Da: REPUBBLICAweb, 27 gennaio 2011
Anche le scuole del Torinese rifiutano i premi della Gelmini
Torino era stata scelta come protagonista del progetto sulla valutazione dei docenti, che metteva in palio una mensilità extra per i più bravi. Ma dopo il "no" degli istituti cittadini è arrivato il diniego del resto della Provincia. E ora l'Usr cerca le 15 scuole anche nel resto della Regione.
Niente da fare: i docenti torinesi non vogliono essere valutati. A dire “no” alla sperimentazione voluta dal ministero dell’Istruzione sono state prima le scuole di Torino e poi quelle della Provincia. Per far partire il progetto occorrevano 15 scuole, ma ancora non si trovano. E ora l’Ufficio scolastico regionale ha deciso di estendere l’iniziativa a tutta la Regione. Tutto è iniziato a novembre, quando il ministero ha annunciato l’avvio della sperimentazione in quindici istituti di Torino e in altrettanti di Napoli.
Scuole materne, elementari, medie e superiori nelle quali far nascere una commissione mista (preside, docenti e genitori) che individuerà gli insegnanti più bravi in base a criteri come il curriculum, le attività extra, il gradimento di genitori e studenti. A ciascun "prof" meritevole il ministero darà in primavera una mezza mensilità in più. Ma a decidere se far aderire la propria scuola al progetto dovevano essere i collegi docenti. Che a Torino hanno detto un “no” quasi corale, con l’unica eccezione del liceo Segré. Così la scadenza, prevista per l’11 gennaio, è stata posticipata al 14 febbraio.
Ora però i volontari non si trovano. E il direttore generale dell’Usr, Francesco De Sanctis, ha deciso di inviare una circolare in cui annuncia che “il campione delle scuole partecipanti viene esteso a tutta la regione, recependo le richieste già pervenute da scuole di altre province e valorizzando in tal modo la ricchezza e la varietà delle esperienze piemontesi nel campo della valutazione e dell’autovalutazione”.
Una decisione che i Cobas, in una nota, definiscono “un’ulteriore truffa e forzatura da parte del ministero”. E rilanciano la loro azione di disturbo nei confronti della premialità ai docenti: “Invitiamo tutti i colleghi docenti a non aderire alla sperimentazione, a bocciare questo ennesimo tentativo di dividere gli insegnanti tra bravi e fannulloni”.
m.
Torino era stata scelta come protagonista del progetto sulla valutazione dei docenti, che metteva in palio una mensilità extra per i più bravi. Ma dopo il "no" degli istituti cittadini è arrivato il diniego del resto della Provincia. E ora l'Usr cerca le 15 scuole anche nel resto della Regione.
Niente da fare: i docenti torinesi non vogliono essere valutati. A dire “no” alla sperimentazione voluta dal ministero dell’Istruzione sono state prima le scuole di Torino e poi quelle della Provincia. Per far partire il progetto occorrevano 15 scuole, ma ancora non si trovano. E ora l’Ufficio scolastico regionale ha deciso di estendere l’iniziativa a tutta la Regione. Tutto è iniziato a novembre, quando il ministero ha annunciato l’avvio della sperimentazione in quindici istituti di Torino e in altrettanti di Napoli.
Scuole materne, elementari, medie e superiori nelle quali far nascere una commissione mista (preside, docenti e genitori) che individuerà gli insegnanti più bravi in base a criteri come il curriculum, le attività extra, il gradimento di genitori e studenti. A ciascun "prof" meritevole il ministero darà in primavera una mezza mensilità in più. Ma a decidere se far aderire la propria scuola al progetto dovevano essere i collegi docenti. Che a Torino hanno detto un “no” quasi corale, con l’unica eccezione del liceo Segré. Così la scadenza, prevista per l’11 gennaio, è stata posticipata al 14 febbraio.
Ora però i volontari non si trovano. E il direttore generale dell’Usr, Francesco De Sanctis, ha deciso di inviare una circolare in cui annuncia che “il campione delle scuole partecipanti viene esteso a tutta la regione, recependo le richieste già pervenute da scuole di altre province e valorizzando in tal modo la ricchezza e la varietà delle esperienze piemontesi nel campo della valutazione e dell’autovalutazione”.
Una decisione che i Cobas, in una nota, definiscono “un’ulteriore truffa e forzatura da parte del ministero”. E rilanciano la loro azione di disturbo nei confronti della premialità ai docenti: “Invitiamo tutti i colleghi docenti a non aderire alla sperimentazione, a bocciare questo ennesimo tentativo di dividere gli insegnanti tra bravi e fannulloni”.
m.
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