giovedì 3 marzo 2011

Da: Repubblica.web, 2 marzo 2011

"Difendiamo la scuola pubblica perché ha fatto gli italiani"

Tommaso De Luca, preside dell'Avogadro e presidente Asapi: "La protesta si farà sentire anche in Piemonte".
Presto la mobilitazione dei presidi, degli insegnanti e dei genitori

di Ottavia Giustetti

Sono minuti e minuti di silenzio allo scoccare delle 12 nelle scuole della città. Anche Torino aderisce in forma spontanea e ancora non coordinata alla manifestazione di sconcerto per le dichiarazioni del premier che ha definito la scuola pubblica qualcosa da lasciarsi alle spalle perché portatrice di valori contrari al sentire della famiglia. Anzi, le parole esatte sono state: "Gli insegnanti Inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie".

"E' grottesco che sia il presidente del Consiglio di questo Stato a parlare così della scuola di Stato - dice Tommaso De Luca, preside dell'Avogadro e presidente dell'Asapi, l'associazione delle scuole autonome piemontesi - grottesco anche il concetto di studente bottiglia che viene indottrinato, al quale vengono inculcati valori".

Tommaso De Luca, come sta vivendo la scuola pubblica torinese questo ennesimo attacco del governo ai valori cui si è sempre ispirata?
"Il tema è molto sentito. C'è un rammarico diffuso, c'è indignazione, e alcune scuole si stanno mobilitando per approvare mozioni nei consigli di istituto in difesa della scuola pubblica. Come Asapi stiamo raccogliendo manifestazioni sparse e ci stiamo mobilitando per scrivere e approvare un documento unico che sia portavoce dei motivi per i quali crediamo che i valori che abbiamo insegnato e non inculcato vengano difesi".Il tema della difesa della scuola pubblica è periodicamente tornato in auge con questo o quel governo, anche locali, ma poi puntualmente dimenticato.

Perché?"Perché è un tema da campagna elettorale, che quando ha finito di portare voti, ha perso automaticamente la sua importanza. Tutti i politici lo hanno trattato in maniera molto ipocrita ma poi non hanno portato avanti alcuna politica seria a riguardo".

Oggi invece la mobilitazione parte dal basso. Crede che si possa arrivare a chiedere un impegno concreto?
"Ho letto e ho sentito che già molte sigle sindacali dei lavoratori della scuola hanno chiamato alla mobilitazione. Anche alcune associazioni di genitori come il Coordinamento genitori e il Manifesto dei 500 si stanno muovendo in tal senso. Infine noi, come associazione di presidi, siamo in procinto di approvare un documento in difesa della scuola pubblica. Speriamo che qualcuno ascolti la nostra voce".

Perché, allora, è importante difendere la scuola pubblica italiana?
"Perché ha fatto gli italiani. La scuola ha risposto alla frase di Massimo D'Azeglio che ha detto: 'Abbiamo fatto l'Italia, adesso bisogna fare gli italiani'. La scuola pubblica per i centocinquantanni passati, attraverso l'iscegnamento della lingua italiana prima di tutto, ma anche attraverso l'insegnamento dei valori dello Stato e della democrazia, ha fatto gli italiani. Da qui ai prossimi 150 anni non lo sappiamo cosa farà".
marisa

Nessun commento: