m.
mercoledì 15 dicembre 2010
ROMA, 14 dicembre 2010
Dinanzi alle immagini della dimostrazione tenutasi ieri a Roma, è difficile non andare con il pensiero alle dinamiche del G8 di Genova nel 2001....
Lasciamo la parola alla Rete Universitaria Nazionale:
“I responsabili delle violenze hanno compiuto un atto gravissimo che condanniamo con fermezza: sono dei facinorosi che nulla hanno a che fare con la protesta di questi mesi” (...) la solidarietà agli agenti di sicurezza aggrediti e feriti e ai tanti studenti che hanno difeso le proprie istanze, in maniera pacifica e non violenta”.
Non manca la critica a Maroni: “i black block erano visibili e ben riconoscibili, con i loro carrelli pieni di armi contundenti e bombe carta. E’ gravissimo che a centri sociali e professionisti degli scontri di piazza sia stato concesso di attuare violenze premeditate, mettere a rischio le vittorie di questi mesi del movimento e l’incolumità fisica di tanti studenti, veri, che erano in piazza. Non strumentalizzate gli studenti”.
m.
lunedì 13 dicembre 2010
martedì 14 dicembre · 17.00 - 20.00
Torino Piazza Castello, manifestazione organizzata da La Fabbrica di Torino
m.
Eco: «Sono nato sotto il fascismo. Non voglio morire sotto Berlusconi»
''Sono nato sotto il fascismo. Desidererei tanto non dover morire sotto Berlusconi'': e' quanto si augura Umberto Eco in un'intervista pubblicata oggi dalla stampa tedesca. ''Di questo sono sicuro - sottolinea lo scrittore -. Non sono felice della situazione in Italia e non si tratta piu' tanto di me stesso, per questo sono troppo vecchio. Ma dei miei figli e dei miei nipoti, per i quali desidererei qualcos'altro''.
Nell'intervista, pubblicata dai quotidiani Berliner Zeitung e Frankfurter Rundschau, Eco paragona il presidente del Consiglio a Napoleone III e commenta che, anche se Berlusconi ''morisse domani'', il ''sistema Berlusconi'' continuerebbe ad avere un ''influsso fuori dai confini dell'Italia''.
marisa
''Sono nato sotto il fascismo. Desidererei tanto non dover morire sotto Berlusconi'': e' quanto si augura Umberto Eco in un'intervista pubblicata oggi dalla stampa tedesca. ''Di questo sono sicuro - sottolinea lo scrittore -. Non sono felice della situazione in Italia e non si tratta piu' tanto di me stesso, per questo sono troppo vecchio. Ma dei miei figli e dei miei nipoti, per i quali desidererei qualcos'altro''.
Nell'intervista, pubblicata dai quotidiani Berliner Zeitung e Frankfurter Rundschau, Eco paragona il presidente del Consiglio a Napoleone III e commenta che, anche se Berlusconi ''morisse domani'', il ''sistema Berlusconi'' continuerebbe ad avere un ''influsso fuori dai confini dell'Italia''.
marisa
Da: UNITA’ , lunedì 13 dicembre 2010
Roma blindata, la Questura non autorizza cortei
Centro di Roma con “zona rossa” blindata a cortei, studenti e manifestanti d'ogni ordine e grado con una strategia che ricorda il drammatico G8 del 2001 a Genova. Al momento la Questura non autorizza dimostrazioni. In concomitanza con la fiducia alla Camera studenti delle superiori e universitari hanno già promesso cortei per provare ad arrivare fino a Montecitorio e contestare la riforma Gelmini.
Ma nella capitale arriveranno anche cittadini da l'Aquila ancora in macerie, campani devastati dalla monnezza per le strade, ci sarà il popolo Viola, ci saranno precari dello spettacolo. Ma la Questura alza paletti e mette divieti d'ingresso.
Ai parlamentari viene suggerito di arrivare presto a Palazzo Madama e a Montecitorio. Eppure dissentire, senza violenza certamente, è una delle colonne della democrazia.
