lunedì 17 novembre 2008

RIFLESSIONI


Questa mattina, alla consueta lettura dei quotidiani, mi sono imbattuto in un curioso articolo di Flavia Amabile sulla “STAR” del nostro governo, intitolato: “La Gelmini: siamo un governo di sinistra”.
Riporto fedelmente l’inizio dell’articolo: ”(…) Il governo Berlusconi? E’ un governo di sinistra, assicura il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, perché «è un governo che crede nel cambiamento» e, quindi, «è, per certi versi, un governo di sinistra. Può sembrare una contraddizione, ma noi mettiamo al centro non solo il ceto medio, ma anche quelle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, quelle famiglie che fanno molti sacrifici per far studiare i propri figli».”
Beh a mio avviso non è solo una contraddizione, ma una sostanziale falsità di fondo. Innanzitutto verrebbe da chiedersi cos’è un governo di sinistra? Ma ancora di più esiste una sinistra in Italia?
Non mi sembra il caso di affrontare un simile discorso, occorrerebbe troppo tempo ed energie per sviscerare un simile argomento, ma mi volevo soffermare su quanto scritto su “la stampa”.
Se il governo mette al centro non solo i ceti medi (che stanno scomparendo), ma anche quelle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, perché tagliare fondi alla scuola, costringendo le suddette famiglie a fare ulteriori salti mortali per il diritto ad una buona istruzione, garantita da una pluralità di insegnanti, che fanno sì che i bimbi abbiano la possibilità di rimanere a scuola “ad imparare” e non per essere parcheggiati?
La protesta che si sta attuando non è per il mantenimento degli sprechi e del cosiddetto “baronato”, ma per una riforma che sia tale, per migliorare quello che di buono già c’è!
Scorrendo l’articolo arrivo poi a: “(…)In quest’opera di risanamento, ha detto il ministro, sarà importante il «dialogo con l’opposizione», perchè la scuola non è «né di destra né di sinistra».”
A mio avviso qui si arriva a praticare lo sport preferito del premier, dire per poi ritrattare, ma in maniera più furba, ossia se la prima affermazione è che il governo attuale è di sinistra, e quindi ideologicamente opposto, che senso ha poi dire che la scuola non ha colore politico? È altresì da tenere conto che i tagli alla scuola li stanno facendo in maniera discriminante con la logica manageriale propria di questa classe dirigente, che un colore politico ce l’ha.
Vorrei infine porre l’accento su i tempi: “(…)Proprio perché i cambiamenti non sono pochi nelle scuole in questi giorni si respira molta confusione. Le nuove norme sono state approvate sotto forma di un decreto che è già legge ma per diventare davvero operative hanno bisogno di un regolamento, si tratta dei decreti attuativi che per avere valore devono essere approvati entro il 31 gennaio, il che spiega la fretta che il ministero aveva di approvare la riforma senza passare in Parlamento.”
Chiudo con una frase che non sentivo da tempo, ma che trovo estremamente importante da ricordare:
“la spinta viene dal basso,
e chi spinge lo sa!”
Massimo

P.S. per l’articolo completo clicca sul titolo del
post

Nessun commento: