non potranno superare i soldi ricevuti, a consuntivo, l'anno precedente, incrementati, a seconda dei casi, di un modestissimo 3 o 4 per cento. È appena sbarcata in Senato, il 7 ottobre scorso, la nuova manovra di bilancio per il 2010 (la cui approvazione definitiva dovrà avvenire entro dicembre) e già per l'Istruzione si profila l'ennesima "doccia fredda", con la conferma, anche per il prossimo triennio, della cura "da cavallo" introdotta con la manovra estiva 2008.Dai risultati, tuttavia, niente affatto scontati. Già nel 2009, infatti, tutti i principali documenti di finanza pubblica redatti da Via XX Settembre hanno evidenziato, per il ministero dell'Istruzione, spese in aumento (soprattutto quelle per il personale), anziché in diminuzione. Una dinamica, a dire il vero, che rischia di ripetersi, anche, nel 2010, dove Viale Trastevere, sottolineano i tecnici di Palazzo Chigi, vedrà ricevere stanziamenti poco superiori ai 55,2 miliardi di euro, a fronte di impegni di spesa già previsti per 56,4 miliardi. Diventa, quindi, urgente invertire la rotta e tirare fuori, senza ulteriori "bluff" contabili, i primi risparmi. Specie in vista delle sempre minori risorse che arriveranno in dote all'Istruzione: e, cioè, nel 2011, 53,5 miliardi e, nel 2012, 53 miliardi netti.Rispetto al bilancio assestato 2009, la Finanziaria 2010 riduce molti capitoli di spesa di Viale Trastevere. A perdere più di tutti, è la voce Istruzione secondaria di primo grado, con un gap negativo di ben 206 milioni (da 9,7 miliardi, previsti dall'assestamento 2009 a poco meno di 9,5, assegnati dalla manovra 2010). Lascia sul campo quasi 100 milioni (99,1) la programmazione scolastica e 7,5 milioni il diritto allo studio e gli interventi per migliorare la condizione studentesca. Cala, pure, di ben 120 milioni il fondo per gli interventi in materia di istruzione. Le variazioni positive più consistenti riguardano, invece, l'istruzione secondaria di secondo grado e la primaria, che portano a casa, rispettivamente, + 141 e + 112 milioni, rispetto al bilancio assestato 2009. Segno positivo, anche, per la voce istruzione pre-scolastica: nella manovra di assestamento riceveva 4,1 miliardi, che, ora, diventano quasi 4,3. Perdono poche migliaia di euro istruzione post-secondaria e degli adulti, mentre guadagna 4,2 milioni di euro lo stanziamento previsto le scuole non statali. La voce Università vede ridursi di 652 milioni il proprio stanziamento iniziale, previsto dal bilancio assestato 2009, sceso da 8,5 miliardi di euro a 7,9. Ricerca e innovazione perdono quasi 159 milioni. A essere penalizzata, soprattutto, la ricerca scientifica e tecnologica applicata (-149 milioni, rispetto all'assestamento 2009). Guadagna, invece, soldi la missione Italia in Europa e nel mondo: + 14,9 milioni. Segno positivo a due cifre per la voce "onnicomprensiva" Fondi da ripartire: + 467 milioni. A beneficiarne, soprattutto, interventi perequativi e valorizzazione della carriera del personale scolastico.
www.ilsole24ore.com, 20 ottobre 2009
Scuola: in Finanziaria ancora tagli per l'offerta formativa
di Claudio Tucci

Si riducono sempre di più i fondi a disposizione della scuola. Già quest'anno ci sarà un taglio di 40 milioni di euro per l'offerta formativa. Ma la vera stangata arriverà nel 2011-2012, quando la "speciale dote" nelle mani di scuole e uffici scolastici, introdotta nel 1997, con la legge 440, per sostenere, anche, formazione del personale, handicap, innovazione e alternanza scuola-lavoro, passerà a quota 99,5 milioni di euro. Praticamente, un terzo della consistenza originaria: 274 milioni di euro. La notizia è contenuta negli allegati alla manovra di bilancio 2010, appena sbarcata in Senato e, in particolare la Tabella C, che evidenzia la quantificazione, anno per anno fino al 2012, degli stanziamenti previsti per alcuni fondi speciali della scuola. Tra questi quello della legge 440, che prosegue nella scia delle continue sforbiciate subite nel tempo. Nel solo passaggio 2008 - 2009, la contrazione ha toccato quota 40 milioni: da 179 a 140,5 milioni di euro. Progressivamente il fondo in questione sarà ulteriormente ridotto a 130 milioni nel 2010 e 99,5 milioni sia nel 2011 che nel 2012. Senza considerare, poi, i ritardi negli accrediti. Di regola, questi soldi dovrebbero essere trasferiti nelle casse di scuole e uffici scolastici tra dicembre e gennaio. Una scadenza, quasi mai rispettata. Anche, nel 2008, in molte regioni, si è dovuto attendere marzo-aprile. E anche quest'anno i tempi non dovrebbero accorciarsi, visto che la direttiva attuativa 2009 è, ancora, in Parlamento in attesa dell'acquisizione dei pareri (il 14 ottobre c'è stato il via libera della commissione Cultura della Camera, ora si deve attendere quello dell'analoga commissione in Senato).Secondo fonti sindacali, la sforbiciata di 40 milioni tra i fondi 2008 e quelli 2009 sarebbe in parte dovuta all'applicazione della clausola di salvaguardia, ma, soprattutto, al reperimento di risorse da "dirottare" su altre misure urgenti per la scuola, tra cui le spese per il funzionamento. Peraltro, pure, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, nei giorni scorsi, aveva annunciato di aver reperito, d'accordo con il ministero dell'Economia circa 60 milioni di euro da dirottare per il funzionamento delle scuole (principalmente del primo ciclo), oltre ad aver incrementato di 150 milioni di euro lo stanziamento per le supplenze brevi a carico degli istituti. E con i risparmi ancora al palo e la conferma, fino al 2012, dei tagli a organici e risorse, non è inverosimile immaginare come i "nuovi" soldi in più racimolati in queste ore per funzionamento e personale scolastico vengano, anche, dai "risparmi" sui finanziamenti previsti dalla legge 440. Intanto, però, anche in centri come Milano, le scuole sono state costrette ancora una volta a chiedere l'intervento delle famiglie per l'acquisto di carta igienica, sapone e carta da mano, indispensabili sempre ma ancor di più nell'anno dell'influenza A che come prima misura di prevenzione impone proprio l'igiene.Dalla lettura delle 12 pagine della direttiva 2009 è possibile vedere quali "voci" soffriranno di più la sforbiciata. Più di tutti "piangeranno" offerta formativa (i famosi "Pof") e formazione del personale. Nel 2008, queste voci, assieme, raccoglievano quasi 96 milioni di euro. Quest'anno, invece, si contraggono di 13,5 milioni, passando a quota 82 milioni. Perdono 5 milioni di euro i fondi per le attività di educazione alla salute, all'ambiente e alla cittadinanza (da 20 a 15) e, persino, quelli per l'handicap subiscono un "ritocco" di 500mila euro, passando da 10,5 a 10 milioni netti. Istruzione professionale, alternanza scuola lavoro ed educazione degli adulti erano finanziate, nel 2008, per 69 milioni di euro, quest'anno riceveranno 46 milioni in tutto. Aumenta, invece, di 3 milioni lo stanziamento per progetti sull'educazione scientifica e sull'insegnamento della lingua italiana: si passa da 8 a 11 milioni, ma la somma dovrà servire, anche, per organizzare i corsi di formazione di lingua inglese per i docenti della scuola primaria. New entry, quest'anno, valutazione degli apprendimenti (1,5 milioni) e, soprattutto, innovazione tecnologica (2 milioni), a conferma dell'impegno – minimo - di andare verso una scuola sempre più digitale.
www.ilsole24ore.com, 19 ottobre 2009