I CORTEI DEGLI STUDENTI Gli studenti sono determinatissimi alla protesta. Se passa la fiducia infatti passa anche la contro-riforma firmata da Mariastella Gelmini. Il coordinamento principale di studenti medi e universitari sarà alle 10.30 al Colosseo. Vari i cortei che dovranno confluire ai Fori Imperiali: quello principale partirà alle 9.30 alla Sapienza in piazzale Aldo Moro. La parola d'ordine: “Uniti contro la crisi”. Altri assembramenti saranno sparsi per tutta la città. Ad esempio a Ostiense e a piazza della Repubblica.
POPOLO VIOLA: NON CI HANNO AUTORIZZATO Il movimento del Popolo Viola, che ha visto oscurata la sua pagina Facebook, pensava di mandare una rappresentanza davanti alla Camera e ritrovarsi in piazza Santissimi Apostoli (è vicina a piazza Venezia), invece l'autorizzazione non è arrivata. Ma loro ci saranno.
I PRECARI DELLO SPETTACOLO E DELLA CONOSCENZA A irrobustire la protesta arriveranno i lavoratori precari dello spettacolo dal vivo, ricercatori con il bollino di scadenza già impresso e altri che lo avranno grazie al ministro Gelmini. Il movimento 0.3 (sito blog.spot.com) aderisce con la Rete 29 aprile, formato da ricercatori e, appunto, i “precari della conoscenza”.
marisa
Roma blindata, la Questura non autorizza cortei
Centro di Roma con “zona rossa” blindata a cortei, studenti e manifestanti d'ogni ordine e grado con una strategia che ricorda il drammatico G8 del 2001 a Genova. Al momento la Questura non autorizza dimostrazioni. In concomitanza con la fiducia alla Camera studenti delle superiori e universitari hanno già promesso cortei per provare ad arrivare fino a Montecitorio e contestare la riforma Gelmini.
Ma nella capitale arriveranno anche cittadini da l'Aquila ancora in macerie, campani devastati dalla monnezza per le strade, ci sarà il popolo Viola, ci saranno precari dello spettacolo. Ma la Questura alza paletti e mette divieti d'ingresso.
Ai parlamentari viene suggerito di arrivare presto a Palazzo Madama e a Montecitorio. Eppure dissentire, senza violenza certamente, è una delle colonne della democrazia.
I CORTEI DEGLI STUDENTI Gli studenti sono determinatissimi alla protesta. Se passa la fiducia infatti passa anche la contro-riforma firmata da Mariastella Gelmini. Il coordinamento principale di studenti medi e universitari sarà alle 10.30 al Colosseo. Vari i cortei che dovranno confluire ai Fori Imperiali: quello principale partirà alle 9.30 alla Sapienza in piazzale Aldo Moro. La parola d'ordine: “Uniti contro la crisi”. Altri assembramenti saranno sparsi per tutta la città. Ad esempio a Ostiense e a piazza della Repubblica.
POPOLO VIOLA: NON CI HANNO AUTORIZZATO Il movimento del Popolo Viola, che ha visto oscurata la sua pagina Facebook, pensava di mandare una rappresentanza davanti alla Camera e ritrovarsi in piazza Santissimi Apostoli (è vicina a piazza Venezia), invece l'autorizzazione non è arrivata. Ma loro ci saranno.
I PRECARI DELLO SPETTACOLO E DELLA CONOSCENZA A irrobustire la protesta arriveranno i lavoratori precari dello spettacolo dal vivo, ricercatori con il bollino di scadenza già impresso e altri che lo avranno grazie al ministro Gelmini. Il movimento 0.3 (sito blog.spot.com) aderisce con la Rete 29 aprile, formato da ricercatori e, appunto, i “precari della conoscenza”.
marisa
giovedì 9 dicembre 2010
Da: LASTAMPA.IT
cronaca
09/12/2010
Bruino, niente fondi alla scuola - I genitori avviano una class action
E' la prima iniziativa legale simile in Italia: "Il ministero deve rimborsarci 133mila euro"
Parte da Torino la prima «class action» a livello nazionale sui mancati finanziamenti alla scuola. L’iniziativa collettiva, presentata oggi, è organizzata dalla Flc-Cgil di Torino e dal Comitato Sos scuole Bruino, piccolo centro alle porte di Torino. Sarà inoltrata domani al Miur.
