giovedì 31 marzo 2011

Da: LaStampa.it, 30 marzo 2011


CAMILLERI AGLI STUDENTI: "LOTTATE PER DIFENDERE LA SCUOLA"...


Andrea Camilleri, accolto da una standing ovation, ha tenuto un incontro con gli studenti dell’Università degli studi di Roma tre. Ecco alcuni stralci del suo discorso. "Scendete in piazza per difendere l’istruzione e il lavoro, perché su questi due elementi si fonda il benessere di un Paese e non sul Pil. La situazione in cui versa l’Italia è simile a quella di una persona che sta precipitando da un grattacelo, ma si consola dicendo ad ogni piano: “fin qui tutto bene”. A consolarci sono persone che, come Frattini, ci dicono che non dobbiamo soffrire della sindrome dall’esclusione, se l’Italia non partecipa al meeting di ieri, a cui hanno preso parte gli Usa, la Francia, la Gran Bretagna e la Germania. All’età di 85 anni mi sembra di vivere in un’epoca dominata dal paradosso... sarà mai possibile che stiamo discutendo sull’importanza della scuola e dell’acqua pubblica, come se fossero prodotti qualsiasi. Tutto questo dimostra la pericolosa deriva democratica in atto. Ho visto con fiducia però la vostra protesta non contro una riforma, ma una contro riforma dell’università che non voleva fare altro che tagliare i finanziamenti. «Ma noi abbiamo perso però, la riforma è passata», gli ha risposto uno studente. A.C.: Solo gli eroi epici non vengono mai sconfitti. Le battaglie si possono perdere, e noi democratici ne abbiamo conosciute di sconfitte. Non dobbiamo arrenderci però, ma per farlo non dobbiamo mai perdere la coerenza e la fiducia nell’uomo. Perché la cultura non vuol dire solo frequentare biblioteche. La cultura è il prossimo, risiede anche in quei tanti crocifissi che stanno popolando Lampedusa. Io non sono qui per dirvi leggete ma vivete, e fatelo con gli occhi aperti, assorbendo quello che vi accade intorno senza lasciarvelo scivolare addosso. La mia generazione non ha avuto una cosa molto importante che voi però avete, cioè internet. Senza la rete non ci sarebbero mai state le rivolte nei Paesi arabi. Il web, che premetto io non so usare, permette ai popoli di comunicare e se le persone comunicano riescono a trovare modi migliori per stare insieme". Solo di due cose però Camilleri ha detto di sentire la mancanza: "...cioè dell’apporto intellettuale di Sciascia e Pasolini, perché avevano il potenziale di risvegliare le coscienze e rimettere in moto l’opinione pubblica..." m.

lunedì 28 marzo 2011

Da: LASTAMPA.IT Buongiorno, di Massimo Gramellini 26/3/2011

Il buon tsunami

Come il Pangloss di Voltaire che tesseva l’elogio del terremoto di Lisbona coi parenti delle vittime, Roberto De Mattei ha spiegato dai microfoni di Radio Maria che lo tsunami giapponese «è stata un’esigenza della giustizia di Dio» e che «per i bimbi innocenti morti nella catastrofe accanto ai colpevoli» (ma colpevoli di che?) si è trattato di «un battesimo di sofferenza con cui Dio ha inteso purificare le loro anime». Ora, Pangloss era un paradosso letterario. Ma De Mattei esiste davvero ed è pure il vicepresidente del Cnr, tempio e motore della ricerca scientifica. Inutile replicare alle sue farneticazioni, offensive per qualsiasi credente dotato di un cervello e soprattutto di un cuore. Chissà se avrebbe il coraggio di ripeterle in faccia ai frati che si videro cascare addosso la basilica di Assisi: immagino che, per De Mattei, il Dio dei terremoti avesse deciso di castigare anche loro. Ma in quale Paese l’autore di simili affermazioni può restare ai vertici della ricerca finanziata dal denaro pubblico, senza che si muova il governo o almeno la Croce Rossa? Forse solo nel migliore dei mondi possibili vagheggiato da Pangloss. E in Italia, naturalmente. Dove due anni fa il vicepresidente del Cnr organizzò, a spese del Cnr, un convegno contro Darwin, che è come se il vicepresidente dell’Inter organizzasse un convegno contro Mourinho. Possibile che quest’uomo non avverta l’incompatibilità paradossale fra la sua carica e le sue idee? Non resta che invocare l’intervento divino: un terremoto «ad personam» che gli sfili la poltrona da sotto il sedere. m. P.S.: nel 2009 De Mattei ha organizzato un convegno sul pensiero creazionista anti – Darwin e pubblicato un libro sull’argomento a spese del CNR.
Condannato il ministero all'Istruzione guidato Mariastella Gelmini ovvero il ministro stesso: ha discriminato un disabile riducendo le ore di sostegno per uno studente in un istituto superiore di La Spezia. È una sentenza, importante del tribunale di La Spezia che può avere conseguenze in tutto il Paese. In aula non è una settimana proficua, per la titolare del ministero con sede a Trastevere a Roma: il Tribunale del Lavoro di Genova venerdì 25 ha condannato il ministero dell'Istruzione a risarcire con circa 500 mila euro 15 lavoratori precari della scuola che avevano presentato ricorso per la loro mancata stabilizzazione. Il giudice ha definito 'condotta discriminatoria' quella del ministro per l'istruzione. Lo ha fatto sapere l'avvocato Isabella Benifei che aveva fatto ricorso. Il giudice ha condannato il ministero a ripristinare le ore di sostegno e a pagare le spese processuali. Benifei, incaricata dai genitori del ragazzo, ha contestato il contrasto fra i tagli della Gelmini e il diritto alla tutela delle persone con disabilità. «L'articolo 3 della Costituzione - si legge nel ricorso - promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento» e con il provvedimento ministeriale «viene leso il diritto del disabile all'istruzione». m.

venerdì 25 marzo 2011


PER IL GIAPPONE E
PER TUTTI I BAMBINI GIAPPONESI

"l'angoscia di ciascuno è la nostra"...
(Primo Levi, 1978)


disegno di Natacha Rosenberg

m.

