martedì 23 dicembre 2008

LETTERA AL MINISTRO

Aderiamo all'iniziativa promossa dal Manifesto dei 500 che invita ad inviare un messaggio di Natale al ministro Gelmini, per avvisarla, come si legge su http://manifesto500.altervista.org/, "che la lotta non è per nulla finita e che nei mesi prossimi non cederemo di un centimetro e ci batteremo in tutti i modi, con i nostri sindacati, per bloccare il regolamento che distrugge il Tempo Pieno e porta al caos e aprire così la prospettiva dell’abrogazione delle leggi 133 e 169 e del ritiro della proposta Aprea".
Riportiamo di seguito il testo della lettera. Copiatela così com'è e inviatela via mail a urp@istruzione.it o via fax al n. 06.58.49.20.57.
AS


Al ministro della Pubblica Istruzione, on. Maria Stella Gelmini
A tutti i membri del governo

Egregio ministro,
lei ha presentato giovedì 18 dicembre lo schema di regolamento delle leggi 133 e 169. Lei ha parlato – come tutti i suoi predecessori – di una «riforma» storica perchè ridisegna il sistema scolastico nel suo complesso. Noi pensiamo che più che «ridisegnare» il sistema, quella che lei chiama «riforma» apra invece la strada al caos e alla distruzione.
Ma, indipendentemente da questo, vorremmo porle una questione. Nei mesi scorsi milioni di insegnanti, genitori, cittadini si sono mobilitati contro queste leggi: per lei, l'opinione e la volontà della popolazione non contano nulla? Gli scioperi di ottobre hanno rappresentato un vero referendum nel mondo della scuola: come si fa a chiamare «riforma» due provvedimenti che sollevano l'ostilità e un NO netto dell'80% di coloro che dovrebbero attuarli?
Come può pensare che su questa base la scuola italiana possa progredire?
In realtà, milioni di persone hanno compreso molto bene ciò che si nasconde dietro queste leggi. Il suo schema mette oggi nero su bianco ciò che avevamo previsto. Con i tagli, l'abolizione delle compresenze e l'utilizzo delle «maggiori disponibilità di orario rispetto alle 40 ore», lei prepara il moltiplicarsi delle figure di riferimento dei bambini, la frantumazione delle responsabilità dei docenti, il caos organizzativo, la fine del vero Tempo Pieno.
Con quale coraggio si parla di «maestro unico»? La cosiddetta «scelta» delle famiglie su ben quattro modelli orari contribuirà in realtà al «caos unico», con alunni che frequentano orari diversi, docenze «a spezzatino», insegnanti di serie A e altri di serie B, classi e gruppi flessibili che si compongono e scompongono.
Come si fa a parlare di «riforma» quando si prevede per i prossimi anni un ulteriore aumento degli alunni nelle classi, l'eliminazione degli istituti professionali statali, un attacco senza precedenti agli istituti tecnici, l'eliminazione dei diplomi attualmente rilasciati con valore legale, uguali in tutto il Paese e il taglio di moltissimi indirizzi nei licei?
Egregio ministro,
in questo grave momento, vogliamo esprimerle tutta la nostra indignazione per la mancanza di dialogo con il mondo della scuola, di ascolto vero e, francamente, anche di rispetto. Per noi, tutto ciò è inaccettabile. Nessuno di noi pensa che nella scuola italiana tutto funzioni, ma sappiamo anche che i suoi provvedimenti, lungi dal rappresentare un miglioramento, portano un ulteriore, grave peggioramento.
Per questo abbiamo ripreso immediatamente a mobilitarci con i nostri sindacati e continueremo a farlo per impedire, con tutti mezzi democratici che abbiamo a disposizione, che il piano applicativo venga attuato e aprire così la strada all'abrogazione di queste due leggi che consideriamo distruttive per la scuola pubblica. Gli insegnanti, i genitori, i sindacati, non accetteranno, ne siamo certi, lo smembramento della scuola pubblica!

Insegnanti, genitori, cittadini contro le leggi 133 e 169

giovedì 4 dicembre 2008

LA PACCHIOTTI E’ QUI

La Pacchiotti è qui, come si legge nel cartellone della foto.
La Pacchiotti è qui, è anche la dichiarazione d’impegno che si assume il Comitato dei genitori del Circolo Pacchiotti - che raggruppa le scuole elementari Carducci, Ricardi di Netro e Sclopis e le due scuole dell’infanzia di via Bellezzia e c.so Matteotti – costituito il 1 dicembre 2008.
Il Comitato dei genitori si dà la specifica funzione di collegamento tra tutti i rappresentanti di classe e di raccordo tra i rappresentanti e il Consiglio di Circolo, sulle questioni inerenti la Scuola.
E’ da intendersi come spazio democratico in grado di garantire a tutti i genitori una partecipazione attiva alla vita della Scuola. Soprattutto in un momento dove si prospettano grandi cambiamenti e dove è importante che le esigenze delle famiglie trovino possibilità di espressione, il Comitato assume l’impegno di essere da punto di riferimento per i genitori e farsi portavoce dei problemi di tutti riguardanti la Scuola
Cosa molto importante: agli incontri del Comitato possono partecipare tutti i genitori, non solo i rappresentanti di classe.
Ogni volta, pubblicheremo sul blog data, luogo e ora degli incontri del Comitato genitori.
Vi aspettiamo.

AS e PT

mercoledì 3 dicembre 2008

Internet e gli italiani

Come blog, ci tocca da vicino.

UNDICIETRENTA, QUANDO UN PAESE È IN DECLINO
C’è un piccolo dato, nel nostro paese, che spiega meglio di altri che le cose non vanno proprio. Eurostat ha pubblicato proprio ieri ieri i dati che riguardano la diffusione di internet in Europa. Siamo al terz’ultimo posto. Dopo di noi ci sono soltanto Romania e Bulgaria. Il dato già così è sconcertante, ma c’è di più, dal 2007 a 2008 abbiamo perso un punto di percentuale: ovvero nel 2007 accedevano alla rete il 43 per cento degli italiani, mentre nel 2008 accedono il 42 per cento. È un calo unico, che non si ritrova i nessun paese d’Europa. Per intenderci: l'Olanda è al 86 per cento, Norvegia e Svezia all’84, Danimarca 82 per cento, Lussembeurgo 80 per cento, Germania 75 per cento, Regno Unito 71 per cento. Con una media europea del 60 per cento. Tutti i paese europei, compresa Bulgaria e Romania sono comunque in crescita. Noi no.
Questo dato sembra piccolo e non lo è, ed è un segnale sul perché siamo un paese in declino. L’utilizzo di Internet, come accesso a informazioni, come miglioramento della qualità della vita attraverso l’informatizzazione dei gesti quotidiani, è un fatto ormai acquisito. Non utilizzare la rete è per certi versi una nuova forma di analfabetismo. E soprattutto avere solo il 31 per cento di famiglie che utilizzano la banda larga contro il 48 per cento della media europea è un altro dato sconfortante.I motivi sono vari. La miopia di non aver incoraggiato la banda larga, e questo vale per tutti i governi degli ultimi dieci anni, le tariffe di internet ancora troppo alte, più alte di quelle degli altri paesi europei. La scuola che sulla tecnologia e sull’uso della rete ha fatto soltanto piccoli passi, e poco efficaci.Ma soprattutto siamo un paese culturalmente vecchio, che ha meno curiosità verso il mondo, che non sente il bisogno di confrontarsi, che non ha nessuna voglia di andarsi a cercare informazioni, di leggere, di usufruire di una posta immediata ed efficace. Di navigare e trovare nuove cose. Siamo un paese ignorante e diffidente, dove la rete non viene considerata una ovvia opportunità, oltre che una comidità, ma viene vista come un surrogato della vita, un modo per perdere tempo. E c’è un secondo aspetto che spiega bene cosa siamo diventati. Siamo il primo paese in Europa per diffusione di telefoni cellulari. E gli ultimi per diffusione di internet. Non informazione e qualità. Ma chiacchiera con il cellulare attaccato all’orecchio, e poca voglia di informarsi e capire cosa avviene nel mondo. Peggio di così…
Roberto Cotroneo, L’Unità.it 3-12-2008
AS