La ragione dell’azione si basa sull’assunto che, se il ministero non avesse tagliato i fondi, i genitori dei 700 studenti di Bruino (Torino) non sarebbero stati costretti a pagare per il normale funzionamento della scuola. Il Comune ha infatti richiesto per ogni alunno una quota di 25 euro lo scorso anno e di 50 euro per l’anno scolastico in corso al fine di coprire le spese ordinarie: 1.300 euro per carta igienica e sapone, 1.600 euro per la carta, 3.000 euro per toner e cartucce delle stampanti e 6.000 euro per i costi dell’assicurazione degli studenti.La cifra su cui si basa l’iniziativa legale ammonta a 133.000 euro, pari al 30% del bilancio complessivo degli istituti, cioè la spesa che le famiglie hanno dovuto sostenere a partire dal 2006 per i finanziamenti ordinari necessari al funzionamento delle strutture scolastiche.
«L’iniziativa - ha spiegato Igor Piotto, segretario generale Flc-Cgil Torino - non ha carattere risarcitorio, ma è finalizzata al corretto funzionamento dell’amministrazione. I fondi sono stati stanziati dal ministero - ha proseguito - ma sono confluiti nel capitolo ’residui attivì, una voce di bilancio che li rende disponibili solo virtualmente. L’obiettivo - ha concluso - è di aprire una breccia nel sistema e di estendere iniziative simili a livello nazionale». «La Flc-Cgil - ha confermato Annamaria Santoro della segreteria nazionale - sostiene iniziative come questa e si propone di presentarne altre nel prossimo futuro».
Per garantire il servizio scolastico, il Comune di Bruino intanto ha anticipato i fondi per le spese non differibili, ma ha chiesto il contributo ai genitori: «Il problema - ha sottolineato Andrea Appiano, sindaco di Bruino - è che da quest’anno siamo stati costretti ad aumentare la richiesta alle famiglie e, di questo passo, l’anno prossimo dovremo incrementarla ulteriormente».L’iter legale della class action prevede domani la presentazione dell’iniziativa al Miur. Se non ci saranno riscontri entro 90 giorni, il documento sarà proposto, sotto forma di ricorso, al Tar del Piemonte.
marisa
cronaca
09/12/2010
Bruino, niente fondi alla scuola - I genitori avviano una class action
E' la prima iniziativa legale simile in Italia: "Il ministero deve rimborsarci 133mila euro"
Parte da Torino la prima «class action» a livello nazionale sui mancati finanziamenti alla scuola. L’iniziativa collettiva, presentata oggi, è organizzata dalla Flc-Cgil di Torino e dal Comitato Sos scuole Bruino, piccolo centro alle porte di Torino. Sarà inoltrata domani al Miur.
La ragione dell’azione si basa sull’assunto che, se il ministero non avesse tagliato i fondi, i genitori dei 700 studenti di Bruino (Torino) non sarebbero stati costretti a pagare per il normale funzionamento della scuola. Il Comune ha infatti richiesto per ogni alunno una quota di 25 euro lo scorso anno e di 50 euro per l’anno scolastico in corso al fine di coprire le spese ordinarie: 1.300 euro per carta igienica e sapone, 1.600 euro per la carta, 3.000 euro per toner e cartucce delle stampanti e 6.000 euro per i costi dell’assicurazione degli studenti.La cifra su cui si basa l’iniziativa legale ammonta a 133.000 euro, pari al 30% del bilancio complessivo degli istituti, cioè la spesa che le famiglie hanno dovuto sostenere a partire dal 2006 per i finanziamenti ordinari necessari al funzionamento delle strutture scolastiche.
«L’iniziativa - ha spiegato Igor Piotto, segretario generale Flc-Cgil Torino - non ha carattere risarcitorio, ma è finalizzata al corretto funzionamento dell’amministrazione. I fondi sono stati stanziati dal ministero - ha proseguito - ma sono confluiti nel capitolo ’residui attivì, una voce di bilancio che li rende disponibili solo virtualmente. L’obiettivo - ha concluso - è di aprire una breccia nel sistema e di estendere iniziative simili a livello nazionale». «La Flc-Cgil - ha confermato Annamaria Santoro della segreteria nazionale - sostiene iniziative come questa e si propone di presentarne altre nel prossimo futuro».
Per garantire il servizio scolastico, il Comune di Bruino intanto ha anticipato i fondi per le spese non differibili, ma ha chiesto il contributo ai genitori: «Il problema - ha sottolineato Andrea Appiano, sindaco di Bruino - è che da quest’anno siamo stati costretti ad aumentare la richiesta alle famiglie e, di questo passo, l’anno prossimo dovremo incrementarla ulteriormente».L’iter legale della class action prevede domani la presentazione dell’iniziativa al Miur. Se non ci saranno riscontri entro 90 giorni, il documento sarà proposto, sotto forma di ricorso, al Tar del Piemonte.
marisa
martedì 7 dicembre 2010
Da: Repubblica, 7 dicembre 2010
Scala, incidenti e proteste nel giorno della "Valchiria"
In scena la "Valchiria" con la direzione di Barenboim. Clima tesissimo in piazza
16.22
Situazione sotto controllo. Non sono più di un centinaio i giovani dei collettivi universitari e studenteschi che sono stati caricati da polizia e carabinieri che li hanno spinti a colpi di manganello in fondo a piazza della Scala. Le forze dell'ordine in assetto antisommossa e i giovani, molti dei quali indossano un cappellino da Babbo Natale, una decina quelli con i caschi, si fronteggiano proprio sotto Palazzo Marino ma la situazione, pur essendo molto tesa, è al momento sotto controllo. Un altro robusto cordone di poliziotti blocca l'ingresso e l'uscita, anche dei molti turisti, dalla Galleria Vittorio Emanuele. Gli incidenti hanno cambiato volto e clima alla manifestazione dei rappresentanti della cultura, del teatro e dei sindacati contro i tagli previsti dalla Finanziaria.
16.12
Feriti un poliziotto e un carabiniere. Il poliziotto è rimasto leggermente ferito alla testa ed è stato medicato sul posto da un'ambulanza, mentre il carabiniere è rimasto coinvolto nell'esplosione di una bomba carta e in questo momento è medicato dagli operatori del 118.
16.08 Moni Ovadia: "La cultura non è spreco"E' un Moni Ovadia "furibondo" quello arrivato in piazza della Scala per unirsi alla protesta dei lavoratori del teatro . "La cultura non è uno spreco - dice Ovadia - Per un euro investito in cultura ne ricadono tra i 4 e i 12 sul territorio".
15.55
Incidenti in piazza. Tafferugli in piazza della Scala a Milano in occasione della prima della Valchiria tra studenti e Forze dell'ordine. Circa 50 manifestanti stanno protestando contro la riforma Gelmini e hanno sfondato le transenne poste a protezione a lato della piazza. I carabinieri in tenuta antisommossa li hanno respinti usando gli scudi e qualche manganellata.
15.45 Fischietti, trombette e vuvuzela. Studenti e lavoratori della cultura stanno protestando rumorosamente davanti al Teatro alla Scala. Circa 200 fra studenti e dipendenti dei settori legati alla cultura stanno protestando attorno alle transenne poste da carabinieri e polizia attorno alla piazza. I manifestanti stanno scandendo slogan contro i tagli alla cultura.
Scala, incidenti e proteste nel giorno della "Valchiria"
In scena la "Valchiria" con la direzione di Barenboim. Clima tesissimo in piazza
16.22
Situazione sotto controllo. Non sono più di un centinaio i giovani dei collettivi universitari e studenteschi che sono stati caricati da polizia e carabinieri che li hanno spinti a colpi di manganello in fondo a piazza della Scala. Le forze dell'ordine in assetto antisommossa e i giovani, molti dei quali indossano un cappellino da Babbo Natale, una decina quelli con i caschi, si fronteggiano proprio sotto Palazzo Marino ma la situazione, pur essendo molto tesa, è al momento sotto controllo. Un altro robusto cordone di poliziotti blocca l'ingresso e l'uscita, anche dei molti turisti, dalla Galleria Vittorio Emanuele. Gli incidenti hanno cambiato volto e clima alla manifestazione dei rappresentanti della cultura, del teatro e dei sindacati contro i tagli previsti dalla Finanziaria.
