mercoledì 4 novembre 2009
Il laboratorio per stranieri della Pacchiotti Sclopis
Tra i tagli che ci hanno colpito, è stato tagliato il posto di italiano per stranieri, che nel nostro plesso sono il 60% alla Sclopis, l'8% alla Ricardi, e il 17% alla Carducci, maldistribuiti, ma questo dipende da una scelta dei genitori, a cui cerchiamo di porre rimedio. Del reso, è difficile essere d'accordo rispetto al 30% di tetto di stranieri posto dalla Gelmini, perché ognuno ha diritto ad andare a scuola vicino a casa, specialmente alle elementari. Si tratta comunque di un disagio grande: gli stranieri che non si sentono accuditi non hanno la possibilità di imparare adeguatamente la lingua veicolare per studiare, avranno sicuramente un atteggiamento peggiore, diverso, si sentiranno meno integrati, e questo si va a ripercuotere negli anni, anche nelle relazioni sociali e personali all’interno della classe. In più, il nostro laboratorio per stranieri funzionava dagli anni 70, eravamo stati pionieri in questo campo. Mi raccontava la collega Parlapiano, che se ne è occupata per tanti anni, che negli anni 70 venivano dalla Svezia a studiare l’organizzazione del laboratorio della Pacchiotti Sclopis, quindi è un patrimonio, anche didattico, un patrimonio di sussidi, di metodologie che così va sprecato. Il nostro problema principale, però, attualmente, è quello del fondo di funzionamento normale, perché non abbiamo più soldi. Le scuole stanno aspettando i fondi del 2009. Mancano 60.000 euro di anni precedenti che mai vedremo.
RIUNIONE DEL "Manifesto dei 500"
5 novembre 2009 - ore 20.45
Riunione del "Manifesto dei 500"
sala teatro scuola elementare Don Murialdo, via Casteldelfino 30 - TORINO
SIETE TUTTI INVITATI
Cari amici, la settimana scorsa si sono svolte due assemblee importanti alle quali ha parrtecipato il Manifesto dei 500. La prima, ad Acqui (Alessandira) ha visto la partecipazione di 95 insegnanti e genitori. La seconda, presso la scuola Pacchiottti di Torino, ne ha coinvolti 25. In tutte e due le occasioni sono emersi diversi punti e una condivisa esigenza di trovare iniziative concrete di fronte alla situazione grave in cui ci troviamo, e ancor di più di fronte alle prospettive (Legge Aprea e Brunetta, tagli del prossimo anno, questione programmi). Proprio alla luce di queste due assemblee, la riunione di giovedì 5 novembre diventa ancora più importante perché sarà l'occasione per dare una direzione concreta alle proposte e alle esigenze emerse. Il gruppo organizzativo del "Manifesto dei 500" sta lavorando appunto ad una proposta che sottoporremo all'assemblea per ril! anciare la mobilitazione. Vi aspettiamo dunque numerosi: se non lo avete già fatto, scaricate il volantino dal nostro sito e diffondetelo nelle scuole.
Appuntamento per tutti, giovedì sera, 5 novembre, ore 20.45, via Casteldelfino 30, Torino.
Lorenzo Varaldo, Manifesto dei 500
Studiare le date a scuola fa capire l’identità del Paese
Negli ultimi quarant'anni i pedagogisti hanno quasi distrutto le basi del pensiero razionale e i fondamenti della nostra civiltà. L'hanno fatto con una sola decisione: eliminando le date, togliendo dalle scuole l'obbligo di mettere i fatti in ordine cronologico. Ormai è normale sentirsi dire che Manzoni è vissuto nel 1500. Ma non c'e da meravigliarsi, perché nella scuola non si insegna più a porre gli accadimenti nel loro ordine temporale dicendo, per esempio, che Alessandro Magno è vissuto prima Cesare, questo prima di Carlo Magno e solo dopo viene Dante e, in seguito, Cristoforo Colombo.
Questa pedagogia è stata copiata dagli Stati Uniti, un Paese senza storia che cerca di annullare le radici storiche dei suoi abitanti per farne dei cittadini. Ma applicarla all'Italia, che è il prodotto di una stratificazione storica di 3000 anni e all'Europa che ha radici culturali greche, romane e giudaico-cristiane, vuol dire distruggerne l'identità. Al contrario di noi la civiltà Islamica e quella Cinese studiano accanitamente la propria storia per conoscersi e rafforzarsi.
Ma perdere la capacità di porre gli accadimenti in ordine cronologico vuol dire perdere anche la propria identità personale. Quando domandiamo a qualcuno «Chi sei?», ci racconta cosa ha fatto e sta facendo. Quando cerchiamo lavoro presentiamo il nostro curriculum. Quanto ci innamoriamo raccontiamo al nostro amato la nostra vita. Oggi c'e molta gente che non sa più mettere in ordine ciò che ha vissuto, e vede il proprio passato come un insieme caotico di accadimenti.
Il disordine del modo di pensare si riflette nella lingua. Nelle scuole non si insegnano più la grammatica, l'analisi logica e la «consecutio temporum». Diversi ragazzi non distinguono il passato prossimo da quello remoto, non capiscono la logica del congiuntivo e del condizionale e alcuni confondono addirittura il presente con il futuro. E' il disfacimento mentale, la demenza.
Caro ministro Gelmini, la prego, mi ascolti, mandi via tutti i pedagogisti di questa nefasta corrente; poi faccia fare un corso di storia con le date e uno di grammatica italiana a tutti gli insegnanti. Infine imponga ai presidi di mettere in ogni aula un grande poster orizzontale in cui sono segnati in ordine cronologico tutti gli episodi significativi della storia, in modo che i nostri ragazzi possano abituarsi alla loro successione temporale. Una stampella per il loro cervello.
Francesco Alberoni
02 novembre 2009
venerdì 30 ottobre 2009
COMITATO GENITORI PACCHIOTTI - DECISIONE RIUNIONE 29 OTTOBRE
chiede
chiede anche
ai rappresentanti dei genitori all’interno del Consiglio di Circolo
Approvato all’unanimità dei presenti.
Torino, 29 ottobre 2009
giovedì 29 ottobre 2009
Oggi 29/19/2009, assemblea del Comitato Genitori Pacchiotti
mercoledì 28 ottobre 2009
Che cosa sta succedendo alla scuola pubblica? Assemblea insegnanti genitori
Giovedì 5 novembre, ore 20.45
sala teatro sc. el. Don Murialdo, via Casteldelfino, 30
aggiunge ora questo affronto dello Stato” (una mamma)
✔ “Mio figlio frequenta una prima elementare. Per un anno mi sono sentito dire che ci sarebbe stato il Tempo Pieno o il maestro unico. Poi lo porto a scuola e scopro che ha 8 maestri alla settimana! Otto maestri per un bambino di 6 anni: sono indignato per le falsità che vengono dette dal governo” (un padre)
✔ “Quest'anno i tagli e i conseguenti intrecci degli orari ci portano a non avere una sola mattinata intera da dedicare all'insegnamento dell'italiano e della matematica. Come si può ancora garantire un livello decente in queste condizioni?” (un insegnante elementare)
✔ “Ci hanno raccontato che le famiglie avrebbero potuto “scegliere”, ma non ci hanno detto che avremmo dovuto pagare le nostre “scelte”, l'assistenza in mensa, i laboratori, i corsi di recupero” (un genitore della scuola media).
✔ “Quando mio figlio è arrivato in terza e ho aperto il sussidiario mi sono spaventata per la povertà dei contenuti, per il taglio dei programmi” (una mamma)
✔ “Due ore di italiano in meno alla settimana nella scuola media: ecco perché migliaia di insegnanti precari non hanno più il posto. Ora vogliono darci un “sussidio di disoccupazione”... Siamo all'assurdo: ci pagano per non farci lavorare invece di restituire le ore e i posti che sono necessari? (un'insegnante precaria)”
mercoledì 21 ottobre 2009
di Claudio Tucci
di Claudio Tucci
martedì 20 ottobre 2009
di Bianca Di Giovanni
Le autonomie scolastiche vantano crediti per un miliardo nei confronti dello Stato, che non provvede a trasferirli. Con quellasomma i vari istituti sparsi sul territorio fanno fronte alle spese quotidiane di gestione: anticipano le risorse, ma la copertura ancora non arriva. È solo l’ultima cifra del «salasso scuola » dell’era Gelmini-Tremonti. Una raffica di tagli, di ogni ordine e grado verrebbe da dire. Oltre al miliardo, denunciato dagli amministratori locali di Legautonomie in un recente convegno, L’ultima novità riguarda l’offerta formativa, quel «tesoretto» che le scuole utilizzano per sostenere formazione di personale, handicap, innovazione e alternanza scuola-lavoro. Già nel 2010 ci sarà un taglio di 40 milioni, che sarà seguito dalla stangata del biennio successivo. Alla fine della sforbiciata, quella «dote» sarà ridotta a un terzo: 99,5 milioni contro i 274 stanziati in origine. Ancora tagli, per un comparto che contribuisce alla manovra per circa tre miliardi nel triennio. Un taglio drastico, che arriva a toccare la pelle dei lavoratori.
L'Unità, 20 ottobre 2009
giovedì 8 ottobre 2009
Malascuola, i racconti dei lettori - Se tra i banchi vince la precarietà
Da Repubblica, 6 ottobre 2009
Malascuola, i racconti dei lettori
Se tra i banchi vince la precarietà
di GIULIA BELARDELLI
E' proseguito per tutto il giorno il rosario di testimonianze arrivate sulla situazione delle scuole pubbliche in Italia. Storie raccontate dai lettori dopo l'articolo di denuncia pubblicato da Repubblica. Sono per lo più genitori, ma anche insegnati, precari e non, stanchi di vedere ogni giorno "un Paese che sta rinunciando a educare i propri figli".
Strutture fatiscenti, banchi rotti, poche sedie, classi sovraffollate. E poi mancate supplenze, ore di "buco" che diventano giorni interi, settimane senza studiare inglese, matematica, informatica. La scuola come parcheggio, insomma, tenuta su da insegnanti che riescono ancora ad amare il proprio lavoro e da genitori che ormai non si stupiscono più dover mettere mano al portafogli per comparare risme di fogli, sapone, carta igienica, fazzoletti.
"Quando in classe sono state lette le norme igieniche anti-influenza, i ragazzi le hanno accolte con una fragorosa risata - si legge in un post - L'ordine é di lavare le mani più volte possibile; peccato che in bagno non ci sia sapone né carta igienica, perché non ci sono i soldi". I germi sulle maniglie delle porte? "Pericolo scampato - commenta ironicamente una lettrice - Nella scuola dove vanno i miei figli non ci sono le maniglie nei bagni; a volte non ci sono neanche le porte".
"L'Italia è considerata un paese ricco, eppure guardando i vostri istituti si direbbe il contrario": queste le parole di una mamma polacca. La figlia fa le elementari a Roma, in un "edificio vecchio e tutto da ristrutturare, mentre - aggiunge - nel mio Paese le scuole sono pulite e ordinate". Sono in molti, dalla Calabria al Veneto, a lamentare macchie di muffa sui soffitti, cornicioni pericolanti, cortili poco sicuri, mancanza di strutture (in primo luogo mense e palestre) e di apparecchiature (soprattutto computer).
C'é rabbia in molte testimonianze, come in quella di una signora di Guidonia. La figlia frequenta l'istituto turistico pisano, dall'anno scorso inagibile per metà struttura. "Ci hanno dato dei container - scrive - ma non sono completi: mancano lavagne, banchi e sedie. I ragazzi fanno solo 3 ore di lezione al giorno: il ministro Gelmini ha il dovere di occuparsi di queste situazioni".
Tra i tanti racconti di "Malascuola", c'é anche qualche voce fuori dal coro, che parla di istituti che funzionano, di classi numericamente giuste, di supplenze puntuali. Si tratta però di 2-3 casi su oltre un centinaio di testimonianze, concentrati in piccoli comuni alla provincia di Milano. Il resto sono una valanga di commenti negativi: "tutta colpa dei tagli - recita un post - e di un Paese che decide di non investire più sui suoi giovani". "La cosa più grave - commenta un altro lettore - é che si stia tentando di restringere l'istruzione ad una sola classe sociale (quella ricca e potente), perché il popolo ignorante fa comodo". "Mia figlia non ha mai avuto problemi nello studio - scrive una mamma romana - Da un po' di tempo si trova in un evidente disagio dovuto alla precarietà che respira quando va a scuola e in cui versano i suoi insegnanti". Una precarietà densa, materiale e psicologica: un'atmosfera pesante, soprattutto quando ad avvertirla sono bimbi e ragazzi sui banchi di scuola. Sempre che i banchi ci siano, ovvio.
Riunione del 5 ottobre del "Manifesto dei 500"
Cari amici, ieri, 5 ottobre, si è riunita l'assemblea del "Manifesto dei 500" di Torino. Erano presenti 40 insegnanti e genitori di molticircoli didattici e istituti comprensivi.
1) La discussione ha rilevato innanzitutto la gravissima situazioneche si sta verificando con l'applicazione dei provvedimenti Gelmini.Tutte le scuole presenti hanno raccontato situazioni incredibili che non possono che provocare l'indignazione di chi le ascolta.Tutti i partecipanti hanno anche sottolineato la situazione difficileche si è creata nelle scuole, di isolamento in cui vengono messi insegnanti e genitori, di non conoscenza da parte di moltissime familie di ciò che davvero succede.
Per questo l'assemblea ha deciso di:
- convocare per l'inizio di novembre una nuova assemblea generale,questa volta di sera, per permettere a più persone di intervenire,per informare su ciò che succede nelle scuole, portare alla luce lesituazioni veramente gravi che si moltiplicano e organizzarsi ad unlivello più avanzato;
- l'assemblea discuterà come prima azione concreta la realizzazione di un'iniziativa rivolta al prefetto di Torino, come rappresentante del governo, per denunciare la situazione e chiedereconto di quanto sta succedendo. Sarà solo l'inizio di una mobilitazione che va costruita e per farlo è necessario il contributo di tutti.
2) L'assemblea di ieri ha preso conoscenza con soddisfazione che il Presidente della Repubblica, Napolitano, ha risposto alla nostralettera In difesa della libertà di espressione (vedere il nostro sito). A seguito di questa risposta di Napolitano, che a nostro modo di vedere non affronta i problemi da noi sollevati, il "Manifesto dei500" ha scritto nuovamente al Presidente della Repubblica la lettera che trovate allegata.
3) L'assemblea di ieri ha infine registrato due iniziative: un Appello per la difesa dei Circoli Didattici che pubblicheremo nei prossimi giorni con l'elenco dei primi firmatari e la nuova Lettera al Ministro Gelmini del comitato organizzativo del "Manifesto per la riconquista dei programmi nazionali e la difesa della libertà diinsegnamento" con la quale si rilancia la campagna per essere ricevuti dal ministro stesso (lettera pubblicata sul nostro sito).
A tutti lanciamo il doppio appello: preparate con noi, fin d'ora,l'assemblea di inizio novembre, fate conoscere gli sviluppi della risposta del Presidente della Repubblica, continuate a raccogliere firme e a inviarcele.
Lorenzo Varaldo, Manifesto dei 500
mercoledì 7 ottobre 2009
Caos supplenti e classi ghetti, il manifesto, 1 ottobre 2009
Caos supplenti e classi ghetto
L’anno scolastico appena iniziato si preannuncia uno dei più avventurosi, per usare un eufemismo, degli ultimi decenni. Intanto giunge notizia che anche il tar, dopo il Consiglio di stato, dà ragione ai ricorsi ignorati dal ministero, che aveva messo dei limiti alle graduatorie per "blindare" i posti al nord. Ciò significa che le graduatorie dei precari saranno nel caos e nei prossimi mesi vi sarà un vero e proprio balletto di supplenti. Il Consiglio di stato, dando ragione a migliaia di supplenti che si sono rivolti alla giustizia amministrativa, ha infatti dichiarato illegittimo il provvedimento che ha creato le cosiddette "code" nelle graduatorie ad esaurimento. L'inserimento in graduatoria, quindi, deve avvenire "a pettine", cioè secondo il punteggio. Il che significherà rifare tutte le graduatorie a tempo di record. Insomma, il caos.
Ma c’è di peggio: il diffondersi un po’ in tutta Italia di "classi-ghetto". Prima dell’estate era stata la Lega Nord a paventare tale raccapricciante ipotesi, suscitando numerose polemiche nel mondo della scuola e uno stop preventivo anche da parte del governo. Ora, anche se non se ne parla più molto, le classi-ghetto arrivano, sembrerebbe, per necessità organizzative. Per esempio: a Brescia c’è una terza media riservata solo a ripetenti e a figli di immigrati che sono quindi considerati automaticamente come asini. Si tratta di 17 ragazzi, la III D di Capriolo, a una quarantina di chilometri da Brescia, creata ex novo per venire a capo dell'emergenza bocciature e per arginare il flusso degli alunni immigrati che arrivano in Franciacorta in ogni periodo dell'anno senza sapere una parola di italiano: una grana per gli insegnanti ma anche per gli studenti visto che, azzerati gli aiuti ministeriali per gli alunni stranieri, costringe a procedere a rilento con il programma anche gli alunni italiani e non bocciati. "Pontificare è un conto, calarsi nella realtà è un altro", si giustifica il preside, Antonio Bellino, ricordando che la decisione della III D è stata presa in accordo con il consiglio d'istituto. Stessa cosa alla scuola Grisandi di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia: è stata istituita una classe solo di alunni indiani. Ha protestato in un corteo il Coordinamento delegati immigrati Cgil di Reggio Emilia, insieme ai genitori dei bambini indiani che hanno issato cartelli con scritto: "Non volete i nostri bambini a scuola, perché volete le nostre braccia da lavoro?". Ma la Cgil scuola e gli altri sindacati della scuola, al momento, tacciono. E il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Luzzara difende la sua scelta di formare una classe di soli indiani, senza italiani, ammettendo di avere avuto pressioni dai genitori italiani dei bimbi luzzaresi, che non volevano mettere i loro figli in sezioni a maggioranza di stranieri, minacciando di andarli a scrivere a Reggiolo. Insomma, con l’arrivo dei tagli a personale e fondi della Gelmini inizia a uscir fuori non solo l’idea di una scuola inevitabilmente più razzista, ma anche un’idea alquanto bislacca di autonomia scolastica. Nele scuole-azienda, proiettate in una prospettiva sempre più forte di concorrenza, la presenza di scuole senza bambini stranieri sembra già utilizzata come criterio di merito e di preferenza fra le scuole pubbliche. Le mamme e i papà italiani stanno diventando improvvisamente razzisti? No, certo. Ma leggi come quelle della Gelmini lo fomentano, il razzismo: dat i tagli di fondi e personale, chiunque cerca di correre ai ripari, in una inevitabile lotta di tutti contro tutti per assicurare un futuro migliore ai propri figli. Il problema è politico, ancor prima che culturale. C’è infatti chi, anche nella sinistra e nel centrosinistra, non si sta accorgendo del punto fino al quale in questi anni si sta tentando di ridurre qualità e diritti degli alunni e dei genitori. E di come questo possa fomentare, se non il razzismo, quantomeno un'emorragia di voti dalla sinistra. E’ disarmante vedere come i sindacati della scuola e i partiti stessi di centrosinistra, legati a una politica sempre più del qui-e-ora che non sa più progettare, siano balbettanti e meno compresi della Lega. Se sinistra e centrosinistra non saranno in grado in questi anni di fare una battaglia forte e rigorosa per la salvaguardia e il rispetto dei diritti e dei servizi di tutti, italiani e non italiani, faranno inevitabilmente il gioco del centrodestra e, inevitabilmente, saranno destinati a perdere altri voti.
venerdì 2 ottobre 2009
Il dossier, la scuola de-formata
La scuola è appena cominciata è già cade a pezzi. Istruzione pubblica stravolta dai tagli, didattica frantumata e qualità scadente. E c'è di peggio: nell'era Gelmini gli alunni con disabilità restano ultimi. E' l'impietosa fotografia della Flc-Cgil con il dossier: "La scuola de-formata".