QUANDO SI DICE AVERE IL POLSO DELLA SITUAZIONE!!!!


Da: LaStampa.it, 25 marzo 2011


"Per una settimana bianca stravolgono il calendario"

Proposto in Regione il nuovo calendario scolastico

Scuola contro la Regione che propone: «Facciamo come in Francia»

maria teresa martinengo
torino
Una settimana bianca da 12 al 17 marzo, vacanze di Natale che inizierebbero il 24, due giorni liberi a Carnevale, «sospensione breve» a Pasqua (5-10 aprile), inizio lezioni 12 settembre, fine mercoledì 13 giugno. E ponti 31 ottobre, 9 e 10 dicembre, 30 aprile. Di questa proposta di calendario scolastico regionale 2011/2012 hanno ragionato ieri - e discusso a lungo - l’assessore all’Istruzione, Sport e Turismo della Regione Alberto Cirio e la Conferenza della Scuola, che riunisce associazioni genitori, docenti, dirigenti, sindacati, province e che deve esprimere il parere.

Parere che, in maniera convergente, non è stato di approvazione: pochi i 202 giorni di lezione previsti, non motivata la sospensione di una settimana, tardivo l’inizio delle vacanze di Natale.

«Ieri abbiamo discusso per la prima volta e la conferenza è stata aggiornata alla prossima settimana. Abbiamo recepito le osservazioni. Valuteremo», dice Cirio. Poi, scende nel dettaglio del suo calendario, il primo della Giunta Cota: «Include un elemento importante, che è già realtà in altri territori a forte vocazione turistica. Penso a una settimana o a un ponte lungo da giovedì a domenica in marzo per favorire l’utilizzo delle montagne e dare la possibilità alle famiglie con bambini di organizzare una settimana bianca. Per chi non può per ragioni economiche, non ha ferie, non ha interesse, la Regione, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale, organizzerà un progetto per tenere i ragazzi a scuola con attività alternative, con i docenti disponibili».

C’è anche una terza opzione. «Le scuole possono organizzare le gite in Piemonte, fruendo del bonus di 150 euro». Corale l’obiezione della Conferenza. «Obiettivo del calendario è garantire più giorni possibile di attività didattica - riassume Rodolfo Aschiero, segretario regionale della Flc-Cgil -. Si può permettere in modo facoltativo di fare progetti di attività didattiche alternative, tra cui andare in montagna. Ma interrompere l’attività per la settimana bianca è fuori da ogni logica. La questione è di tipo educativo e sono tutti d’accordo, dai presidi agli studenti».

Per Enzo Pappalettera, segretario regionale della Cisl Scuola «mettere in contrapposizione le esigenze di chi intende fare la vacanza sulla neve con quelle della programmazione didattica è un errore clamoroso. Non si può immaginare che la scuola sia chiamata a fare assistenza a chi non si può permettere di andare a sciare».

Cirio assicura che ci sarà spazio per la trattativa. «La priorità assoluta - dice - va al valore didattico del calendario, ma ricordo che lo sport per i ragazzi ha grande valore formativo». Ieri lo «strano caso» dell’assessore all’Istruzione che promuove anche Sport e Turismo è deflagrato.

Il commento più ascoltato è quello dell’assessore ai Servizi Educativi del Comune di Torino Beppe Borgogno: «Un calendario da assessore al Turismo e non alla scuola».


m.

giovedì 24 marzo 2011


REGIO APERTO PER GIOIA

Venerdì 25 marzo

Ore 14 - ore 17.30: visite guidate e concerti dei Gruppi da Camera del Regio
Ore 20: proiezione de I Vespri siciliani in Piazzetta Mollino

INGRESSO GRATUITO

Non più una manifestazione di protesta contro i Tagli ai finanziamenti pubblici, ma un momento di gioia per il ripristino dei fondi dello Stato che i lavoratori del Regio vogliono condividere con il pubblico che tanto ha sostenuto il Teatro in quello che è stato uno dei momenti più difficili della sua lunga vita.

A partire dal pomeriggio il Teatro sarà aperto a tutti dalle ore 14 alle ore 17.30 per le visite guidate gratuite e sarà inoltre possibile assistere a brevi concerti dei Gruppi da Camera del Regio.

La sera, alle ore 20, si potrà rivivere l’emozione della recita per i 150 anni dell’Unità d’Italia, andata in scena il 18 Marzo alla presenza del Presidente della Repubblica, grazie alla proiezione su grande schermo in piazzetta Mollino de I Vespri Siciliani diretti dal maestro Gianandrea Noseda e firmati da Davide Livermore.

La proiezione è gratuita e non sarà allestita una platea apposita; chi lo desidera, può portare con sé una sedia pieghevole!

m.

mercoledì 23 marzo 2011


Troviamoci a teatro: PORTA LA SEDIA!

TEATRO REGIO TORINO

VENERDI' 25 MARZO 2011


I lavoratori del Teatro Regio di Torino aderiscono allo sciopero generale dello spettacolo indetto per il giorno 25 marzo 2011.

La giornata di lotta garantirà l’esecuzione degli spettacoli programmati, nel rispetto del pubblico e nella salvaguardia del Teatro.