martedì 20 ottobre 2009

Lo Stato deve alle scuole un miliardo di euro
di Bianca Di Giovanni

Le autonomie scolastiche vantano crediti per un miliardo nei confronti dello Stato, che non provvede a trasferirli. Con quellasomma i vari istituti sparsi sul territorio fanno fronte alle spese quotidiane di gestione: anticipano le risorse, ma la copertura ancora non arriva. È solo l’ultima cifra del «salasso scuola » dell’era Gelmini-Tremonti. Una raffica di tagli, di ogni ordine e grado verrebbe da dire. Oltre al miliardo, denunciato dagli amministratori locali di Legautonomie in un recente convegno, L’ultima novità riguarda l’offerta formativa, quel «tesoretto» che le scuole utilizzano per sostenere formazione di personale, handicap, innovazione e alternanza scuola-lavoro. Già nel 2010 ci sarà un taglio di 40 milioni, che sarà seguito dalla stangata del biennio successivo. Alla fine della sforbiciata, quella «dote» sarà ridotta a un terzo: 99,5 milioni contro i 274 stanziati in origine. Ancora tagli, per un comparto che contribuisce alla manovra per circa tre miliardi nel triennio. Un taglio drastico, che arriva a toccare la pelle dei lavoratori.
DECRETO PRECARI
Le cifre del «sacco» della scuola pubblica arrivano mentre la Camera si appresta a votare oggi il decreto Gelmini sui precari. Il provvedimento riguarda «18.000 insegnanti chenonavranno néun incarico temporaneo né annuale», ha spiegato ieri in aula la relatrice Paola Pelino (Pdl). Il testo prevede una corsia preferenziale di accesso al le supplenze brevi per i docenti rimasti fuori dalle supplenze: le scuole dovranno chiamare prima loro. Possono poi essere promossi in accordo con le Regioni (5 si sono già dette favorevoli) e con le risorse di queste ultime, «progetti della durata di tre mesi prorogabili ad otto». In seguito alle modifiche avvenute in commissione, poi, le graduatorie sono state bloccate: i docenti non si possono spostare, chi va in un'altra provincia finisce in coda e non viene inserito in base al punteggio. Tra le altre modifiche c'è l'estensione della platea: potranno godere dei benefici previsti anche i docenti che lo scorso anno «hanno conseguito, attraverso le graduatorie di istituto, una supplenza temporanea di almeno 180 giorni». si parla almeno di altre 4.000 persone. Alla camera è stato ripresentato l’emendamento già proposto al Senato che favorisce il prepensionamento volontario dei docenti di ruolo, liberando così i posti per i giovani precari. Fonti vicine al Tesoro giudicano la proposta troppo costosa per essere praticata. Tecnici dell’Economia valutano invece che se si consentisse il prepensionamento di chi ha già raggiunto i 40 anni di contributi, si potrebbero liberare 2mila posti.
PROTESTE
Il decreto arriva al voto in un clima barricadero. Oggi due sit-in di protesta sono stati annunciati dall’Anief, l'associazione professionale e sindacale dei docenti, che aveva già capitanato i ricorsi al Tar del Lazio contro la decisione del ministro di inserire in coda i precari che si spostano nelle graduatorie di province diverse dalla propria. Nel frattempo sono gli enti locali a dover affrontare quotidianamente le emergenze dell’anno scolastico. «Noi non siamo contro i risparmi - ha dichiarato al convegno sulla scuola di Legautonomie Umberto D’Ottavio, assessore alla provincia di Torino - Ma decidere i tagli senza un solo incontro con noi, scaricandoci addosso responsabilità pesanti come quella della sicurezza, ci sembra davvero troppo». Proprio il caso sicurezza è ancora «caldo» in Piemonte, dove in primavera in una scuola di Rivoli è caduto un cornicione. In quell’occasione il governo annunciò controlli a tappeto. Ma i controlli si pagano: per farli bene ci vuole tempo. In Piemonte si è arrivati alla mappatura del 2% degli istituti in agosto. Per completarla servirebbero cinque anni. Senza risorse, inutile fare annunci.