Tagli e studenti.
Una sforbiciata in tre anni di oltre 130mila posti tra personale docente e Ata (bidelli, personale di segreteria). Da subito un taglio di 42.104 insegnanti e 15.167 Ata. Il tutto mentre aumentano gli iscritti: 7milioni e 800mila gli studenti al 7 settembre 2009, quasi 8mila in più rispetto all'anno scorso.
Precari.
Oltre 18mila docenti e 7mila ausiliari, tecnici e amministrativi dopo anni di impegno nella scuola non avranno più un lavoro e uno stipendio. "Altro che i 12mila" conteggiati dalla Gelmini. La Lombardia ha perso 2.803 posti, le regioni del Sud hanno subito circa 12mila licenziamenti. "Emblematica la situazione di Napoli - sottolinea il sindacato - :lo scorso anno c'erano 401 posti di italiano alla scuola media. Quest'anno neanche uno". Per la Flc-Cgil il problema del precariato si risolve rimuovendo i tagli e ripristinando i posti mancanti. Quindi, rispetto del piano triennale di 180mila assunzioni in ruolo (150mila docenti e 30mila Ata) previsto dalle Finanziarie 2007-2008.
Edilizia scolastica
A tutt'oggi non c'è un piano programmato degli interventi. All'indomani della tragedia della scuola di Rivoli, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso ha stimato in circa 13mila miliardi le risorse necessarie per mettere a norma gli edifici scolastici. E' stato stornato dai fondi Fas (Fondo aree sottosviluppate) un miliardo, di cui 230 milioni - precisa il sindacato - sono stati assegnati alle città dell'Aquila devastate dal terremoto. Non solo. Le risorse previste nel bilancio del ministero per il 2009 sono pari a 77 milioni di euro "e non a 100 milioni di euro" come previsto nel piano triennale. "Non sappiamo che fine abbia fatto il contributo di 20 milioni di eruo derivante dai risparmi delle spese della politica così come le sorti dei 60 milioni di euro stanziati dalla Presidenza del Consiglio e destinate a 100 scuole del Molise".
Scuole senza fondi.
Il Miur ha un debito di circa 1 miliardo di euro nei confronti delle scuole. A tutt'oggi le scuole non hanno ricevuto neppure i 5mila euro annunciati dal ministro Gelmini il 4 agosto scorso. Nelle scuole mancano i soldi per pagare i supplenti e rimane il peso dei crediti pregressi (è il caso dei costi delle visite fiscali spostate a carico delle Asl solo da luglio). Il governo Prodi aveva prso l'impegno di definire un piano pluriennale di assegnazioni e trasferimenti agli istituti scolastici delle risorse necessarie. Il ministro Gelmini taglia soltanto e costringe i genitori a contribuire alle spese: dalla carta igenica e sapone all'uso di laboratori e fotocopie.
Integrazione e disabilità
Tantissime classi che accolgono alunni con disabilità sono state costitutite con 28-30 alunni. Confermata la dotazione organica di 90.469 posti per il sostegno a fronte di un aumento di alunni certificati di oltre 3mila. In Piemonte il numero di studenti è aumentato in modo significativo (+900): è stato assegnato lo stesso numero di docenti dello scorso anno e questo ha prodotto la diminuizione del numero di ore di sostegno assegnate a ciascun studente con disabilità. Dal Molise a Sondrio, da Catania a Varese sono tantissimi i casi clamorosi. Ma la Gelmini continua a tacere.
lunedì 28 settembre 2009
La riforma indifendibile
Riportiamo di seguito alcuni stralci dell'articolo e spieghiamo perché la "sua" riforma ci sembra, francamente, indifendibile.
Il ministro Gelmini si dice «assolutamente» convinta sulla scelta della introduzione del maestro unico. «Continuo a pensare che sia una scelta che ci allinea all’Europa, poiché il modulo della presenza di più insegnanti su un’unica classe era una anomalia tutta italiana; inoltre il bambino, nei primi anni della sua esperienza scolastica, ha bisogno di un unico punto di riferimento, di una guida. Questo concetto è compatibile con la figura dell’insegnante prevalente, che potrà essere affiancato dall`insegnate di religione o di lingua straniera».
Naturalmente queste considerazioni non valgono per i bambini che sono entrati in prima elementare quest'anno, e che in alcuni casi si trovano in classe fino a 7 o 8 insegnanti grazie alla riforma salvasoldi e tappabuchi del ministro Gelmini. Senza contare che l'assenza di compresenze impedirà alle insegnanti di portare i bambini sul territorio, ad esempio.
Sulla reintroduzione del voto in condotta, il ministro afferma: «Se c`è un principio che accompagna la riforma nel suo complesso è la volontà che a scuola si torni ad educare; noi vogliamo ribadire la funzione educativa della scuola. Anche il Santo Padre, 2 anni fa, aveva evocato l’emergenza educativa, e la necessità di interrogarsi sulla funzione fondamentale della scuola. A scuola - sottolinea - occorre mettere al centro lo studente, la sua persona, e questo significa attenzione alle singole discipline, all`apprendimento dei saperi, ma anche ai comportamenti».
La scuola è laica, e mi pare corretto che i riferimenti pedagocico-educativi lo siano altrettanto o possano perlomeno riferirsi a figure in cui tutti gli "utenti" possano identficarsi.
Oltre alla scuola, ad avere funzione educativa dovrebbe essere, in generale, l'intera vita pubblica, che è invece costellata di scandali che di educativo hanno ben poco.
«Le riforme nella scuola - ha poi continuato - hanno effetto nel medio periodo, ma certamente un ritorno alle serietà, al rigore, ma anche alla valutazione dei comportamenti, sono elementi positivi che le famiglie, anche come emerge da recenti sondaggi, vedono in maniera utile per la crescita dei propri figli e credo sia anche un atto dovuto, perché se non si impara a scuola la valenza della nostra Costituzione e come ci si comporta in una comunità, credo che poi da adulti sia difficile colmare queste lacune».
Personalmente più del rigore desidererei che ai miei figli a scuola venisse trasmessa cultura, senso civico, capacità di ragionare, capacità di convivere in una struttura sociale, rispetto. Ecco, rispetto è un termine che preferisco decisamente a rigore.
Tra le novità, per la prima volta, verrà segnalato al genitore con un sms quando l’alunno non sarà presente in classe.
Forse più dei metodi di controllo punitivi sarebbe auspicabile migliorare il senso di responsabilità dei ragazzi. Tra l'altro, non condivido la scelta di spendere i soldi pubblici in telecomunicazioni quando dobbiamo noi genitori portare la carta igienica a scuola perché non sono garantiti nemmeno i servizi basilari, da quanto la scuola è povera.
Il tema dell`immigrazione e, soprattutto, di come integrare nelle scuole gli studenti immigrati, è un tema molto delicato: «Ancora una volta, - ha detto Gelmini - si commette l’errore di affrontare il problema in termini ideologici.
Se non sbaglio la proposta delle classi ponte era della Lega?
È l’esperienza che ci suggerisce l’introduzione di un tetto del 30% perché quelle sono le condizioni ideali per trovare un equilibrio tra la presenza di studenti italiani e studenti immigrati e favorire, quindi, le condizioni dell’integrazione».«L’importante è trovare un equilibrio e il 30% è un punto di riferimento che, nei fatti, si è dimostrato ideale - ha sottolineato - per favorire una crescita e una didattica migliore all’interno della stessa classe. Non esiste integrazione se questi ragazzi non vengono messi nella condizione di conoscere la lingua italiana».
Nella nostra scuola i tagli previsti dalla riforma Gelmini hanno portato all'abolizione del laboratorio di italiano per stranieri che accompagnava nell'apprendimento della lingua italiana quanti hanno in famiglia una lingua diversa dall'italiano. Non cammuffiamo, per cortesia, i tagli alla scuola pubblica dietro a falsi piani pedagogici. Le considerazioni avrebbero dovuto, in quel caso, prendere le mosse da presupposti ben diversi. E questo lo può constatare chiunque abbia un figlio in una scuola pubblica e sia costretto a subire il primo di questo triennio di "rigore".
CV
venerdì 25 settembre 2009
MANIFESTO DELLE DOCENTI E DEI DOCENTI ITALIANI
MANIFESTO
DELLE DOCENTI E DEI DOCENTI ITALIANI
ALLA CITTADINANZA
Con preoccupazione ed allarme noi docenti intendiamo denunciare il pesante attacco in corso contro l’istruzione pubblica che avrà come inevitabile risultato quello di compromettere ancor di più il futuro delle nuove generazioni e dell’intera società italiana.
Preoccupazione ed allarme perché la Scuola Pubblica viene soffocata economicamente da anni di tagli ai finanziamenti, da parte di uno Stato che riduce le risorse alle scuole per il normale funzionamento e rifiuta di rimborsare i miliardi di euro di crediti maturati dalle scuole italiane negli anni scorsi.
Preoccupazione ed allarme perché la Scuola Pubblica viene smantellata con i tagli all’organico. Ridurre il numero dei docenti e delle docenti vuol dire produrre il sovraffollamento nelle classi, dequalificare la didattica, aumentando invece la condizione di precarietà lavorativa che incide negativamente sulla continuità e progettualità didattica.
Preoccupazione ed allarme, perché si fa sempre più concreto un progetto di incentivi e finanziamenti alla scuola privata, sottratti ad una scuola pubblica sempre più abbandonata a se stessa.
Respingiamo la persistente campagna denigratoria contro il corpo docente e contro la scuola pubblica.
Al contrario è evidente che essa, ormai da anni, resta ancora in piedi solo grazie all’impegno volontario di molti/e insegnanti e famiglie.
Accusiamo questa classe dirigente di scaricare sulla scuola pubblica la situazione di declino economico, sociale e culturale della società nella quale loro per primi ci hanno condotto; non è certo colpa delle/dei docenti e se questa società non riesce a garantire lavoro, mobilità sociale, utilizzo adeguato delle forze produttive, e se i lavori intellettualmente più qualificati sono resi precari o sottopagati obbligando migliaia di eccellenze ogni anno ad emigrare all’estero.
Accusiamo questa classe dirigente della responsabilità e degli effetti di trent’anni di videocrazia e di sospetta strategia di distrazione di massa, che si è tradotta per la cittadinanza in un allontanamento crescente dalle tematiche sociali, in disinformazione diffusa, in cancellazione della memoria recente, in superficialità delle conoscenze, in proposizione di modelli privi di qualsiasi spessore culturale. È chi lavora nella scuola che ha subito e subisce gli effetti di questo degrado e che continua ad essere lasciato sola/o nella difesa di una dimensione culturale della persona e della vita. Ci accusano di non insegnare ai/alle giovani la Storia moderna, ma chi l’ha pervicacemente ridimensionata o addirittura eliminata dai curricoli? Chi l’ha eliminata dai programmi della Scuola Primaria insieme alla Geografia europea e mondiale, e allo studio di Darwin in Scienze? Chi vuole introdurre il dialetto a scuola mentre toglie le/i docenti specialisti di inglese nella primaria e taglia i fondi per l’insegnamento di altre lingue straniere?
Accusiamo questa classe dirigente di disinformare la popolazione riguardo la scuola pubblica con continue bugie che vengono insistentemente sostenute dai Ministri: in particolare ricordiamo che la spesa statale per l’istruzione pubblica in Italia è tra le più basse dell’OCSE, che la scuola pubblica italiana gode del maggior consenso delle famiglie in Europa, che a fronte della scuola privata italiana, classificata tra le peggiori al mondo, i risultati in diversi ordini della Scuola Pubblica sono stati tra i migliori al mondo, nonostante questa classe dirigente abbia fatto del suo peggio per indebolirla. Non è vero nemmeno che le bocciature sono aumentate, anzi sono invece diminuite: i docenti si sono rifiutati di essere esecutori acritici degli orientamenti ministeriali.
NOI DOCENTI DA PARTE NOSTRA:
Ribadiamo con ancora più forza il nostro impegno a sviluppare nei/nelle giovani le capacità logiche, di ragionamento e approfondimento e a favorire un pensiero critico e scientifico, la creatività e l’immaginazione contro ogni omologazione, conformismo, pregiudizio, luogo comune, rifiutando di ridurre l’intelligenza ad un dato banale misurabile con test o quiz.
Ribadiamo la volontà di continuare la tradizione egualitaria della scuola pubblica italiana, favorendo lo spirito di cooperazione e di solidarietà e, come prescritto nella Costituzione, prestando particolare attenzione verso chi incontra più difficoltà, contro ogni apparente meritocrazia basata in realtà sulle crescenti disuguaglianze sociali.
Ribadiamo l’importanza della relazione professionale ed umana tra docenti e studenti, l’importanza di rafforzare le motivazioni allo studio ed alle conoscenze e di stimolare la curiosità culturale.
