mercoledì 26 novembre 2008

Sabato 29 novembre, piazza San Carlo


Sabato 29 novembre alle ore 14.30 ci ritroviamo tutti, genitori, bambini, insegnanti, studenti universitari, in piazza San Carlo.
Perchè il tempo scuola non sia tempo vuoto, ma tempo pieno e ricco di esperienze e di cultura.
AS

giovedì 20 novembre 2008

Buone notizie 2

Sempre su www.retescuole.net altre buone notizie.
Sentite solo il titolo dell’articolo: “L’efficacia dell’Onda: le commissioni di camera e senato chiedono un dietro front alla Gelmini”. Lo scrive Gennaro Loffredo, responsabile Dipartimento Nazionale Scuola e Formazione.
Loffredo dice che i pareri che le Commissioni istruzione di camera e senato, chiamate a esprimersi sul piano programmatico, sembrano portare a un sostanziale dietrofront su alcune delle questioni che hanno animato la protesta di questi mesi.
Questi i punti per ciò che riguarda scuole materne ed elementari:
- nelle scuole dell’infanzia dovrebbe essere garantito l’orario obbligatorio per 40 ore (non più fino alle 12,30 come prevede il decreto) con due insegnanti (una/o al mattino una/o al pomeriggio);
- ci sarà il maestro unico a 24 ore settimanali, ma in maniera residuale, ovvero solo dove viene richiesto dai genitori;
- il tempo pieno va garantito, con due docenti per classe;
- gli insegnanti di lingua inglese dovranno restare ad affiancare l’insegnante di classe;
- si fa marcia indietro anche sull’aumento degli alunni per classe.
In Conferenza unificata stato-regioni, gli enti locali si sono divisi: le regioni di centro sinistra si oppongono, quelle di centro destra votano a favore, tranne la Sicilia che si è astenuta.
L’Unione delle province chiede a Gelmini un tavolo di confronto.
E la seduta del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 17/11/08 ha espresso preoccupazione e dissenso per i provvedimenti del governo su scuola, università e ricerca.
Loffredo conclude:
“Esplodono le contraddizioni e questo solo grazie al Movimento. La lotta paga. In questi anni forse lo avevamo un po’ dimenticato. O meglio. In molti hanno cercato di convincerci dicendo che in fondo ci si può accontentare anche del meno peggio. Non è così e l'Onda lo ha dimostrato e continua a farlo con le proteste e le proposte. Facciamone tesoro e continuiamo sulla strada intrapresa”.

Buone notizie 1

Da www.retescuole.net buone notizie.
Una riguarda la posizione presa del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, massimo organo collegiale nazionale, che riunito in seduta plenaria il 17/11/08 ha approvato all'unanimità un ordine del giorno di deciso contrasto all'operato del governo sulla cosiddetta riforma della scuola.
Il giudizio del CPNI per una manovra finanziaria che riduce non solo la quantità ma la qualità dell’offerta formativa è inequivocabilmente negativo.
Di seguito l’ordine del giorno della seduta del 17.

Ordine del giorno CNPI
Seduta del 17 novembre 2008
Il CNPI esprime fermo dissenso e viva preoccupazione sulle scelte operate sul sistema di istruzione che, se confermate, comportano per entità e modalità degli interventi finanziari e di natura normativa, una destrutturazione del sistema scolastico pubblico ed una netta riduzione quantitativa e qualitativa dell’offerta formativa.
Il CNPI, richiamando gli orientamenti espressi dallo stesso ministro presidente nella seduta del 9 Luglio scorso, considera necessario per l’interesse per l’interesse generale della scuola che si apra un vero confronto nel paese a partire dal coinvolgimento di quanti, insegnanti, dirigenti e altri operatori della scuola, hanno attraversato stagioni riformatrici diverse garantendo l’unica vera continuità dell’azione formativa, impegno nell’innovazione della didattica e dell’organizzazione scolastica e, nonostante le crescenti difficoltà, una buona qualità complessiva della scuola italiana.
In questo quadro il CNPI considera quindi necessaria una profonda revisione dei provvedimenti adottati, a partire da quanto previsto per la scuola primaria con l’introduzione dell’insegnante unico e l’orario di 24 ore settimanali.
E’ altresì indispensabile un approfondito confronto sul piano programmatico e sui vari regolamenti relativi ai diversi settori scolastici, con l’obiettivo prioritario di migliorare concretamente la qualità dell’offerta formativa.
A questo proposito il CNPI, sulla base delle specifiche competenze istituzionali di organo collegiale nazionale, ribadisce il diritto-dovere di un pieno coinvolgimento nei processi decisionali e, in tal senso, conferma il proprio impegno per un puntuale esame di tutti i provvedimenti in atto.

