lunedì 21 marzo 2011


Le balle della Gelmini e la disabilità

21 marzo 2011, da ReteScuole

Dal 13 marzo, ossia dall’intervista alla Gelmini alla trasmissione “Che tempo che fa”, è ormai trascorsa una settimana, eppure non si placano i commenti, per lo più indignati, alle frasi pronunciate dalla ministra dell’istruzione. (…)

Ciò che forse ha più indignato, dell’ultima intervista alla ministra dell’istruzione, è che mai prima di allora aveva sciorinato, con tanta supponenza e tutto insieme, l’intero campionario di slogan propagandistici. Alla categoria delle balle spudorate appartengono, ad esempio, le affermazioni secondo le quali il 30% dei tagli sia stato re-investito sul merito, quella sulla base della quale oggi vi sarebbero 3500 insegnanti di sostegno in più dello scorso anno e l’aver negato la sentenza di condanna contro il suo ministero per discriminazione nei confronti di alunni/e con disabilità.

Ciò che risulta per nulla tollerabile è l’affermazione dalla ministra in relazione a questo punto ad intervista quasi conclusa, che riportiamo testualmente: “…è un problema di distribuzione degli insegnanti di sostegno e, qualche volta, di eccessiva superficialità nel riconoscere, in alcune regioni, disabilità che non esistono. Per cui qualcuno ha l’insegnante di sostegno non avendo di fatto bisogno dell’insegnante di sostegno e qualcun altro resta senza perché qualcun altro ha fatto il furbo.” Un’affermazione tanto più vergognosa perché contiene un’accusa esplicita e infamante nei confronti di una categoria di persone, le famiglie di alunni/e con disabilità che, generalmente, non amano il palcoscenico e difficilmente prendono la parola nei pubblici dibattiti. Non è un caso se, su questo argomento, al nostro sito sia giunta una sola coraggiosa e toccante lettera di una mamma indignata, e altrettanto comprensibile è che si tratti di una mamma meridionale. (…)

(...) Quando, in tema di sostegno alla disabilità, fa la distinzione tra alcune regioni e altre, l’unico dato statistico sul quale la Gelmini può rilevare una reale distanza tra nord e sud è nella constatazione che il rapporto, previsto per legge, di almeno un docente di sostegno per ogni due disabili, è rispettato in molte province del sud, ma quasi mai in quelle del centro o del nord.

Naturalmente parliamo di scuola statale, perché quella privata, “furbescamente” definita paritaria, spesso rifiuta di accogliere i ragazzi disabili, come dimostrato da inchieste giornalistiche e confermato dalle statistiche.

m.

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