Ribadiamo l’importanza di contrastare la grave dispersione scolastica italiana e di dare a ciascun allievo/a la possibilità di sviluppare le proprie capacità, valutandone i progressi rispetto le condizioni di partenza.
Ci rifiutiamo infine di ridurre il ruolo docente a quello di semplice funzionario-controllore dei comportamenti giovanili e del consenso sociale, in un contesto che genera sempre più emarginazione e che non è più in grado di garantire un futuro professionale nemmeno ai/alle più meritevoli.
Meglio invece sarebbe se cominciassero a pagare gli ingenti debiti contratti con le scuole, stabilizzassero gli organici, destinassero più fondi alla Scuola Pubblica e più risorse per eliminare la dispersione scolastica, invece che dirottarli a Banchieri ed Industriali, a guerre ed armamenti.
manifestodocentitaliani@gmail.com
PERCHÉ UN MANIFESTO
Siamo a una nuova ripartenza, come dicono i commentatori sportivi.
Anche per il prossimo anno cercheremo di fare ciò che possiamo per combattere il colera.
Siamo attrezzati, lo siamo fin dai tempi della Moratti e anche da prima.
Questo però è un anno molto particolare: i risparmi sul sistema istruzione, il taglio degli organici, il peggioramento delle condizioni di vita per chi insegna e per chi impara, vanno a configurare un quadro di sfascio senza ritorno. Il tutto aggravato da una propaganda martellante del Governo contro i docenti che vengono additati come gli unici responsabili di tutti i malfunzionamenti del sistema di istruzione.
Alle giuste azioni di lotta e di opposizione insieme a genitori, studenti e società civile, crediamo si debba affiancare una iniziativa forte, sul piano delle idee, dei docenti della scuola italiana per "fare quadrato" intorno alla professione docente, affiancando alla denuncia delle responsabilità politiche, elementi qualificanti di impegno a proseguire nel mandato affidatoci dalla Costituzione.
Difendersi e contrattaccare chi vuol distruggere la scuola pubblica, scommettendo su una reazione d'orgoglio professionale.
Sottoscrizione e manifesto vogliono essere strumenti per riprendere il contatto diretto con tutti i docenti e provare a riflettere insieme su quali strade intraprendere per difendere la scuola di tutti e di tutte, per tutti e per tutte.
Vi chiediamo di gestirlo unitariamente, invitando a firmarlo online, stampandolo e affiggendolo dentro e fuori le scuole, facendolo circolare nelle classi, presentandolo ai media locali.
MANIFESTO DELLE DOCENTI E DEI DOCENTI ITALIANI
14/09/2009
Cerchiamo punti di raccolta per le firme
di Manifesto docenti italiani
Abbiamo bisogno del vostro aiuto per organizzare la raccolta delle firme regione per regione
Altre nuove, cattive nuove
Evviva la riforma Gelmini! Per fortuna che è migliorata la qualità della scuola.
CV
giovedì 24 settembre 2009
CONVOCAZIONE 5 OTTOBRE ore 17.30 SCUOLA ALERAMO
Cari genitori, cari insegnanti,
nei giorni scorsi abbiamo tutti sentito il ministro Gelmini dichiarare che “il Tempo Pieno è stato salvato e persino esteso” o che “il maestro unico sta eliminando il problema dell’avere troppe figure di riferimento”. Nell' “Atto di indirizzo” il ministro ha avuto il coraggio di scrivere che “un’attenzione particolare va riservata agli alunni con disabilità. La scuola è infatti chiamata ad attivare interventi personalizzati, che esigono specifiche competenze”.
Molti si saranno interrogati: perché allora migliaia di insegnanti e genitori manifestano?
Il motivo è purtroppo molto semplice e tanti lo hanno toccato con mano con il rientro a scuola:
i genitori degli alunni portatori di hc hanno scoperto con indignazione che i loro figli hanno meno ore di sostegno;
molte famiglie hanno scoperto di non avere il Tempo Pieno o l’orario prescelto;
molte altre hanno trovato, al posto di due insegnanti per classe, uno “spezzatino” di 7-8 e più insegnanti alla settimana, con i docenti impegnati a gestire un caos incredibile;
moltissimi genitori si sono trovati a pagare l'assistenza alla mensa e altre attività;
nella scuola elementare si sono cominciate ad eliminare le compresenze che servivano per le attività di recupero dei bambini con necessità;
nella scuola media sono state eliminate 2 ore di italiano alla settimana (da 9 a 7);
molti posti per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri sono stati aboliti, con conseguenti danni per questi alunni, ma anche per gli altri;
è diminuito il personale ATA, cosa che porta in molti casi all’assenza di sorveglianza e all'intasamento sempre più preoccupante del lavoro delle segreterie
In ogni scuola, in ogni classe c'è qualcuno colpito da questi provvedimenti
Tutto questo ha una sola ragione: il taglio di 42.000 posti di insegnanti e 15.000 di personale.
Solo in provincia di Torino sono stati tagliati 1.250 posti di insegnanti e 900 di personale.
Eppure, non è che l'inizio....
...il prossimo anno sono previsti altri 45.000 tagli di insegnanti e 25.000 di personale!
Il “Manifesto dei 500” è un’associazione di insegnanti e genitori che da 13 anni si batte in difesa della scuola pubblica. Lo sappiamo: la scuola ha molti problemi e andrebbe migliorata. Ma non è certo distruggendola e gettandola nel caos che si potrà migliorare.
Noi non accettiamo questa distruzione della scuola pubblica! In questi anni, grazie all'azione unita di insegnanti e genitori, siamo ancora riusciti a difendere una parte importante della scuola pubblica. Oggi, più che mai, c'è bisogno di unirsi di nuovo, confrontarsi e prendere iniziative concrete per fermare questi provvedimenti. Per questo vi invitiamo alla Assemblea generale insegnanti-genitori,
lunedì 5 ottobre, ore 17.30, sc. Aleramo, via Lemie 48
se siete toccati oggi, per ottenere ciò che è stato tolto
se oggi vi siete “salvati”, perché “prevenire è meglio che curare”
Contatti: www.manifesto500.altervista.org 340 2932826
Che cosa è cambiato in concreto? Ecco alcuni esempi
Questi sono tratti dalla Stampa del 23 settembre 2009, l'articolo è di Flavia Amabile.
1) Ieri un ragazzo dell’istituto alberghiero di Benevento si è sentito male. La mamma è andata a prenderlo. Entrando in aula si è trovata davanti a una scena che non si aspettava: i ragazzi erano in 39, costretti a dividersi in 3 un banco. Quello di Benevento non è un caso isolato: le classi con più di trenta alunni sono in tante scuole d’Italia visto che la Gelmini quest’anno ha aumentato ancora il limite massimo portandolo anche a 30 studenti nelle scuole superiori. Il problema è che cifre simili sono illegali dal punto di vista delle norme antincendio che prevedono massimo 25 alunni e di quelle igienico-sanitarie che stabiliscono una quadratura di 1,96 metri quadri a studente. Della questione si occuperanno i tribunali: il Codacons ha denunciato il ministro dell'Istruzione e i direttori degli uffici scolastici regionali a 104 procure per «interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza»
2) A dieci giorni dall’inizio dell’anno scolastico le associazioni di genitori di alunni disabili hanno perso le speranze di veder apparire gli insegnanti di sostegno che fino allo scorso anno si occupavano dei loro figli. I tagli hanno colpito anche loro, e così capita di tutto. Sette ragazzi con disabilità si sono trovati concentrati in una classe sola, seguiti da tre insegnanti di sostegno all’Istituto Professionale Francis Lombardi di Vercelli. Eppure i dati dicono che è stato rispettato il rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due studenti, come vuole la legge, ma è aumentato il numero di alunni nelle classi e poi esistono delle differenze tra Regione e Regione: il Lazio, ad esempio, ha il peggior rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili (uno ogni 2,4).
3) Cinquantamila bambini in più resteranno nelle classi anche di pomeriggio, ha annunciato, trionfante, il ministro quattro giorni prima dell’inizio della scuola. Le classi a tempo pieno passano da 34.317 a 36.508, con un aumento dell'8 per cento. I genitori, però, sono andati a scuola con i loro figli e da un po’ di giorni raccontano una realtà molto diversa. A Bologna il tempo pieno si fa, è vero, ma lo pagano i genitori, dai 150 ai 300 euro l’anno.
4) Sempre a Bologna, all’istituto Albertazzi, per garantire le lezioni fino al pomeriggio gli alunni hanno sei insegnanti diversi nell’arco della giornata. (alla faccia del maestro unico!!, n.d.r.)
5) A Vado Ligure, nell’Istituto Comprensivo, invece, hanno preferito far proprio finta di nulla: i genitori hanno presentato le richieste in segreteria ma di tempo pieno non c’è traccia.
6) Il ministero dell'Istruzione sta studiando gli aspetti tecnici per introdurre un limite del 30% di presenza di alunni stranieri in classe, ha confermato il ministro Gelmini. Nel frattempo si creano scuole per soli stranieri come la elementare Pisacane, nel quartiere multietnico di Tor Pignattara di Roma. Quest’anno sarà frequentata quasi esclusivamente da alunni stranieri, circa il 97% degli iscritti: su 180 bambini solo 6 sono italiani. Lo stesso a Milano dove alla scuola elementare Radice su 96 alunni 93 sono immigrati.
Questi, temo, saranno solo alcuni degli esempi che dovremo raccogliere nelle prossime settimane.
Scuola, perché non imitiamo il Giappone?
Tagli per 8 miliardi euro, per 132.000 posti di lavoro tra docenti e non docenti, per un numero indefinito di classi e, persino, di interi plessi in piccoli paesi. Ha ragione Dario Franceschini: quello avviato da Mariastella Gelmini non è un piano di riforma della scuola, è un tentativo di suicidio del paese. Un tentativo di suicidio lucido, organico, determinato. Che si accompagna a tagli altrettanto imponenti per l’università (1,5 miliardi di euro nei prossimi anni) e a una forte erosione degli investimenti in ricerca scientifica e sviluppo tecnologico. L’obiettivo sembra chiaro: l’Italia affronta la crisi economica congiunturale con una scelta strategica di lungo periodo: rinuncia, senza combattere, a entrare nella società e nell’economia della conoscenza. Rinuncia al futuro, appunto. Una strategia che è in netto contrasto con quella di altri paesi. Perché tutti gli altri paesi non nutrono dubbi.
Tutti gli altri paesi stanno affrontando la crisi non tagliando, ma incrementando fortemente gli investimenti pubblici in educazione e ricerca. La Svezia – il paese al mondo che investe di più nel «pacchetto conoscenza» – spenderà nei prossimi anni 1,5 miliardi di euro in più nell’università. Nuove risorse per l’alta educazione e la ricerca sono state decise da governi di destra e di sinistra in Danimarca, in Francia, in Spagna. Gli Stati Uniti di Obama hanno deciso di investire 80 miliardi di dollari nei prossimi due anni per la scuola pubblica (e 20 miliardi di dollari in più per la ricerca pubblica).Maè dal Giappone che viene l’indicazione più forte. Una indicazione programmatica cui dovrebbe prestare grande attenzione la sinistra di tutto il mondo, Italia compresa. Nei progetti di Yukio Hatoyama, primo ministro designato, e del partito democratico che ha vinto le elezioni nell’arcipelago nipponico la scuola è una priorità strategica. Il governo di Tokio dovrà tagliare le spese e Yukio Hatoyama ne è consapevole. Ma pur nelle ristrettezze di bilancio il leader del centrosinistra ha annunciato che aumenterà le risorse pubbliche per la scuola, conferendo l’equivalente di 2.400 euro ogni anno alla famiglia di ogni studente per l’intero corso di studi, dalle elementari alle superiori. È unprogetto concreto di rilancio del welfare state che in più contiene unmessaggio preciso per i ragazzi e i giovani giapponesi: istruitevi, perché il vostro futuro individuale e il futuro dell’intero paese è nella conoscenza. Perché in Italia il centrosinistra non oppone ai tagli di Mariastella Gelmini e di Giulio Tremonti una proposta analoga, magarimenoeconomicamente sostanziosa, ma altrettanto semplice e chiara: 1.000 euro ogni anno alla famiglia di ogni studente per l’intero corso di studi, dalle elementari al diploma di maturità.
mercoledì 23 settembre 2009
Gelmini: "Troppo tempo sui banchi l'orario scolastico va ridotto"
"Il piano dei tagli alla scuola del ministro Gelmini è pronto. Verrà presentato venerdì 16 settembre ai sindacati della scuola. Tempi duri per chi frequenta le scuole materne ed elementari. Per quella dell'infanzia l'orario verrà ridotto a 24 ore a settimana con una sola maestra.
Oggi le maestre sono due e assicurano 40 ore a settimana. In sostanza, tutti a casa a mezzogiorno e mezzo. Però con le maestre di ruolo in esubero potrà essere esteso il servizio. Stessa musica per le elementari con qualche variazione sullo spartito. Il principio base è: maestro unico e 24 ore a settimana. Ma se le famiglie lo richiedono alla scuola l'orario potrà essere prolungato a 27 o 30 ore, a condizione però che l'organico lo consenta. Peccato che il numero degli insegnanti venga stabilito sull'orario base, cioè 24 ore.