AS e PT

mercoledì 19 novembre 2008

Disobbedienze

(Questo post fa coppia con l'altro post di oggi: sono entrambi un invito a non perdere speranze ed energie).
Leggo sul sito www.carta.org che è stato chiesto a enti locali e organizzazioni sociali di raccontare cosa si può fare per proporre interventi alternativi alla “riforma Gelmini”. Amministrazioni locali, sindacati, associazioni, cooperative e reti sociali hanno dato la loro disponibilità a sostenere la protesta del movimento per la scuola pubblica.

Sotto il titolo il link all’articolo con l’elenco delle disobbedienze.

AS

A tutti quelli che pensano che una volta approvata una legge sia cosa fatta

A tutti quelli che pensano che una volta approvata una legge sia cosa fatta, diciamo no, non perdete la speranza.
E’ vero che adesso, dopo che il decreto 137 è diventato legge 169 del 30 ottobre 2008, c’è un quadro normativo di riferimento preciso, ma la strada è ancora lunga.
Andiamo per ordine.
Il comma 3 dell’art. 64 della legge 133 (la finanziaria estiva) prevede che per la realizzazione delle finalità previste dallo stesso art. 64 il ministro dell’istruzione con il ministro dell’economia insieme predispongano un piano programmatico di interventi.
Lo schema di piano programmatico è stato approvato il 26 settembre.
Ma sempre l’art. 64 al comma 4 precisa che per l’attuazione del piano devono essere adottati entro 12 mesi “uno o più regolamenti”. E fino a quando non saranno approvati i regolamenti, le disposizioni di legge non sono attuabili.
Perché il piano programmatico venga recepito e tradotto in regolamenti ci vuole il parere delle Commissioni parlamentari, quello della Conferenza unificata Stato-Regioni, e quello, indispensabile, del Consiglio di Stato, che ha tempo 90 giorni per esprimersi.
Ci vuole il suo tempo: questo spiega la fretta del governo quando ha chiesto la fiducia alla Camera accorciando così i tempi del dibattito in Senato.
Se i regolamenti non saranno approvati entro i primi mesi del 2009 sarà poi molto difficile applicare la riforma Gelmini a partire all’anno scolastico 2009/2010. Pensiamo solo all’organizzazione didattica della scuola primaria: cosa potranno dire i dirigenti scolastici ai genitori che, tra poche settimane, devono iscrivere i figli alla prima elementare?
A favore del mantenimento del tempo pieno, teniamo poi conto che c’è una legge dell’ottobre di soli due anni fa, la 176/2007 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari ", che non è mai stata abrogata. Io non sono un giurista ma qualcosa non mi torna.
Una speranza in più ce la dà anche la storia della riforma Moratti, che poteva non piacere ma che almeno aveva la decenza di una qualche motivazione pedagogica; di questa riforma del 2003, pochi lo dicono, molto è rimasto sulla carta, proprio a seguito della mobilitazione di genitori e insegnanti.
Forse non tutto procede liscio come ci vogliono far credere, spiega Silvia Bodoardo del Coogen, riportando le parole di Gennaro Loffredo, responsabile Dipartimento Nazionale Scuola e Formazione Professionale:
"Il decreto Gelmini è paralizzato. Infatti i decreti attuativi, che dovrebbero dire dove e come tagliare devono essere preceduti dal parere delle competenti commissioni parlamentari sul piano programmatico generale scritto dalla ministra e da Tremonti. Le commissioni, a loro volta, sono bloccate perché non hanno ancora ricevuto il parere della Conferenza delle Regioni. Che in realtà si sono espresse dicendo a chiare lettere che non può esserci alcuna collaborazione con il governo centrale. (…) Intanto l’Onda non si arresta. (…) Insomma si va avanti con determinazione e, soprattutto, con le idee chiare. Il ministero della pubblica istruzione è in netta difficoltà. La Gelmini licenzia il "padre" della riforma che porta il suo nome. Tito Varrone, capo dell’ufficio legislativo del ministero, assunto sei mesi fa circa, ha dovuto fare i bagagli e lasciare il suo ufficio. Ignote ancora le cause. Berlusconi continua rettificare in corso d’opera. Il maestro unico sembrerebbe essere diventato prevalente (…) Bossi si impunta ed ottiene che le scuole di montagna non saranno toccate. Insomma un governo che fa acqua da tutte le parti. Un governo messo a dura prova dalla forte spallata del Movimento. L’Onda ha aperto delle crepe. Presto arriverà la grande mareggiata che, speriamo, sommergerà il governo abbandonandolo al naufragio".
Tutto questo per dire che non è vero che una volta approvata una legge sia cosa fatta.