L'Unità, 20 ottobre 2009

giovedì 8 ottobre 2009

Malascuola, i racconti dei lettori - Se tra i banchi vince la precarietà

Da Repubblica, 6 ottobre 2009

Malascuola, i racconti dei lettori

Se tra i banchi vince la precarietà

di GIULIA BELARDELLI

E' proseguito per tutto il giorno il rosario di testimonianze arrivate sulla situazione delle scuole pubbliche in Italia. Storie raccontate dai lettori dopo l'articolo di denuncia pubblicato da Repubblica. Sono per lo più genitori, ma anche insegnati, precari e non, stanchi di vedere ogni giorno "un Paese che sta rinunciando a educare i propri figli".

Strutture fatiscenti, banchi rotti, poche sedie, classi sovraffollate. E poi mancate supplenze, ore di "buco" che diventano giorni interi, settimane senza studiare inglese, matematica, informatica. La scuola come parcheggio, insomma, tenuta su da insegnanti che riescono ancora ad amare il proprio lavoro e da genitori che ormai non si stupiscono più dover mettere mano al portafogli per comparare risme di fogli, sapone, carta igienica, fazzoletti.

"Quando in classe sono state lette le norme igieniche anti-influenza, i ragazzi le hanno accolte con una fragorosa risata - si legge in un post - L'ordine é di lavare le mani più volte possibile; peccato che in bagno non ci sia sapone né carta igienica, perché non ci sono i soldi". I germi sulle maniglie delle porte? "Pericolo scampato - commenta ironicamente una lettrice - Nella scuola dove vanno i miei figli non ci sono le maniglie nei bagni; a volte non ci sono neanche le porte".

"L'Italia è considerata un paese ricco, eppure guardando i vostri istituti si direbbe il contrario": queste le parole di una mamma polacca. La figlia fa le elementari a Roma, in un "edificio vecchio e tutto da ristrutturare, mentre - aggiunge - nel mio Paese le scuole sono pulite e ordinate". Sono in molti, dalla Calabria al Veneto, a lamentare macchie di muffa sui soffitti, cornicioni pericolanti, cortili poco sicuri, mancanza di strutture (in primo luogo mense e palestre) e di apparecchiature (soprattutto computer).

C'é rabbia in molte testimonianze, come in quella di una signora di Guidonia. La figlia frequenta l'istituto turistico pisano, dall'anno scorso inagibile per metà struttura. "Ci hanno dato dei container - scrive - ma non sono completi: mancano lavagne, banchi e sedie. I ragazzi fanno solo 3 ore di lezione al giorno: il ministro Gelmini ha il dovere di occuparsi di queste situazioni".

Tra i tanti racconti di "Malascuola", c'é anche qualche voce fuori dal coro, che parla di istituti che funzionano, di classi numericamente giuste, di supplenze puntuali. Si tratta però di 2-3 casi su oltre un centinaio di testimonianze, concentrati in piccoli comuni alla provincia di Milano. Il resto sono una valanga di commenti negativi: "tutta colpa dei tagli - recita un post - e di un Paese che decide di non investire più sui suoi giovani". "La cosa più grave - commenta un altro lettore - é che si stia tentando di restringere l'istruzione ad una sola classe sociale (quella ricca e potente), perché il popolo ignorante fa comodo". "Mia figlia non ha mai avuto problemi nello studio - scrive una mamma romana - Da un po' di tempo si trova in un evidente disagio dovuto alla precarietà che respira quando va a scuola e in cui versano i suoi insegnanti". Una precarietà densa, materiale e psicologica: un'atmosfera pesante, soprattutto quando ad avvertirla sono bimbi e ragazzi sui banchi di scuola. Sempre che i banchi ci siano, ovvio.

Riunione del 5 ottobre del "Manifesto dei 500"

Pubblichiamo di seguito il resoconto delle decisioni prese in occasione della riunione del "Manifesto dei 500" dello scorso 5 ottobre


Cari amici, ieri, 5 ottobre, si è riunita l'assemblea del "Manifesto dei 500" di Torino. Erano presenti 40 insegnanti e genitori di molticircoli didattici e istituti comprensivi.

1) La discussione ha rilevato innanzitutto la gravissima situazioneche si sta verificando con l'applicazione dei provvedimenti Gelmini.Tutte le scuole presenti hanno raccontato situazioni incredibili che non possono che provocare l'indignazione di chi le ascolta.Tutti i partecipanti hanno anche sottolineato la situazione difficileche si è creata nelle scuole, di isolamento in cui vengono messi insegnanti e genitori, di non conoscenza da parte di moltissime familie di ciò che davvero succede.

Per questo l'assemblea ha deciso di:

- convocare per l'inizio di novembre una nuova assemblea generale,questa volta di sera, per permettere a più persone di intervenire,per informare su ciò che succede nelle scuole, portare alla luce lesituazioni veramente gravi che si moltiplicano e organizzarsi ad unlivello più avanzato;

- l'assemblea discuterà come prima azione concreta la realizzazione di un'iniziativa rivolta al prefetto di Torino, come rappresentante del governo, per denunciare la situazione e chiedereconto di quanto sta succedendo. Sarà solo l'inizio di una mobilitazione che va costruita e per farlo è necessario il contributo di tutti.

2) L'assemblea di ieri ha preso conoscenza con soddisfazione che il Presidente della Repubblica, Napolitano, ha risposto alla nostralettera In difesa della libertà di espressione (vedere il nostro sito). A seguito di questa risposta di Napolitano, che a nostro modo di vedere non affronta i problemi da noi sollevati, il "Manifesto dei500" ha scritto nuovamente al Presidente della Repubblica la lettera che trovate allegata.

3) L'assemblea di ieri ha infine registrato due iniziative: un Appello per la difesa dei Circoli Didattici che pubblicheremo nei prossimi giorni con l'elenco dei primi firmatari e la nuova Lettera al Ministro Gelmini del comitato organizzativo del "Manifesto per la riconquista dei programmi nazionali e la difesa della libertà diinsegnamento" con la quale si rilancia la campagna per essere ricevuti dal ministro stesso (lettera pubblicata sul nostro sito).

A tutti lanciamo il doppio appello: preparate con noi, fin d'ora,l'assemblea di inizio novembre, fate conoscere gli sviluppi della risposta del Presidente della Repubblica, continuate a raccogliere firme e a inviarcele.

