"Le ultime (infelici) dichiarazioni di un certo ben noto personaggio politico sulla scuola pubblica hanno suscitato, giustamente, molte polemiche. Da più parti si sono richiamate le bellissime parole di Calamandrei, ma qualcuno potrebbe obiettare che quel discorso risale a 60 anni fa e ormai non è più attuale.
In realtà, ci sono documenti recentissimi che smentiscono clamorosamente gli stolti discorsi che ci sono stati propinati. È più che evidente che le infelici espressioni del politico di cui sopra cercano di inculcare (n.d.r. questa volta si) l’idea che la scuola privata garantisce una preparazione ben superiore.
Il documento OCSE PISA 2009 che riporta i risultati dei test di comprensione del testo, matematica e scienze dei ragazzi di 15 anni di tutti i paesi OCSE (solo i dati della Francia sono fortemente incompleti) e paesi partners, permette di analizzare la diversa risposta degli studenti che frequentano le due tipologie di scuole, pubblica e privata.
Un’oretta di lavoro sul database di Pisa 2009 (http://pisa2009.acer.edu.au/interactive.php) fornisce risultati illuminanti.
Riassumiamo: In tutte e tre le “specialità” (Reading, Mathematics, Science) la scuola pubblica italiana naviga un po’’ al di sopra di metà classifica, tra la 25-sima e la 28-sima posizione (su 64 paesi); il punteggio medio dei nostri studenti è da 1 a 3 punti al di sopra della media (anche se non mancano delle sorprese: nella matematica i nostri studenti sopravanzano di 4 punti i colleghi USA).
Sul versante privato la situazione precipita: perdiamo oltre 20 posizioni, oscillando tra la 47-sima e la 49-sima posizione (su 61 paesi), ma, cosa assai più grave, gli studenti delle scuole private ottengono punteggi tra i 70 e i 73 punti inferiori alla media OCSE.
Ancora più istruttivo è paragonare la differenza di rendimento tra gli studenti “privati” e quelli “pubblici. Nell’OCSE gli studenti “privati sono più bravi di quelli “pubblici, ottenendo in media punteggi di 34/35 punti superiori. In Italia la situazione si inverte: i “privati” ottengono un punteggio (medio) tra i 37 e i 41 punti inferiore ai loro colleghi “pubblici. Se volessimo compilare una classifica in cui si tiene conto del “gap” privato/pubblico l’Italia sarebbe in piena zona retrocessione: in questa classifica la sua posizione oscillerebbe tra la 55-sima e la 58-sima posizione. La situazione è in realtà ancora più grave, perchè le “economie” che ci seguono in questa classifica hanno scuole pubbliche di straordinario valore (Cina-Shangai, Hong-Kong, Singapore, Taipei), che distaccano considerevolmente le corrispondenti, sia pure ottime, scuole private.
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