Fonte: http://www.retescuole.net

AS

lunedì 17 novembre 2008

RIFLESSIONI


Questa mattina, alla consueta lettura dei quotidiani, mi sono imbattuto in un curioso articolo di Flavia Amabile sulla “STAR” del nostro governo, intitolato: “La Gelmini: siamo un governo di sinistra”.
Riporto fedelmente l’inizio dell’articolo: ”(…) Il governo Berlusconi? E’ un governo di sinistra, assicura il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, perché «è un governo che crede nel cambiamento» e, quindi, «è, per certi versi, un governo di sinistra. Può sembrare una contraddizione, ma noi mettiamo al centro non solo il ceto medio, ma anche quelle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, quelle famiglie che fanno molti sacrifici per far studiare i propri figli».”
Beh a mio avviso non è solo una contraddizione, ma una sostanziale falsità di fondo. Innanzitutto verrebbe da chiedersi cos’è un governo di sinistra? Ma ancora di più esiste una sinistra in Italia?
Non mi sembra il caso di affrontare un simile discorso, occorrerebbe troppo tempo ed energie per sviscerare un simile argomento, ma mi volevo soffermare su quanto scritto su “la stampa”.
Se il governo mette al centro non solo i ceti medi (che stanno scomparendo), ma anche quelle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, perché tagliare fondi alla scuola, costringendo le suddette famiglie a fare ulteriori salti mortali per il diritto ad una buona istruzione, garantita da una pluralità di insegnanti, che fanno sì che i bimbi abbiano la possibilità di rimanere a scuola “ad imparare” e non per essere parcheggiati?
La protesta che si sta attuando non è per il mantenimento degli sprechi e del cosiddetto “baronato”, ma per una riforma che sia tale, per migliorare quello che di buono già c’è!
Scorrendo l’articolo arrivo poi a: “(…)In quest’opera di risanamento, ha detto il ministro, sarà importante il «dialogo con l’opposizione», perchè la scuola non è «né di destra né di sinistra».”
A mio avviso qui si arriva a praticare lo sport preferito del premier, dire per poi ritrattare, ma in maniera più furba, ossia se la prima affermazione è che il governo attuale è di sinistra, e quindi ideologicamente opposto, che senso ha poi dire che la scuola non ha colore politico? È altresì da tenere conto che i tagli alla scuola li stanno facendo in maniera discriminante con la logica manageriale propria di questa classe dirigente, che un colore politico ce l’ha.
Vorrei infine porre l’accento su i tempi: “(…)Proprio perché i cambiamenti non sono pochi nelle scuole in questi giorni si respira molta confusione. Le nuove norme sono state approvate sotto forma di un decreto che è già legge ma per diventare davvero operative hanno bisogno di un regolamento, si tratta dei decreti attuativi che per avere valore devono essere approvati entro il 31 gennaio, il che spiega la fretta che il ministero aveva di approvare la riforma senza passare in Parlamento.”
Chiudo con una frase che non sentivo da tempo, ma che trovo estremamente importante da ricordare:
“la spinta viene dal basso,
e chi spinge lo sa!”
Massimo