16.12
Feriti un poliziotto e un carabiniere. Il poliziotto è rimasto leggermente ferito alla testa ed è stato medicato sul posto da un'ambulanza, mentre il carabiniere è rimasto coinvolto nell'esplosione di una bomba carta e in questo momento è medicato dagli operatori del 118.
16.08 Moni Ovadia: "La cultura non è spreco"E' un Moni Ovadia "furibondo" quello arrivato in piazza della Scala per unirsi alla protesta dei lavoratori del teatro . "La cultura non è uno spreco - dice Ovadia - Per un euro investito in cultura ne ricadono tra i 4 e i 12 sul territorio".
15.55
Incidenti in piazza. Tafferugli in piazza della Scala a Milano in occasione della prima della Valchiria tra studenti e Forze dell'ordine. Circa 50 manifestanti stanno protestando contro la riforma Gelmini e hanno sfondato le transenne poste a protezione a lato della piazza. I carabinieri in tenuta antisommossa li hanno respinti usando gli scudi e qualche manganellata.
15.45 Fischietti, trombette e vuvuzela. Studenti e lavoratori della cultura stanno protestando rumorosamente davanti al Teatro alla Scala. Circa 200 fra studenti e dipendenti dei settori legati alla cultura stanno protestando attorno alle transenne poste da carabinieri e polizia attorno alla piazza. I manifestanti stanno scandendo slogan contro i tagli alla cultura.
m.
NAPOLI (7 dicembre) - Decine di sveglie fatte suonare lungo un corteo a Napoli organizzato da un gruppo di operatori culturali di Napoli per «destare dal letargo culturale e civile i cittadini e reagire ai tagli ed alle riforme proposte dal governo».
È questa l'iniziativa promossa da "Quelli di San Crispino", un'associazione alla quale aderiscono artisti ed operatori di cultura affiancati oggi anche da una rappresentanza di studenti.I manifestanti, molti dei quali vestiti di nero e con il volto truccato di bianco, hanno raggiunto da piazza del Gesù piazza del Plebiscito scandendo slogan a favore della cultura ed esortando la gente a partecipare ad altre iniziative in attesa del voto di fiducia previsto per il 14 dicembre alle Camere.
M.
È questa l'iniziativa promossa da "Quelli di San Crispino", un'associazione alla quale aderiscono artisti ed operatori di cultura affiancati oggi anche da una rappresentanza di studenti.I manifestanti, molti dei quali vestiti di nero e con il volto truccato di bianco, hanno raggiunto da piazza del Gesù piazza del Plebiscito scandendo slogan a favore della cultura ed esortando la gente a partecipare ad altre iniziative in attesa del voto di fiducia previsto per il 14 dicembre alle Camere.
M.
THYSSEN: 3 ANNI DOPO
Elmetti gialli per non dimenticare che la sicurezza sul lavoro viene prima di tutto. A tre anni dalla terribile notte che sconvolse la città, sono comparsi sui monumenti torinesi più famosi: un'azione simbolica ideata dall'associazione Terra del Fuoco per ricordare che la tragedia costata la vita a sette operai può avvenire di nuovo. Ma anche un modo per annunciare la manifestazione di mercoledì 8 dicembre, quando un corteo «per il lavoro sicuro, tutelato e responsabile» sfilerà da piazza Statuto fino al centro di Torino. Nel cuore e nella mente la terribile agonia di quei giorni del dicembre 2007.
Da: IL FATTO QUOTIDIANO, 6 dicembre 2010
Scelte individuali
Di Roberta Covelli
Non dico che me l’aspettassi, ma è successo. Il primo scontro, nel vero senso della parola, con le forze dell’ordine mi ha procurato una frattura composta alla scapola.E non è uno scontro fortuito, ineluttabile necessità di preservare l’ordine, la causa. No. È l’univoca interpretazione del diritto dell’uomo con la divisa o con il distintivo che, di fronte all’emergenza di tutelare il rappresentante delle istituzioni o della casta dalle domande che potrebbero turbarlo, pensa sia legittimo spingere violentemente una ragazza contro una porta, trascurando, in un solo colpo, principi della fisica e della Costituzione.
(Per dovere di cronaca, il fatto è di lunedì 29 novembre 2010 a Milano, palazzo Clerici, e il casuale rappresentante delle istituzioni era Massimo D’Alema).
Non mi lamento. Il danno è relativamente circoscritto ad un paio di settimane di inattività. Ma che fare, allora, di fronte a questo avviso, non importa se dalla sorte o dal funzionario? Accettarlo come consiglio a farsi i fatti propri o ribellarsi all’idea che l’abusata ragion di Stato debba prevalere comunque sulla Legge? C’è qualcosa che non va in questo sistema, che tollera le debolezze interpretative di alcuni (ho scritto alcuni, ad uso di ministri e non, dediti all’indignazione ogni qualvolta si osi parlare di forze dell’ordine in tono meno che encomiabile) quando addirittura non giunge a premiarli.
Ho conosciuto Vincenzo, un italiano emigrato in Irlanda, per pochi giorni in Italia per girare un documentario su come si possa testimoniare l’impegno civile. Ha voluto intervistare anche me, chiedendomi espressamente che cosa pensassi del vecequestore di Brescia del quale, da YouTube, aveva colto le gesta.
Ecco, se qualcuno che vive all’estero trova importante formulare questa domanda, significa che altrove, in paesi che giudichiamo avanzati, un comportamento del genere non sarebbe ammesso e, nel caso capitasse, sarebbe punito. Invece pare che in Italia manifestare il proprio pensiero con un corteo, un volantino o una domanda sia giudicato sconveniente e che la prevedibile identificazione, quanto la fortuita manganellata, vogliano avvertire inequivocabilmente il cittadino sui pericoli reali della libertà di manifestare. E si colpiscono i più deboli, per far loro cambiare idea, o i più rappresentativi, per intimidire chi vorrebbe seguirli (…).E così l’espulsione dell’extracomunitario reo di reclamare un diritto o la repressione della cittadinanza defraudata della salute (Terzigno) o della ricostruzione (terremotati davanti a Montecitorio) si riassumono nell’abusato slogan sempre banalmente attuale del “colpirne uno per educarne cento”.
C’è un solo modo per rispondere all’arroganza del potere: non sottostare al ricatto, continuare ad esprimere senza inibizioni le proprie idee, nonostante tutto, come stanno facendo egregiamente gli studenti che hanno occupato i simboli della cultura o come continuano a fare coloro che hanno comunque a cuore le sorti del loro futuro e del nostro Paese, mettendo davvero in pratica le parole di Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. Con i fatti e con le scelte individuali, quali che siano le conseguenze, perché nulla è peggio di abituarsi allo schifo e diventarne complici.
marisa
Scelte individuali
Di Roberta Covelli
Non dico che me l’aspettassi, ma è successo. Il primo scontro, nel vero senso della parola, con le forze dell’ordine mi ha procurato una frattura composta alla scapola.E non è uno scontro fortuito, ineluttabile necessità di preservare l’ordine, la causa. No. È l’univoca interpretazione del diritto dell’uomo con la divisa o con il distintivo che, di fronte all’emergenza di tutelare il rappresentante delle istituzioni o della casta dalle domande che potrebbero turbarlo, pensa sia legittimo spingere violentemente una ragazza contro una porta, trascurando, in un solo colpo, principi della fisica e della Costituzione.
(Per dovere di cronaca, il fatto è di lunedì 29 novembre 2010 a Milano, palazzo Clerici, e il casuale rappresentante delle istituzioni era Massimo D’Alema).
Non mi lamento. Il danno è relativamente circoscritto ad un paio di settimane di inattività. Ma che fare, allora, di fronte a questo avviso, non importa se dalla sorte o dal funzionario? Accettarlo come consiglio a farsi i fatti propri o ribellarsi all’idea che l’abusata ragion di Stato debba prevalere comunque sulla Legge? C’è qualcosa che non va in questo sistema, che tollera le debolezze interpretative di alcuni (ho scritto alcuni, ad uso di ministri e non, dediti all’indignazione ogni qualvolta si osi parlare di forze dell’ordine in tono meno che encomiabile) quando addirittura non giunge a premiarli.