Lorenzo Varaldo, Manifesto dei 500

mercoledì 7 ottobre 2009

Caos supplenti e classi ghetti, il manifesto, 1 ottobre 2009

di Giuseppe Caliceti

Caos supplenti e classi ghetto

L’anno scolastico appena iniziato si preannuncia uno dei più avventurosi, ­ per usare un eufemismo, ­ degli ultimi decenni. Intanto giunge notizia che anche il tar, dopo il Consiglio di stato, dà ragione ai ricorsi ignorati dal ministero, che aveva messo dei limiti alle graduatorie per "blindare" i posti al nord. Ciò significa che le graduatorie dei precari saranno nel caos e nei prossimi mesi vi sarà un vero e proprio balletto di supplenti. Il Consiglio di stato, dando ragione a migliaia di supplenti che si sono rivolti alla giustizia amministrativa, ha infatti dichiarato illegittimo il provvedimento che ha creato le cosiddette "code" nelle graduatorie ad esaurimento. L'inserimento in graduatoria, quindi, deve avvenire "a pettine", cioè secondo il punteggio. Il che significherà rifare tutte le graduatorie a tempo di record. Insomma, il caos.
Ma c’è di peggio: il diffondersi un po’ in tutta Italia di "classi-ghetto". Prima dell’estate era stata la Lega Nord a paventare tale raccapricciante ipotesi, suscitando numerose polemiche nel mondo della scuola e uno stop preventivo anche da parte del governo. Ora, anche se non se ne parla più molto, le classi-ghetto arrivano, sembrerebbe, per necessità organizzative. Per esempio: a Brescia c’è una terza media riservata solo a ripetenti e a figli di immigrati ­ che sono quindi considerati automaticamente come asini. Si tratta di 17 ragazzi, la III D di Capriolo, a una quarantina di chilometri da Brescia, creata ex novo per venire a capo dell'emergenza bocciature e per arginare il flusso degli alunni immigrati che arrivano in Franciacorta in ogni periodo dell'anno senza sapere una parola di italiano: una grana per gli insegnanti ma anche per gli studenti visto che, azzerati gli aiuti ministeriali per gli alunni stranieri, costringe a procedere a rilento con il programma anche gli alunni italiani e non bocciati. "Pontificare è un conto, calarsi nella realtà è un altro", ­ si giustifica il preside, Antonio Bellino, ricordando che la decisione della III D è stata presa in accordo con il consiglio d'istituto. Stessa cosa alla scuola Grisandi di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia: è stata istituita una classe solo di alunni indiani. Ha protestato in un corteo il Coordinamento delegati immigrati ­ Cgil di Reggio Emilia, insieme ai genitori dei bambini indiani che hanno issato cartelli con scritto: "Non volete i nostri bambini a scuola, perché volete le nostre braccia da lavoro?". Ma la Cgil scuola e gli altri sindacati della scuola, al momento, tacciono. E il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Luzzara difende la sua scelta di formare una classe di soli indiani, senza italiani, ammettendo di avere avuto pressioni dai genitori italiani dei bimbi luzzaresi, che non volevano mettere i loro figli in sezioni a maggioranza di stranieri, minacciando di andarli a scrivere a Reggiolo. Insomma, con l’arrivo dei tagli a personale e fondi della Gelmini inizia a uscir fuori non solo l’idea di una scuola inevitabilmente più razzista, ma anche un’idea alquanto bislacca di autonomia scolastica. Nele scuole-azienda, proiettate in una prospettiva sempre più forte di concorrenza, la presenza di scuole senza bambini stranieri sembra già utilizzata come criterio di merito e di preferenza fra le scuole pubbliche. Le mamme e i papà italiani stanno diventando improvvisamente razzisti? No, certo. Ma leggi come quelle della Gelmini lo fomentano, il razzismo: dat i tagli di fondi e personale, chiunque cerca di correre ai ripari, in una inevitabile lotta di tutti contro tutti per assicurare un futuro migliore ai propri figli. Il problema è politico, ancor prima che culturale. C’è infatti chi, anche nella sinistra e nel centrosinistra, non si sta accorgendo del punto fino al quale in questi anni si sta tentando di ridurre qualità e diritti degli alunni e dei genitori. E di come questo possa fomentare, se non il razzismo, quantomeno un'emorragia di voti dalla sinistra. E’ disarmante vedere come i sindacati della scuola e i partiti stessi di centrosinistra, legati a una politica sempre più del qui-e-ora che non sa più progettare, siano balbettanti e meno compresi della Lega. Se sinistra e centrosinistra non saranno in grado in questi anni di fare una battaglia forte e rigorosa per la salvaguardia e il rispetto dei diritti e dei servizi di tutti, italiani e non italiani, faranno inevitabilmente il gioco del centrodestra e, inevitabilmente, saranno destinati a perdere altri voti.

venerdì 2 ottobre 2009

Il dossier, la scuola de-formata

Dall'Unità del 30 settembre 2009, articolo di Maristella Iervasi, mettiamo in evidenza:

La scuola è appena cominciata è già cade a pezzi. Istruzione pubblica stravolta dai tagli, didattica frantumata e qualità scadente. E c'è di peggio: nell'era Gelmini gli alunni con disabilità restano ultimi. E' l'impietosa fotografia della Flc-Cgil con il dossier: "La scuola de-formata".