L’importo della giornata lavorativa verrà devoluto, su base volontaria, a favore delle iniziative umanitarie per il popolo giapponese colpito dalle recenti catastrofi.

verrà installato uno schermo all’esterno del Teatro per dare la possibilità a tutta la cittadinanza di assistere agli spettacoli di Nabucco alle ore 12 e Vespri siciliani alle ore 20.


il Teatro Regio sarà aperto al pubblico dalle 14,00 alle 17,30 per visite guidate gratuite nello spirito del “teatro a porte aperte”.



Siamo tutti invitati!
m.

lunedì 21 marzo 2011

PIAZZA ARBARELLO PROGETTATA DAI PIU' PICCOLI - 2


Incontro Dibattito mercoledì 23 marzo · 10.30 - 13.30 presso Scuola Primaria Federico Sclopis, Via del Carmine 27, Torino,

L'Assessore Sestero incontra le
classi della Sclopis che hanno aderito al progetto ADOTTA UN MONUMENTO

Argomento: La s
istemazione di Piazza Arbarello

L'incontro è aperto a tutti
vi aspettiamo

GUARDA IL VIDEO delle richieste dei bambini al Presidente della Circoscrizione 1

PIAZZA ARBARELLO PROGETTATA DAI PIU' PICCOLI - 1

Una delegazione di alunni della scuola elementare Sclopis di Torino ha scritto e inviato al Presidente della I circoscrizione di Torino una lettera con allegati disegni e foto del progetto sulla Piazza Arbarello che vorrebbero. Guerrini ha risposto alla missiva andando a trovare gli alunni e promettendo loro un impegno della circoscrizione per portare avanti le loro richieste: una piazza più verde con zone per i giochi, area protetta per i cani, panchine... Un luogo ideale per i bambini ma anche per gli adulti.


segnalato da maria cristina milanese (grazie!)
m.

Flash Mob contro l'aumento dei fondi alle scuole paritarie

Ora
sabato 26 marzo · 15.30 - 18.30

Luogo
Torino Piazza Castello

Creato da
Alice Giaccone


La scuola pubblica è al verde, in compenso regione e governo aumentano i fondi per scuole private e paritarie, seguendo la stessa linea del premier Berlusconi che afferma che solo l'educazione privata può dare formazione adeguata.Troviamoci tutti in piazza castello per mettere in scena, sotto la regione, il dramma il furto dei fondi ai danni della scuola pubblica e a favore invece della privata!è necessario avere con sè una camica bianca e una cravatta. Così, mentre il Gioberti inscenerà il furto alla scuola pubblica, il D’azeglio leggerà e distribuirà il discorso di Calamandrei sulla scuola pubblica e privata, mentre il Gobetti volantinerà in favore dello sciopero generale del 6 maggio...(seguiranno ulteriori informazioni)

m.
Scuola Elementare F. Sclopis, Circolo Pacchiotti:


Il 18 marzo, al piano terra di Palazzo Madama, ha preso il via il nuovo progetto interattivo
“ Museo Torino”, nel quale confluiscono i lavori sulla memoria storica di tutti e dieci gli ecomusei torinesi, compreso l'Ecomuseo Urbano della Circoscrizione I e la mostra: "Una storia elementare: immagini, voci e ricordi dalla Scuola Sclopis”.

m.
Costituzione Italiana, repetita juvant

Art.7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

Art.8

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi
secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
m.
Da: LaStampa.it, 21 marzo 2011

Bufera al Liceo classico Massimo D'Azeglio, Torino. Nosiglia in campo
L'arcivescovo "vicino" ai genitori contrari al preside


Il «caso D’Azeglio» non accenna a placarsi, anzi. Associazioni, scuole e gruppi continuano a sostenere o ad attaccare il preside Salvatore Iuvara e i docenti del liceo. È nato persino un coordinamento di scuole che sta per inviare documenti di solidarietà.

L’ultimo contributo in ordine di tempo è dell’arcivescovo. A uno dei genitori degli studenti del D’Azeglio che hanno espresso dissenso sulla scelta del preside di leggere agli allievi un passo di Calamandrei del 1950 a difesa della scuola pubblica e contro la scuola «privata», monsignor Cesare Nosiglia ha rivolto parole di incoraggiamento: «Vi ringrazio della vostra presa di posizione chiara, ragionevole ed equilibrata in difesa della scuola paritaria. Condivido pienamente - ha scritto l’arcivescovo a Giovanni Clot - e vi incoraggio a continuare in questo impegno per favorire nella nostra società il pieno riconoscimento del servizio pubblico svolto dalla scuola paritaria e della necessità di trarne le dovute conseguenze oltre che sul piano giuridico, su quello finanziario, promuovendo così la libertà delle famiglie e degli alunni e la necessità di dare vita anche nel nostro Paese a un pluralismo scolastico di qualità formativa e culturale a vantaggio di tutti». Altre immediate prese di posizione «contro» erano giunte dalla Federazione Opere Educative di Compagnia delle Opere e dall’Agesc, Associazione genitori scuole cattoliche.

Al fianco del preside Iuvara e del collegio docenti si sono schierati 66 docenti del liceo classico Gioberti e 22 delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, tra i quali Gian Luigi Beccaria, Luigi Bobbio, il giurista Alfonso Di Giovine, gli storici Angelo d’Orsi, Massimo Firpo, Sergio Luzzatto, Luisa Passerini, Giuseppe Ricuperati, Edoardo Tortarolo.