P.S. per l’articolo completo clicca sul titolo del
post

venerdì 14 novembre 2008

Oggi – sciopero di Università, Ricerca e AFAM

Immagine tratta da http://www.retescuole.net/

Siamo con chi oggi sarà in piazza.
AS

Solidarietà dall'università di Paris Nanterre


Ci scrivono da Paris Nanterre per mandarci la loro solidarietà. Anche in Francia non se la passano benissimo e l'istruzione (ma non solo) deve subire le conseguenze dei tagli del governo.

Indichiamo gli appuntamenti del 14 novembre a Parigi:
La federazione sindacale studentesca SUD sostiene attivamente la lotta degli studenti italiani di Parigi che si sono dati appuntamento venerdì 14 alle 10 davanti al consolato italiano e invitano a partecipare alla manifestazione prevista da diverse organizzazioni per le 18 dello stesso giorno davanti all'ambasciata italiana.


CV

giovedì 13 novembre 2008

Da Washington

In pausa pranzo sfoglio i siti di alcuni quotidiani.
Leggo e trascrivo:

UNDICIETRENTA, SE LE PICCOLE OBAMA VANNO ALLA SCUOLA PUBBLICA
Questa mattina un’Ansa da Washington spiega che, nonostante non sia stata presa una decisione al riguardo, le piccole Sasha e Malia Obama potrebbero frequentare le scuole pubbliche a Washington, e non la scuola privata che invece ha frequentato Chelsea Clinton. Le figlie di Michelle e Barack, che hanno 10 e 7 anni, potrebbero andare a scuola come tutti gli altri ragazzi americani. Il sindaco e i responsabili del provveditorato hanno illustrato nel dettaglio cosa offre il loro sistema scolastico per le esigenze della piccola Sasha e quelle di Malia: «Abbiamo spiegato loro con grande piacere quali sono le diverse opzioni del nostro District of Columbia Public School System, e li abbiamo incoraggiati a verificare tutte le alternative possibili, garantendo che offriremo il nostro pieno appoggio qualunque sarà la loro scelta finale», hanno detto i dirigenti scolastici. Michelle Obama aveva già visitato varie scuole private di Washington, senza esserne troppo convinta, probabilmente.
Cosa vuol dire? Vuol dire che nella strategia di Obama ci sono una serie di segnali che vengono dati attraverso comportamenti molto semplici, e molto efficaci. Non si tratta di demagogia, per quanto nessun uomo politico sia immune da meccanismi demagogici. Si tratta di punti fermi, dell’idea che le regole valgono per tutti, del fatto che non puoi fare l’elogio della scuola pubblica e poi mandare i tuoi figli in una scuola privata. Si tratta di capire che nel momento in cui sei al potere la tua casa ha muri di vetro, e tutto è visibile. Lo sappiamo, fa parte di un modo di pensare, e un modo di esistere americano. E siamo ancora convinti che da noi in Europa, ma soprattutto in Italia, tutto questo non conti. Ma non è vero. Molte cose sono cambiate. Il rapporto con il potere, in Italia, non ha più, per fortuna, quel compiacimento, per cui i potenti possono tutto: perché se un giorno diventerò potente avrò anche io certi privilegi.
Ormai i cittadini e gli elettori giudicano e vogliono sapere. E mentre il nostro paese cambia, il potere non cambia affatto. E mentre Obama si informa perché le figlie possano frequentare una scuola pubblica, noi alla scuola pubblica tagliamo i fondi, le risorse, perché ormai da anni, come una colonia del terzo mondo, privilegiamo la scuola privata. Il presidente degli Stati Uniti sa che c’è una differenza tra mandare le figlie in una scuola pubblica anziché in una esclusiva scuola privata. Da noi è considerato ovvio e scontato mandare i propri figli in scuole private esclusive ed efficienti. E poi prendersela con gli studenti che manifestano contro la Gelmini.
Roberto Cotroneo, l’Unità.it 13-11-08

