Come blog, ci tocca da vicino.
UNDICIETRENTA, QUANDO UN PAESE È IN DECLINO
C’è un piccolo dato, nel nostro paese, che spiega meglio di altri che le cose non vanno proprio. Eurostat ha pubblicato proprio ieri ieri i dati che riguardano la diffusione di internet in Europa. Siamo al terz’ultimo posto. Dopo di noi ci sono soltanto Romania e Bulgaria. Il dato già così è sconcertante, ma c’è di più, dal 2007 a 2008 abbiamo perso un punto di percentuale: ovvero nel 2007 accedevano alla rete il 43 per cento degli italiani, mentre nel 2008 accedono il 42 per cento. È un calo unico, che non si ritrova i nessun paese d’Europa. Per intenderci: l'Olanda è al 86 per cento, Norvegia e Svezia all’84, Danimarca 82 per cento, Lussembeurgo 80 per cento, Germania 75 per cento, Regno Unito 71 per cento. Con una media europea del 60 per cento. Tutti i paese europei, compresa Bulgaria e Romania sono comunque in crescita. Noi no.
Questo dato sembra piccolo e non lo è, ed è un segnale sul perché siamo un paese in declino. L’utilizzo di Internet, come accesso a informazioni, come miglioramento della qualità della vita attraverso l’informatizzazione dei gesti quotidiani, è un fatto ormai acquisito. Non utilizzare la rete è per certi versi una nuova forma di analfabetismo. E soprattutto avere solo il 31 per cento di famiglie che utilizzano la banda larga contro il 48 per cento della media europea è un altro dato sconfortante.I motivi sono vari. La miopia di non aver incoraggiato la banda larga, e questo vale per tutti i governi degli ultimi dieci anni, le tariffe di internet ancora troppo alte, più alte di quelle degli altri paesi europei. La scuola che sulla tecnologia e sull’uso della rete ha fatto soltanto piccoli passi, e poco efficaci.Ma soprattutto siamo un paese culturalmente vecchio, che ha meno curiosità verso il mondo, che non sente il bisogno di confrontarsi, che non ha nessuna voglia di andarsi a cercare informazioni, di leggere, di usufruire di una posta immediata ed efficace. Di navigare e trovare nuove cose. Siamo un paese ignorante e diffidente, dove la rete non viene considerata una ovvia opportunità, oltre che una comidità, ma viene vista come un surrogato della vita, un modo per perdere tempo. E c’è un secondo aspetto che spiega bene cosa siamo diventati. Siamo il primo paese in Europa per diffusione di telefoni cellulari. E gli ultimi per diffusione di internet. Non informazione e qualità. Ma chiacchiera con il cellulare attaccato all’orecchio, e poca voglia di informarsi e capire cosa avviene nel mondo. Peggio di così…
Roberto Cotroneo, L’Unità.it 3-12-2008
UNDICIETRENTA, QUANDO UN PAESE È IN DECLINO
C’è un piccolo dato, nel nostro paese, che spiega meglio di altri che le cose non vanno proprio. Eurostat ha pubblicato proprio ieri ieri i dati che riguardano la diffusione di internet in Europa. Siamo al terz’ultimo posto. Dopo di noi ci sono soltanto Romania e Bulgaria. Il dato già così è sconcertante, ma c’è di più, dal 2007 a 2008 abbiamo perso un punto di percentuale: ovvero nel 2007 accedevano alla rete il 43 per cento degli italiani, mentre nel 2008 accedono il 42 per cento. È un calo unico, che non si ritrova i nessun paese d’Europa. Per intenderci: l'Olanda è al 86 per cento, Norvegia e Svezia all’84, Danimarca 82 per cento, Lussembeurgo 80 per cento, Germania 75 per cento, Regno Unito 71 per cento. Con una media europea del 60 per cento. Tutti i paese europei, compresa Bulgaria e Romania sono comunque in crescita. Noi no.
Questo dato sembra piccolo e non lo è, ed è un segnale sul perché siamo un paese in declino. L’utilizzo di Internet, come accesso a informazioni, come miglioramento della qualità della vita attraverso l’informatizzazione dei gesti quotidiani, è un fatto ormai acquisito. Non utilizzare la rete è per certi versi una nuova forma di analfabetismo. E soprattutto avere solo il 31 per cento di famiglie che utilizzano la banda larga contro il 48 per cento della media europea è un altro dato sconfortante.I motivi sono vari. La miopia di non aver incoraggiato la banda larga, e questo vale per tutti i governi degli ultimi dieci anni, le tariffe di internet ancora troppo alte, più alte di quelle degli altri paesi europei. La scuola che sulla tecnologia e sull’uso della rete ha fatto soltanto piccoli passi, e poco efficaci.Ma soprattutto siamo un paese culturalmente vecchio, che ha meno curiosità verso il mondo, che non sente il bisogno di confrontarsi, che non ha nessuna voglia di andarsi a cercare informazioni, di leggere, di usufruire di una posta immediata ed efficace. Di navigare e trovare nuove cose. Siamo un paese ignorante e diffidente, dove la rete non viene considerata una ovvia opportunità, oltre che una comidità, ma viene vista come un surrogato della vita, un modo per perdere tempo. E c’è un secondo aspetto che spiega bene cosa siamo diventati. Siamo il primo paese in Europa per diffusione di telefoni cellulari. E gli ultimi per diffusione di internet. Non informazione e qualità. Ma chiacchiera con il cellulare attaccato all’orecchio, e poca voglia di informarsi e capire cosa avviene nel mondo. Peggio di così…
Roberto Cotroneo, L’Unità.it 3-12-2008
AS
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