«In vista delle manifestazioni del 12 marzo 2011 in difesa della Costituzione e della scuola pubblica - hanno scritto i professori - , il dirigente D’Azeglio ha letto un noto passo di Piero Calamandrei sull’importanza della scuola statale per la cittadinanza democratica. Niente di eversivo, dal momento che si tratta di un testo di un padre costituente. I docenti del D’Azeglio lo hanno fatto proprio, votandolo come documento del Collegio, e mettendolo nel sito del liceo. Per queste ragioni, per avere semplicemente sostenuto in termini condivisibili da qualsiasi cittadino la centralità dell’istruzione pubblica, per avere esercitato la propria libertà di pensiero e di espressione, sono stati attaccati dal consigliere regionale pdl Gian Luca Vignale, che intende presentare un’interrogazione al Consiglio Regionale e persino promuovere un’interrogazione parlamentare per chiedere provvedimenti disciplinari nei loro confronti!».

A sostegno di docenti e dirigente, si registra poi una mozione della Flc-Cgil.
«Tutte le prese di posizione, a sostegno e di critica - dice il preside Iuvara - saranno a breve nel nostro sito. A disposizione di tutti. E ci saranno anche dei chiarimenti: ho massimo rispetto per i docenti che lavorano nelle scuole confessionali, mentre altra cosa sono i diplomifici. Nella mia esperienza ho avuto contatti più che positivi con insegnanti di scuole religiose: non era un attacco nei loro confronti».

m.

Le balle della Gelmini e la disabilità

21 marzo 2011, da ReteScuole

Dal 13 marzo, ossia dall’intervista alla Gelmini alla trasmissione “Che tempo che fa”, è ormai trascorsa una settimana, eppure non si placano i commenti, per lo più indignati, alle frasi pronunciate dalla ministra dell’istruzione. (…)

Ciò che forse ha più indignato, dell’ultima intervista alla ministra dell’istruzione, è che mai prima di allora aveva sciorinato, con tanta supponenza e tutto insieme, l’intero campionario di slogan propagandistici. Alla categoria delle balle spudorate appartengono, ad esempio, le affermazioni secondo le quali il 30% dei tagli sia stato re-investito sul merito, quella sulla base della quale oggi vi sarebbero 3500 insegnanti di sostegno in più dello scorso anno e l’aver negato la sentenza di condanna contro il suo ministero per discriminazione nei confronti di alunni/e con disabilità.

Ciò che risulta per nulla tollerabile è l’affermazione dalla ministra in relazione a questo punto ad intervista quasi conclusa, che riportiamo testualmente: “…è un problema di distribuzione degli insegnanti di sostegno e, qualche volta, di eccessiva superficialità nel riconoscere, in alcune regioni, disabilità che non esistono. Per cui qualcuno ha l’insegnante di sostegno non avendo di fatto bisogno dell’insegnante di sostegno e qualcun altro resta senza perché qualcun altro ha fatto il furbo.” Un’affermazione tanto più vergognosa perché contiene un’accusa esplicita e infamante nei confronti di una categoria di persone, le famiglie di alunni/e con disabilità che, generalmente, non amano il palcoscenico e difficilmente prendono la parola nei pubblici dibattiti. Non è un caso se, su questo argomento, al nostro sito sia giunta una sola coraggiosa e toccante lettera di una mamma indignata, e altrettanto comprensibile è che si tratti di una mamma meridionale. (…)

(...) Quando, in tema di sostegno alla disabilità, fa la distinzione tra alcune regioni e altre, l’unico dato statistico sul quale la Gelmini può rilevare una reale distanza tra nord e sud è nella constatazione che il rapporto, previsto per legge, di almeno un docente di sostegno per ogni due disabili, è rispettato in molte province del sud, ma quasi mai in quelle del centro o del nord.

Naturalmente parliamo di scuola statale, perché quella privata, “furbescamente” definita paritaria, spesso rifiuta di accogliere i ragazzi disabili, come dimostrato da inchieste giornalistiche e confermato dalle statistiche.

m.

giovedì 17 marzo 2011

Notte tricolore a Torino


martedì 15 marzo 2011


NOTTE TRICOLORE A TORINO
PER I 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA


IL PROGRAMMA DEGLI EVENTI A TORINO NELLA NOTTE TRA IL 16-17 MARZO 2011


L’INNO DI MAMELI IN PIAZZA SAN CARLO – ORE 20,30: la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense aprirà le celebrazioni suonando l’Inno di Mameli.

ANELLO TRICOLORE ALLA MOLE - L'accensione di un collier tricolore, che cingerà la Mole Antonelliana, e di sette installazioni di Luci d'artista saranno i segnali dell'inizio della festa.

CONCERTO IN PIAZZA VITTORIO VENETO – DALLE 21 ALLE 3.00: il big sarà Roberto Vecchioni, vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo, si esibiranno musicisti di tutte le regioni.

FUOCHI D’ARTIFICIO SUL PO - A MEZZANOTTE (PONTE DI PIAZZA VITTORIO): spettacolo pirotecnico con 5.000 effetti diversi, con fuochi accessi su quattro chiatte sul fiume.

DEGUSTAZIONI CON LE 8 PROVINCE IN PIAZZA A TORINO- La Provincia di Torino adotterà piazza San Carlo, Cuneo e Novara divideranno la vicina piazza Castello, Asti si domicilierà in piazza Carlo Alberto, Vercelli in via Lagrange, Alessandria in piazza Palazzo di Città, Biella in piazza Cln e via Roma, mentre il Verbano Cusio Ossola si proporrà in piazza Carignano.

L’ITALIA DI CIOCCOLATO’- PIAZZA VITTORIO: Una grande Italia di cioccolato fondente, lunga oltre 13 metri e dal peso di 14 tonnellate, sancirà l’avvio dell’edizione straordinaria di CioccolaTò dedicata a Italia 150.

MUSEI APERTI e SFILATA DI MODA TRICOLORE - Negozi aperti nel centro di Torino, con aperture straordinarie dei musei, una sfilata tricolore in via Lagrange organizzata dalla Cna-Federmoda e gruppi storici in strada. A Palazzo Madama ogni visitatore riceverà in omaggio una coccarda tricolore da appuntare sul proprio abito. Al Museo Pietro Micca alcune guide e militari dell’omonimo Gruppo Storico, in uniforme settecentesca, accompagneranno i visitatori nelle spettacolari gallerie di contromina.

SPECIALE ANNULLO FILATELICO PALAZZO REGIONE PIEMONTE – DALLE 21 ALLE 3.00 (ingresso da via Palazzo di Città): Poste Italiane allestirà uno sportello filatelico temporaneo, con uno speciale annullo postale realizzato per ricordare l’evento. Dallo scoccare della mezzanotte di mercoledì 17 marzo, sempre presso la Regione Piemonte, inizierà anche la vendita del francobollo celebrativo dedicato al 150° della Proclamazione del Regno d’Italia.

LA MOSTRA “RADUNI 2011” SALA MOSTRE REGIONE PIEMONTE – APERTA FINO ALLE 3.00 (Piazza Castello 165): esposizione di divise, mezzi storici e cimeli delle forze armate.

PALAZZI APERTI DELLE ISTITUZIONI - Porte aperte negli edifici: Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, sarà visitabile dalle 18.00 all'1.30 e ospiterà spettacoli musicali e performances artistiche. Aperto al pubblico anche Palazzo Cisterna-sede della Provincia di Torino e il Municipio. Feste e visite anche al Rettorato dell'Università.
M.
La riforma scolastica liberticida
28/02/2011, di Ferdinando Imposimato


Il premier e il ministro Gelmini ignorano la costituzione e la offendono ancora una volta sul tema cruciale della scuola pubblica esaltando la scuola privata. L'art 33 dice che la Repubblica istituisce scuole statali (gratuite) per tutti gli ordini e gradi, e l'art 34, che premia i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, avendo essi “diritto di raggiungere i gradi alti degli studi”.

Oggi, invece, la maggior parte degli studenti proviene dalle classi sociali più abbienti mentre dai lavoratori manuali proviene una minoranza esigua che non supera il 10%. “Così il monopolio della ricchezza – dice Piero Calamandrei- porta fatalmente al monopolio della cultura, sicchè le scuole medie ed universitarie, sbarrate agli ottimi quando sono figli di poveri, si riempiono di mediocri e anche di pessimi”. Che diventano pessimi professionisti, pessimi magistrati e pessimi politici e quindi pessimi governanti che pensano al loro vantaggio personale e non al bene comune.

Viene così a mancare quel continuo ricambio attraverso il quale si verifica senza posa , nelle vere democrazie, tra cui non rientra quella italiana, il rinnovamento della classe politica dirigente, che non rimane una casta chiusa, come è oggi, ma è la espressione aperta e mutevole delle forze più giovani e meritevoli della società.

Può così accadere che politici squalificati ci governino per decenni. E che personaggi bocciati dalla pubblica opinione e dalla Università si propongano, senza pudore, come artefici di una impossibile riscossa. Consacrando così un regime che minaccia di essere eterno. Ed in questo cristallizzarsi del potere politico in una minoranza inetta e ignorante e tuttavia privilegiata, è la ragione del declino della classe dirigente italiana, esaltata da media asserviti e da cortigiani ed intellettuali senza nerbo e senza dignità. Ed è qui la causa più profonda del trionfo del nuovo fascismo che si ammanta di azzurro, in questa fiacchezza, in questa anemia, in questa indifferenza generale.

La speranza di riscatto viene dagli studenti, non condizionati dal ricatto di un governo insolente e prepotente. Mentre aumentano le ingiustizie sociali e le nuove povertà. E si tende a privilegiare una scuola riservata alle classi benestanti.

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Ferdinando Imposimato
m
Da un'intervista a Lorenzo Cherubini, in arte Jovannotti:


Quando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E’ nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta.

Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di diversi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze, non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così, è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo.

Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te ? Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi.

Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perchè offenderli? Perchè demotivarli? Perché usare un termine come “inculcare”? E’ una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più.
La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano...

La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. E’ una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali.
E’ una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato. La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata.
In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri.

m.

A proposito di scuola pubblica e scuola privata

A proposito delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla scuola scuola pubblica riportiamo le considerazioni di Saverio Giulini, professore di matematica all'università di Genova, sui dati OCSE PISA 2009 che riporta i risultati dei test di comprensione del testo, matematica e scienze dei ragazzi di 15 anni di tutti i paesi OCSE.

"Le ultime (infelici) dichiarazioni di un certo ben noto personaggio politico sulla scuola pubblica hanno suscitato, giustamente, molte polemiche. Da più parti si sono richiamate le bellissime parole di Calamandrei, ma qualcuno potrebbe obiettare che quel discorso risale a 60 anni fa e ormai non è più attuale.

In realtà, ci sono documenti recentissimi che smentiscono clamorosamente gli stolti discorsi che ci sono stati propinati. È più che evidente che le infelici espressioni del politico di cui sopra cercano di inculcare (n.d.r. questa volta si) l’idea che la scuola privata garantisce una preparazione ben superiore.

Il documento OCSE PISA 2009 che riporta i risultati dei test di comprensione del testo, matematica e scienze dei ragazzi di 15 anni di tutti i paesi OCSE (solo i dati della Francia sono fortemente incompleti) e paesi partners, permette di analizzare la diversa risposta degli studenti che frequentano le due tipologie di scuole, pubblica e privata.

Unoretta di lavoro sul database di Pisa 2009 (http://pisa2009.acer.edu.au/interactive.php) fornisce risultati illuminanti.

Riassumiamo: In tutte e tre le specialità” (Reading, Mathematics, Science) la scuola pubblica italiana naviga un po’ al di sopra di metà classifica, tra la 25-sima e la 28-sima posizione (su 64 paesi); il punteggio medio dei nostri studenti è da 1 a 3 punti al di sopra della media (anche se non mancano delle sorprese: nella matematica i nostri studenti sopravanzano di 4 punti i colleghi USA).

Sul versante privato la situazione precipita: perdiamo oltre 20 posizioni, oscillando tra la 47-sima e la 49-sima posizione (su 61 paesi), ma, cosa assai più grave, gli studenti delle scuole private ottengono punteggi tra i 70 e i 73 punti inferiori alla media OCSE.

Ancora più istruttivo è paragonare la differenza di rendimento tra gli studenti privati e quelli pubblici. NellOCSE gli studenti privati sono più bravi di quelli pubblici, ottenendo in media punteggi di 34/35 punti superiori. In Italia la situazione si inverte: i privati ottengono un punteggio (medio) tra i 37 e i 41 punti inferiore ai loro colleghi pubblici. Se volessimo compilare una classifica in cui si tiene conto del gapprivato/pubblico l’Italia sarebbe in piena zona retrocessione: in questa classifica la sua posizione oscillerebbe tra la 55-sima e la 58-sima posizione. La situazione è in realtà ancora più grave, perchè le economie che ci seguono in questa classifica hanno scuole pubbliche di straordinario valore (Cina-Shangai, Hong-Kong, Singapore, Taipei), che distaccano considerevolmente le corrispondenti, sia pure ottime, scuole private.

Una considerazione finale. I report PISA si susseguono a ritmo triennale dal 2000. Nel periodo 2000-2009 i punteggi medi acquisiti dagli studenti OCSE hanno accusato una lieve flessione (tra i 4 e i 6 punti per i pubblici; tra i 3 e i 12 punti tra i privati); in Italia invece i punteggi dei pubblicisono saliti tra i 2 (reading) e i 29 (mathematics) punti, mentre i privatisono crollati tra i 14 e i 50 punti.

Un ministro (minuscolo) della Pubblica Istruzione (maiuscolo) con un minimo di dignità avrebbe dovuto rispondere alle insulse affermazioni di quel politico con feroce indignazione. Evidentemente questo minimo di dignità non cè. Ma probabilmente del PISA 2009, a quel ministro (minuscolo) non hanno detto nulla. Se oggi abbiamo il più incompetente ministro (minuscolo) della Pubblica Istruzione (maiuscolo) di tutti i tempi un motivo ci sarà."

chiara

Da: UNITA', 15 marzo 2011

Gelmini attacca i prof: «Sono troppi. Chi va in piazza ha figli alle private»

Afferma che gli stipendi degli insegnanti sono bassi perchè il numero di docenti è troppo rispetto al fabbisogno delle scuole, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervistata da Fabio Fazio durante la registrazione della trasmissione 'Che tempo che fa' che andrà in onda stasera su Raitre.

«Gli insegnanti italiani sono pagati pochissimo perchè sono troppi ed abbiamo più insegnanti rispetto al fabbisogno - ha detto il ministro - Se crediamo nella scuola bisogna pagarli bene. Un insegnante con 15 anni di anzianità guadagna 20mila euro in meno all'anno rispetto ad un collega tedesco e questo non è giusto. Ma se si aumenta il numero all'infinito sono proletarizzati».

CONTRO I PROF NELLE PIAZZE D'ITALIA

Accusa di protestare a difesa della scuola pubblica e poi di mandare i propri figli nelle scuole paritarie, il ministro dell'Istruzione. «Molti di quelli scesi in piazza per la scuola pubblica poi mandano i figli alle paritarie - ha affermato il ministro - La trovo una incongruenza e forse vuol dire che non hanno poi tutta questa fiducia nella scuola pubblica».

Gelmini è anche intervenuta sulla manifestazione di ieri a difesa della Costituzione ed ha detto: «È stata una manifestazione legittima, ma che nasce su un presupposto sbagliato e cioè l'idea che il governo abbia attaccato la scuola pubblica e la Costituzione. Sulle parole di Berlusconi c'è stato un equivoco che adesso è stato chiarito». Il ministro ha riposto poi agli attacchi che l'accusano di voler tagliare i fondi alla scuola pubblica e afferma: «La sinistra sostiene che il problema della scuola sono i tagli - ha detto - ma io ho tagliato gli sprechi. La spesa nella scuola è aumentata e non diminuita negli ultimi dieci anni».

come recita il motto: i cattivi a volta si riposano, gli imbecilli mai!

marisa
Da: REPUBBLICA.IT

Beni culturali: "Troppi tagli nel settore"
Carandini si dimette da consiglio Mibac

Il professore di archeologia, nominato presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali dal ministro Bondi nel 2009 ha motivato la propria decisione data "l'impossibilità del ministero di svolgere quell'opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale".

Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, si è dimesso. Lo si è appreso dal ministero dei Beni culturali. Le dimissioni irrevocabili sono state rassegnate "nella constatazione dell'impossibilità del ministero di svolgere quell'opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio".