Tagli e studenti.
Una sforbiciata in tre anni di oltre 130mila posti tra personale docente e Ata (bidelli, personale di segreteria). Da subito un taglio di 42.104 insegnanti e 15.167 Ata. Il tutto mentre aumentano gli iscritti: 7milioni e 800mila gli studenti al 7 settembre 2009, quasi 8mila in più rispetto all'anno scorso.

Precari.
Oltre 18mila docenti e 7mila ausiliari, tecnici e amministrativi dopo anni di impegno nella scuola non avranno più un lavoro e uno stipendio. "Altro che i 12mila" conteggiati dalla Gelmini. La Lombardia ha perso 2.803 posti, le regioni del Sud hanno subito circa 12mila licenziamenti. "Emblematica la situazione di Napoli - sottolinea il sindacato - :lo scorso anno c'erano 401 posti di italiano alla scuola media. Quest'anno neanche uno". Per la Flc-Cgil il problema del precariato si risolve rimuovendo i tagli e ripristinando i posti mancanti. Quindi, rispetto del piano triennale di 180mila assunzioni in ruolo (150mila docenti e 30mila Ata) previsto dalle Finanziarie 2007-2008.

Edilizia scolastica
A tutt'oggi non c'è un piano programmato degli interventi. All'indomani della tragedia della scuola di Rivoli, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso ha stimato in circa 13mila miliardi le risorse necessarie per mettere a norma gli edifici scolastici. E' stato stornato dai fondi Fas (Fondo aree sottosviluppate) un miliardo, di cui 230 milioni - precisa il sindacato - sono stati assegnati alle città dell'Aquila devastate dal terremoto. Non solo. Le risorse previste nel bilancio del ministero per il 2009 sono pari a 77 milioni di euro "e non a 100 milioni di euro" come previsto nel piano triennale. "Non sappiamo che fine abbia fatto il contributo di 20 milioni di eruo derivante dai risparmi delle spese della politica così come le sorti dei 60 milioni di euro stanziati dalla Presidenza del Consiglio e destinate a 100 scuole del Molise".

Scuole senza fondi.
Il Miur ha un debito di circa 1 miliardo di euro nei confronti delle scuole. A tutt'oggi le scuole non hanno ricevuto neppure i 5mila euro annunciati dal ministro Gelmini il 4 agosto scorso. Nelle scuole mancano i soldi per pagare i supplenti e rimane il peso dei crediti pregressi (è il caso dei costi delle visite fiscali spostate a carico delle Asl solo da luglio). Il governo Prodi aveva prso l'impegno di definire un piano pluriennale di assegnazioni e trasferimenti agli istituti scolastici delle risorse necessarie. Il ministro Gelmini taglia soltanto e costringe i genitori a contribuire alle spese: dalla carta igenica e sapone all'uso di laboratori e fotocopie.

Integrazione e disabilità
Tantissime classi che accolgono alunni con disabilità sono state costitutite con 28-30 alunni. Confermata la dotazione organica di 90.469 posti per il sostegno a fronte di un aumento di alunni certificati di oltre 3mila. In Piemonte il numero di studenti è aumentato in modo significativo (+900): è stato assegnato lo stesso numero di docenti dello scorso anno e questo ha prodotto la diminuizione del numero di ore di sostegno assegnate a ciascun studente con disabilità. Dal Molise a Sondrio, da Catania a Varese sono tantissimi i casi clamorosi. Ma la Gelmini continua a tacere.