Ho conosciuto Vincenzo, un italiano emigrato in Irlanda, per pochi giorni in Italia per girare un documentario su come si possa testimoniare l’impegno civile. Ha voluto intervistare anche me, chiedendomi espressamente che cosa pensassi del vecequestore di Brescia del quale, da YouTube, aveva colto le gesta.
Ecco, se qualcuno che vive all’estero trova importante formulare questa domanda, significa che altrove, in paesi che giudichiamo avanzati, un comportamento del genere non sarebbe ammesso e, nel caso capitasse, sarebbe punito. Invece pare che in Italia manifestare il proprio pensiero con un corteo, un volantino o una domanda sia giudicato sconveniente e che la prevedibile identificazione, quanto la fortuita manganellata, vogliano avvertire inequivocabilmente il cittadino sui pericoli reali della libertà di manifestare. E si colpiscono i più deboli, per far loro cambiare idea, o i più rappresentativi, per intimidire chi vorrebbe seguirli (…).E così l’espulsione dell’extracomunitario reo di reclamare un diritto o la repressione della cittadinanza defraudata della salute (Terzigno) o della ricostruzione (terremotati davanti a Montecitorio) si riassumono nell’abusato slogan sempre banalmente attuale del “colpirne uno per educarne cento”.
C’è un solo modo per rispondere all’arroganza del potere: non sottostare al ricatto, continuare ad esprimere senza inibizioni le proprie idee, nonostante tutto, come stanno facendo egregiamente gli studenti che hanno occupato i simboli della cultura o come continuano a fare coloro che hanno comunque a cuore le sorti del loro futuro e del nostro Paese, mettendo davvero in pratica le parole di Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. Con i fatti e con le scelte individuali, quali che siano le conseguenze, perché nulla è peggio di abituarsi allo schifo e diventarne complici.
marisa
giovedì 2 dicembre 2010
Università, slitta il voto al Senato - In Aula dopo dibattito su fiducia
La decisione presa dalla conferenza dei capi gruppo. Forte l'opposizione delle minoranze contro l'ipotesi di calendarizzazione prima del 14 dicembre.
La decisione presa dalla conferenza dei capi gruppo. Forte l'opposizione delle minoranze contro l'ipotesi di calendarizzazione prima del 14 dicembre.
La reazione del ministro Gelmini. ''L'opposizione, per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l'università italiana. Senza l'approvazione rapida del ddl non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non saranno banditi nuovi concorsi'', è stato il commento del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini. ''Sono comunque fiduciosa: il 14 dicembre il governo Berlusconi incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l'anno. Il governo Berlusconi potrà dunque proseguire la sua opera riformatrice nell'interesse del Paese'', ha concluso.
marisa
marisa
Dopo le manifestazioni di questi giorni:
Genova, Questura chiede video e foto a giornalisti
"Si richiede, con cortese sollecitudine, una copia delle registrazioni video e dei servizi fotografici effettuati dai vostri operatori durante la manifestazione studentesca del 30 novembre scorso a Genova". Così, per la seconda volta in pochi giorni, la Questura chiede alle redazioni e ai singoli fotogiornalisti la trasmissione di video riprese e immagini realizzate durante le manifestazioni di piazza. A denunciare la vicenda sono Marcello Zinola, segretario della Associazione Ligure dei Giornalisti, e Attilio Lugli, Presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria.
marisa
Genova, Questura chiede video e foto a giornalisti
"Si richiede, con cortese sollecitudine, una copia delle registrazioni video e dei servizi fotografici effettuati dai vostri operatori durante la manifestazione studentesca del 30 novembre scorso a Genova". Così, per la seconda volta in pochi giorni, la Questura chiede alle redazioni e ai singoli fotogiornalisti la trasmissione di video riprese e immagini realizzate durante le manifestazioni di piazza. A denunciare la vicenda sono Marcello Zinola, segretario della Associazione Ligure dei Giornalisti, e Attilio Lugli, Presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria.
marisa
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