Il Consiglio superiore, spiega il ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) in una nota, che ha preso atto dell'irrevocabilità delle dimissioni, "condividendo le considerazioni del presidente Carandini, ha sospeso la seduta in attesa che il ministro Bondi compia un atto politico responsabile che garantisca il positivo interessamento del Parlamento e del governo riguardo la drammatica situazione i cui versano i Beni culturali".

marisa

venerdì 11 marzo 2011

IO DIFENDO LA SCUOLA PUBBLICA

IO DIFENDO LA COSTITUZIONE

manifestazione a Torino, 12 marzo 2011, h. 14.00

appuntamento in Piazza Castello
marisa

mercoledì 9 marzo 2011

Da: Repubblica, 9 marzo 2011

Scuola, il ministero presenta il conto. Il Piemonte perde altre 1.237 cattedre
La terza tranche di tagli colpisce soprattutto le elementari, che perdono 701 insegnanti. Meno 458 posti alle superiori. Unica nota positiva: rimane inviariato il numero dei docenti di sostegno

La terza tranche di tagli alla scuola piemontese è servita: da settembre scompariranno 1.237 cattedre tra elementari, medie e superiori, mentre ne verranno create 58 nella scuola dell'infanzia. Un ulteriore dimagrimento per gli istituti del Piemonte, che già negli ultimi due anni hanno dovuto rinunciare a migliaia di posti da docente.

Le più colpite dalla nuova riduzione d'organico dettata dal ministero dell'Istruzione sono, ancora una volta, le primarie, che dovranno fare a meno di 701 insegnanti.

Più ridotta la sforbiciata alle medie, dove salteranno 78 posti, mentre alle superiori verranno decurtate altre 458 cattedre. A differenza del passato, racconta il segretario della Flc-Cgil Piemonte, Rodolfo Aschiero, "i tagli di quest'anno saranno ancora più secchi perché verranno eseguiti tutti in organico di diritto e non più anche in organico di fatto".

Il maggior numero di pensionamenti previsti quest'anno dovrebbe ammortizzare il colpo a livello occupazionale: in tutta Italia verranno cancellate 20 mila cattedre, mentre le persone in quiescenza saranno 27 mila.

Ciò che invece subirà contraccolpi sarà il funzionamento degli istituti: "Nella scuola primaria - spiega Aschiero - sparirà la figura dell'insegnante specializzato in inglese, che sarà reintegrato in organico come un docente normale. Questo consentirà di assorbire un terzo della riduzione, mentre gli altri due terzi saranno ottenuti aumentando il numero di alunni per aula e riducendo il "tempo-scuola" alle classi non a tempo pieno". Alle superiori invece ci penseranno i nuovi orari ridotti, che dall'anno prossimo interesseranno primi due anni.

marisa

lunedì 7 marzo 2011


marisa

Da: La Stampa.it, Cronaca, 6 marzo 2011

In strada con una sedia per difendere la cultura

Tanti, forse 4 o 5 mila incolonnati in un serpentone lunghissimo che ha zigzagato in via Verdi, davanti al teatro, dai Giardini Reali. Molti di più dei 1700 spettatori che sono riusciti ad assistere al concerto

Ore di coda al Regio per il concerto di protesta contro i tagli

Una signora non più giovane giunge a passo lento, è ben felice di avere sotto braccio la sua seggiolina pieghevole da campeggio. La apre e mentre tutti gli altri se ne stanno quieti e immobili in coda, si mette comoda. C’è ancora parecchio da aspettare. Sono solo le 16,30 e le porte non si apriranno prima di un’ora. E’ stata previdente, lei lo ha immaginato che non si sarebbe trattato di un concerto qualsiasi. Così è stato per il Teatro Regio.

Il richiamo alla città di tutti i lavoratori del teatro lirico davanti al taglio delle risorse per lo spettacolo ha funzionato, di più: ha raccolto ieri attorno alla protesta un fiume di persone. Incolonnate in un serpentone lunghissimo che ha zigzagato in via Verdi, davanti al teatro, dai Giardini Reali: forse 4 o 5 mila, certo una marea in più rispetto ai 1700 spettatori che sono riusciti ad assistere al concerto dell’Orchestra e del Coro del Regio diretti dal maestro Gianandrea Noseda, omaggio a Verdi e alle imminenti celebrazioni dell’Unità d’Italia.

Gratuito, vero, ma la gente, dagli anziani alle famiglie ai gruppi di ragazzi, non stanno in fila solo per poter godere delle arie del Nabucco e della Traviata. «Sono qui per il dispiacere: davanti a tanti sprechi, mi si dice che forse il teatro lirico della mia città rischia la chiusura» dice Francesca Accossato, impiegata bancaria. E mentre parla chi ha attorno non fa altro che annuire: «Sostengo la protesta» afferma Giuseppe Muccilli, 25 anni, praticante in uno studio legale. «Al Regio gli spettacoli sono sempre esauriti. Torino fa cultura e io non voglio rinunciarci». Roberta Dalle è un insegnante di musica, tiene per mano la figlia Vittoria, ha 9 nove anni e suona il violino: «Fino all’anno scorso portavo i miei studenti al Regio a ascoltare le prove aperte, quest’anno, per protesta contro i tagli alla scuola, non siamo più venuti». Lo dice con tristezza, «ci hanno perso solo i ragazzi». Importa eccome si fa sentire Laura Giglioli, altra insegnante di Borgo San Paolo: «Non siamo in grado di valorizzarla la nostra cultura. Per questo siamo qui».

E dietro le quinte tutti lo sanno che fuori hanno un appoggio vero: «Abbiamo lo stipendio garantito solo fino a giugno» dice Giulio Arpinati, professore d’orchestra, violoncellista.«Lavoro al Regio dall’86 e mai ho respirato un momento così buio» sostiene Alessio Murgia, violinista. Ha meno esperienza ma non ci sta a parlare di ridimensionamenti Stefania Rota, 33 anni, macchinista: «Se manca qualcuno di noi, lo spettacolo non va in scena». Va il maestro Noseda sul podio, dopo che in platea, il sindaco Chiamparino e il candidato sindaco Piero Fassino, sono stati accolti da un lungo applauso. E’ arrivato all’ultimo Michele Coppola, fresco di candidatura nel Pdl.