AS

14 novembre - sciopero di Università, Ricerca e AFAM


La mie maestre sono già uniche sostiene lo sciopero del 14 novembre di Università, Ricerca e AFAM.
AS

martedì 11 novembre 2008

13 novembre mobilitazione al Teatro Regio Torino


Giovedì 13 novembre giornata porte aperte al Teatro Regio di Torino.

Contro i tagli previsti al Fondo unico dello spettacolo, l'istituzione torinese apre le sue porte alla cittadinanza con appuntamenti alle ore 10.30, alle 14.00 e alle 21.00.

Nel corso della giornata i musicisti del Teatro Regio si alterneranno inoltre a suonare nel foyer del teatro.

Le mie maestre sono già uniche desidera manifestare la propria solidarietà nei confronti del Teatro Regio.

CV

venerdì 7 novembre 2008

Il mostro unico


Cari studenti facinorosi, sono la vostra amata ministra Gelmini.
Dopo il cinque in condotta e il maestro unico, ho una nuova idea che potrà risollevare la scuola italiana.
Da dove inizia l´istruzione? Dall´asilo. E proprio qui bisogna intervenire, perché i bambini diventino obbedienti e ligi al dovere. E le favole, con la loro sovrabbondante fantasia e il loro dissennato spreco di personaggi, li allontanano dal sano realismo e dal doveroso conformismo e alimentano il pericolo del fuori tema, della deboscia, della droga e del bullismo facinoroso.
Perciò per decreto legge istituisco il Mostro Unico.
Sarà proibito leggere favole che contengano più di un mostro o di un cattivo, con relativo aggravio per la spesa pubblica, e soprattutto si dovrà, in ogni fiaba, sottolineare la natura perversa, facinorosa e vetero-comunista di questo mostro.
Secondo il DMU (decreto mostro unico) sono proibiti ad esempio Biancaneve e i sette nani, perché Grimilde e la strega sono un costoso e inutile sdoppiamento di personalità nocivo all´immaginario dei giovani alunni, per non parlare dell´ambigua convivenza tra Biancaneve e i sette piccoli operai, di cui uno, Brontolo, sicuramente della Cgil. Cappuccetto Rosso è ammesso, ma si sottolinei come il cacciatore è evidentemente della Lega e il lupo di origine transilvana e rumena. Proibito Ali Babà e i quaranta ladroni, ne basta uno. Abolito Peter Pan, troppi pirati che gravano sulle casse dello stato. Abolito Pinocchio, anche accorpando il gatto e la volpe in un unico animale, restano il vilipendio ai carabinieri e il chiaro riferimento a Mediaset del paese dei balocchi. Ammesso Pollicino ma dovrà chiamarsi Allucione ed essere alto uno e settanta, per non costituire un palese sberleffo al nostro amato presidente del consiglio. Proibito Hansel e Gretel, perché i mostri sono due, la madre e la strega, e inoltre si parla troppo di crisi economica. Proibito il brutto anatroccolo. e uno è brutto, lo è per motivi genetici e tale resterà. Inoltre Andersen era gay. Parimenti proibito il gatto con gli stivali per la connotazione sadomaso. Proibita, anzi proibitissima Cenerentola. Le cattive sono tre e assomigliano tutte a me. Cioè alla vostra ministra superficiale, impreparata e ciarliera.
Ma la vostra Ministra Unica.
Stefano Benni, Il Manifesto 31-10-2008
AS

giovedì 6 novembre 2008

Tu Vuo’ Fa’ l’Americano



C'è un mito che va sfatato. In questi che sono i giorni dell'elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, si rincorrono tra i blog e in internet i commenti su questo outsider, questo uomo venuto dal nulla che però sì, ha poi frequentato le migliori università da cui escono i veri leader.


Come se in Italia dalle università uscissero dei cani.


Il punto, a mio parere è un altro. Vediamo com'è strutturata la società americana. In America, si sa, è tutto privatizzato. I servizi pubblici sono minimi e sono decisamente scadenti. Non sempre, ma generalmente sì.


Allora ammettiamo che voi siate una famiglia americana. Quando vi nascono i figli si pone anche per voi il problema delle scuole in cui mandarli. A iniziare dal daycare in poi - l'asilo, per intenderci - che è privato e costa moltissimi soldi, determinante sarà la zona in cui abiterete. Perché la casa si sceglie in base alle scuole. Ovvero le scuole buone nascono intorno ai quartieri per bene. Sarebbe come affermare che se vai a scuola in Crocetta a Torino probabilmente avrai una buona istruzione, conoscerai le persone giuste, entrerai nei giri giusti e nella vita sarai un vincente. Se vai a scuola alla Falchera per te non ci sono possibilità. So che molti credono che sia già così. Ma grazie al cielo non è vero. Perché le maestre che insegnano in tutte le scuole pubbliche d'Italia sono maestre inserite in una graduatoria e qualificate per insegnare. Non è un mercato del lavoro in cui le migliori maestre vengono cooptate dalle scuole dei quartieri chic, dove appunto pagano meglio perché lì c'è la gente con i soldi e le case costano di più e quindi è giusto che se le garantiscano loro. Le migliori maestre sono anche alla Falchera.


Allora seguiamo questo percorso che porta fino all'università. Le università americane hanno rette da brividi. Costano migliaia di euro all'anno. Migliaia di euro. È vero che ci sono delle borse di studio, ma non sono tantissime. Per la maggior parte le amministrazioni prevedono piuttosto un piano di rimborso per quando il laureato entrerà nel mercato del lavoro. Praticamente inizi a lavorare e per anni e anni devi rimborsare migliaia di euro. Ora, quello che mi sembra interessante sottolineare, è che questo non è un tanto un principio meritocratico, come continuano tutti a urlare. È facile per una gazzella dire che è la più forte delle gazzelle, fino a che il recinto rimane chiuso ai leoni. Ma nelle università americane il principio è, ancora una volta, quello della produttività. Se vuoi studiare, paga. Produci ricchezza per chi ti offre cultura. A parte il fatto che presuppone una ricchezza di partenza o un mercato del lavoro con salari in grado di ripagare questo debito, ritengo che l'accesso alla cultura debba essere libero e non mercificato. In Italia sostanzialmente abbiamo tutti la possibilità di andarci, all'università, mentre negli Stati Uniti ci sono persone che crescono non pensando nemmeno lontanamente che l'università sia un approdo possibile per loro.


Quindi sì, il sogno americano è possibile, Obama ce lo conferma. Ma non crediamo che sia realizzabile per tutti. Perché, appunto, è americano.


CV

mercoledì 5 novembre 2008

Il decretino

E’ una battuta che ieri sera mi ha fatto ridere di gusto, e che, come spesso capita all’ironia, nasconde la cruda verità.
Come può chiamarsi un decreto legge che, concepito per straordinaria necessità ed urgenza, si risolve poi in 8 articoli di poche righe ciascuno?
Il de-cretino.