«Noi lavoriamo con estrema disciplina per far parlare i grandi, non noi stessi» ha detto Noseda nella premessa al concerto, che ha visto il Sovrintendente Valter Vergnano farsi portavoce di tutti i 385 dipendenti. «Noi arriviamo da Verdi, Bellini, Puccini. E’ l’arte che fa pensare». E ha dato l’attacco all’Inno di Mameli.

marisa

venerdì 4 marzo 2011

Da: Repubblica.it, 4 marzo 2011

L'APPELLO
Riprendiamoci un diritto

di AFTERHOURS

"Un paese in agonia.Politicamente in primis ma se scaviamo più a fondo troviamo le radici logore di una società annichilita nella sua più importante sorgente: la cultura. Il taglio dei fondi alla scuola pubblica e contemporaneamente l'incremento di quelli alle paritarie non è che l'ennesimo attentato al bene primario di qualunque paese civile e libero. Mandiamo in esilio i nemici della cultura.Urliamo loro la nostra indignazione e riprendiamoci il nostro sacro diritto all'educazione. Pubblica".

band rock Afterhours, Milano

giovedì 3 marzo 2011

Da: Repubblica.web, 2 marzo 2011

"Difendiamo la scuola pubblica perché ha fatto gli italiani"

Tommaso De Luca, preside dell'Avogadro e presidente Asapi: "La protesta si farà sentire anche in Piemonte".
Presto la mobilitazione dei presidi, degli insegnanti e dei genitori

di Ottavia Giustetti

Sono minuti e minuti di silenzio allo scoccare delle 12 nelle scuole della città. Anche Torino aderisce in forma spontanea e ancora non coordinata alla manifestazione di sconcerto per le dichiarazioni del premier che ha definito la scuola pubblica qualcosa da lasciarsi alle spalle perché portatrice di valori contrari al sentire della famiglia. Anzi, le parole esatte sono state: "Gli insegnanti Inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie".

"E' grottesco che sia il presidente del Consiglio di questo Stato a parlare così della scuola di Stato - dice Tommaso De Luca, preside dell'Avogadro e presidente dell'Asapi, l'associazione delle scuole autonome piemontesi - grottesco anche il concetto di studente bottiglia che viene indottrinato, al quale vengono inculcati valori".

Tommaso De Luca, come sta vivendo la scuola pubblica torinese questo ennesimo attacco del governo ai valori cui si è sempre ispirata?
"Il tema è molto sentito. C'è un rammarico diffuso, c'è indignazione, e alcune scuole si stanno mobilitando per approvare mozioni nei consigli di istituto in difesa della scuola pubblica. Come Asapi stiamo raccogliendo manifestazioni sparse e ci stiamo mobilitando per scrivere e approvare un documento unico che sia portavoce dei motivi per i quali crediamo che i valori che abbiamo insegnato e non inculcato vengano difesi".Il tema della difesa della scuola pubblica è periodicamente tornato in auge con questo o quel governo, anche locali, ma poi puntualmente dimenticato.

Perché?"Perché è un tema da campagna elettorale, che quando ha finito di portare voti, ha perso automaticamente la sua importanza. Tutti i politici lo hanno trattato in maniera molto ipocrita ma poi non hanno portato avanti alcuna politica seria a riguardo".

Oggi invece la mobilitazione parte dal basso. Crede che si possa arrivare a chiedere un impegno concreto?
"Ho letto e ho sentito che già molte sigle sindacali dei lavoratori della scuola hanno chiamato alla mobilitazione. Anche alcune associazioni di genitori come il Coordinamento genitori e il Manifesto dei 500 si stanno muovendo in tal senso. Infine noi, come associazione di presidi, siamo in procinto di approvare un documento in difesa della scuola pubblica. Speriamo che qualcuno ascolti la nostra voce".

Perché, allora, è importante difendere la scuola pubblica italiana?
"Perché ha fatto gli italiani. La scuola ha risposto alla frase di Massimo D'Azeglio che ha detto: 'Abbiamo fatto l'Italia, adesso bisogna fare gli italiani'. La scuola pubblica per i centocinquantanni passati, attraverso l'iscegnamento della lingua italiana prima di tutto, ma anche attraverso l'insegnamento dei valori dello Stato e della democrazia, ha fatto gli italiani. Da qui ai prossimi 150 anni non lo sappiamo cosa farà".
marisa

SCUOLA: ADERISCO PURE IO!

da: Unità.web, mercoledì 3 marzo 2011


marisa

Da: REPUBBLICA.web, 1 marzo 2011

Da Nord a Sud, con gli sms un minuto di silenzio nelle scuole

In tanti istituti inscenata ieri una protesta simbolica organizzata con i messaggini. L'Unione dei sindacati di base chiede adesione allo sciopero generale dell'11 marzo, Rete e Unione Universitari annunciano la mobilitazione per il giorno successivo.

Le parole del premier su una scuola pubblica da lasciarsi alle spalle perché portatrice di valori contrari al sentire della famiglia, hanno generato una generale ondata di protesta che lo stesso Berlusconi probabilmente non si aspettava. Così, mentre la piazza virtuale aperta da Repubblica.it sul "perché" difendere la scuola pubblica si riempie minuto per minuto di migliaia di commenti e testimonianze, la protesta sembra pronta a materializzarsi nelle piazze del mondo reale di tutto il Paese.

Firma la petizione per la scuola pubblica sul sito di Repubblica, sezione Scuola&Giovani

marisa