AS

martedì 4 novembre 2008

Occhi limpidi e braccia forti

Questo è un blog di genitori di bambini che vanno alle elementari e alla scuola materna.
Io, sono un genitore di bambini che vanno alle elementari e alla scuola materna.
Eppure voglio scrivere dei ragazzi delle università occupate e dei cortei.
Quando guardo alla tv questi ragazzi vedo i miei figli tra quindici anni e allora ne scrivo fin da ora, perché non è poi così lontano.
Quando guardo alla tv questi ragazzi, per i quali la protesta contro i tagli del governo è un urlo che implora futuro, mi si stringe il cuore.
Questi ragazzi non chiedono un futuro diverso o un futuro migliore. Questo succederebbe solo se fossero in grado di prefigurarsene uno, per quanto inaccettabile o deprimente o scoraggiante.
No. I ragazzi dell’università chiedono futuro. Futuro e basta.
Non chiedono certezze. Chiedono - molto di meno o molto di più - una prospettiva, una possibilità, un’ipotesi.
Che è una richiesta terribile se a farla è chi ha davanti a sé una vita da vivere e non è messo nelle condizioni nemmeno di immaginarsela.
A sognare, inteso come sana capacità di desiderare e agire per realizzare, si impara. Non è mica così scontato saperlo fare, bisogna allenarsi fin da piccoli. La scuola, io credo, serve anche a questo.
In un film che ho visto anni fa, “Il bagno turco”, nell’augurio al bambino che deve ancora nascere la zia scrive alla futura madre: CHE ABBIA OCCHI LIMPIDI PER VEDERE I DESIDERI E BRACCIA FORTI PER REALIZZARLI. PERCHÉ NELLA VITA SI PUÒ ESSERE FELICI, SI DEVE ESSERE FELICI.
Di questa frase mi ha sempre colpito la formula del comando per quella che di solito è vissuta come una speranza. La felicità è un dovere, che richiede impegno azione forza coraggio. La felicità va cercata. Semmai è il dolore che arriva per caso, arriva sempre, ci cade addosso. Ma il benessere va difeso, con tenacia.
Allora capisco l’ostinazione di questi ragazzi delle università occupate e dei cortei, e la sento mia.

AS

lunedì 3 novembre 2008

Duello verbale tra un nostro paladino e il Cavaliere della Stella

Abbiamo ricevuto un commento da uno strenuo difensore di Maria Star "Mani di forbici". Nel suo scritto, il nostro interlocutore -bloggista anche lui- riprende la maggior parte degli argomenti che gli esponenti del governo vanno ripetendo in tutte le trasmissioni televisive. Per questo motivo ci è parso opportuno rispondere alle sue argomentazioni, punto per punto, e fare questo richiamo tra i post alla nostra personale polemicuccia, per non confinarla nello spazio ristretto dei commenti. Per leggerla clicca sul titolo di questo post.
                                                     JM3

sabato 1 novembre 2008

Upgrade per anglosassoni, tedeschi e svedesi



C'è una parte della popolazione che è molto preoccupata dalle classi ponte. Perché sebbene, come dice la Litizzetto, in Italia basti parlare di ponte per essere sicuri che non si faccia, in qualche modo questi hanno fatto passare una legge.


Allora giustamente degli amici di una coppia mista, lui italiano, lei anglosassone, chiedevano un pari trattamento. Beh, pari, dipende dai punti di vista. Perché in effetti, se tanto mi dà tanto, perché mai i loro figli che parlano perfettamente inglese devono aspettare che dei marmocchi italiani arrivino al loro livello, approfittando, magari, delle loro capacità per avvicinarsi alla lingua. Eh no, che se la cavassero da soli tra di loro, che si sa che per imparare la lingua è meglio stare tra compaesani piuttosto che fare una full immersion, e allora appunto se ne stessero tra di loro a fare le loro lezioncine di inglese. Per i figli di stranieri che parlano perfettamente l'inglese, cortesemente, classi ponte, anzi con upgrade nell'upper deck. Più ponte di così.


CV