Nello "Schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione di concerto con il Ministero dell'Economia" c'è di tutto: considerazioni pedagogiche, tabelle, numeri, proiezioni. Il ministro Gelmini insiste: il maestro unico rafforza il rapporto educativo tra docente e alunno e tra maestro e famiglia. "Nell'arco tra i 6 ed i 10 anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento - si legge nel piano - con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto". C'è però qualcosa che non va: nel decreto approvato dal governo, il maestro unico è previsto solo nelle prime tre classi delle elementari."
Dopo l'autunno caldo del'anno scorso, molti hanno pensato che si fosse esagerato nell'insorgere contro i tagli previsti dal governo. Come se in realtà non si trattasse di una minaccia concreta. Un semplice confronto tra le parole di un anno fa e la situazione attuale permette di capire tre cose:
1) grazie all'enorme mobilitazione della società civile si è impedito che i bambini di materne ed elementari uscissero alle 12.30 da scuola;
2) il programma si è confermato non essere in alcun modo pedagogico ma unicamente finanziario, poiché all'inizio di quest'anno ci sono classi spezzatino, (e in questo senso sono penalizzati soprattutto i moduli) dove, alla faccia del maestro prevalente, si alternano fino a 8 insegnanti;
3) i 57 mila posti di lavoro tagliati sono un dato di fatto, e probabilmente ognuno di voi ne fa le spese nella propria scuola.
Se si considera che questo non è che il primo dei tre anni di pesanti tagli previsti per la scuola, si comprenderà che è necessario continuare a mobilitarsi in difesa della scuola pubblica.
CV
martedì 26 maggio 2009
Mercoledì 27 maggio 2009 - Presidio sotto il MIUR
I volantini sono sui siti del COOGEN e di Retescuole.
AS
giovedì 14 maggio 2009
22 maggio Manifestazione in Piazza Castello
Bisogna far sentire la nostra voce per chiedere che il Ministero faccia marcia indietro e dia a tutte le scuole l'organico necessario a un buon funzionamento.
Portiamo i bimbi, invitiamo le maestre e andiamo con pentole, coperchi, tamburelli e ogni cosa faccia sentire quanto non siamo disposti a mandare giù questi tagli mascherati da riforma
cm
15 maggio 2009 - Sostegno alla scuola primaria Gambaro
giovedì 7 maggio 2009
INCONTRO TRA COMITATO GENITORI E INSEGNANTI DEL CIRCOLO DIDATTICO PACCHIOTTI
Si è iniziato facendo il punto sulle iniziative portate avanti dal Comitato Genitori Pacchiotti costituitosi in dicembre 2008, prima fra tutte, la Campagna iscrizioni e conferma tempo scuola per il prossimo anno scolastico.
La Campagna, promossa in Piemonte dal Coogen (Coordinamento Genitori), è stata un successo: solo nella nostra regione sono state raccolte 40.000 firme, a conferma che il tempo pieno, come sinora organizzato, è un’esigenza irrinunciabile per la maggior parte delle famiglie.
Le firme raccolte sono state consegnate all’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma, ottenendo come risultato che il modello del Maestro Unico e delle 24 ore venisse per il momento ridimensionato.
Questi tagli colpiscono diversamente le singole Scuole.
Anno 2008- 2009
L’insegnante in meno è la specialista di Italiano per Stranieri.
Il Dirigente Scolastico ha anche evidenziato che per l’anno successivo 2010-11, essendo previsti nuovi tagli, la situazione potrebbe essere diversa e aggravarsi ulteriormente.
PROPRIO PER QUESTE RAGIONI, L’ATTENZIONE DI NOI GENITORI DEVE RIMANERE ALTA E DEVE PROSEGUIRE IL NOSTRO IMPEGNO A CONTRASTARE IL PROGRESSIVO IMPOVERIMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA PARTECIPANDO ALLE FUTURE INIZIATIVE PROMOSSE DAL COOGEN E DAL MANIFESTO DEI 500.
venerdì 24 aprile 2009
Perché bisogna continuare a crederci
E mai come questa volta di occasione si può parlare, perché quello che rischiava di essere un argomento dimenticato, accantonato, liquidato in realtà si rivela essere sempre di grandissima attualità.
Chi, come me, era stato ingoiato dalla vita quotidiana e dai soliti impegni che non si possono rimandare, rischiava di dimenticare il più grande impegno che in questi tempi ci aspetta, quello di salvare la scuola pubblica italiana.
Innanzitutto va detto che è grazie alle molte voci che nell’autunno caldo della scuola si sono levate se Gelmini & Co. non sono riusciti, in sordina, a fare fuori del tutto la scuola pubblica.
lunedì 2 marzo 2009
E adesso?
A questi link i primi risultati:
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-9/scrutini-condotta/scrutini-condotta.html
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-9/iscrizioni-primaria/iscrizioni-primaria.html
http://www.unita.it/news/82356/i_genitori_bocciano_la_gelmini_no_al_maestro_unico_e_ai_tagli
AS
giovedì 26 febbraio 2009
Su scuola e televisione, di Alessandro Baricco
AS
mercoledì 25 febbraio 2009
LA STORIA DEL TEMPO PIENO
Leggete la quarta puntata su Le voci dell'onda (qui a lato, in alto a destra).
AS
lunedì 9 febbraio 2009
SPORTELLO ORIENTAMENTO
Tanto più in un momento di caos e incertezze come questo.
Ecco perché, come Comitato Genitori del Circolo Pacchiotti, abbiamo deciso di attivare, in collaborazione con la Direzione Didattica, un servizio orientamento e sostegno alla scelta rivolto alle famiglie che devono iscrivere i figli alla 1° classe della scuola primaria per l’a.s. 2009/2010.
- lunedì 9 febbraio dalle 12.00 alle ore 13.30
AS
mercoledì 28 gennaio 2009
A che punto siamo????
Ci sono state le vacanze di natale, e tutti noi abbiamo voluto pensare che forse qualcuno al ministero avrebbe tenuto in conto le manifestazioni, le proteste, il disagio dei genitori dei bambini che vanno già a scuola e di quelli che ci andranno il prossimo anno.
Ma sembra che non sia così. Qual è la situazione oggi?
Dalla circolare che regola le iscrizioni per il prossimo anno (nr. 4 del 15 gennaio) e dai regolamenti attuativi delle leggi 133 e 169 si ribadisce che i soli modelli ufficiali di scuola sono le 24 e le 27 ore settimanali, mentre le 30 e le 40 sono previste, ma solo se «i servizi e la consistenza dell'organico lo permettono». I moduli di iscrizione poi non parlano di «scelta» di un orario da parte delle famiglie, chiedono solo di indicare delle priorità... Non è detto che alle scuole il ministero assegni gli insegnanti necessari per garantire questa priorità...
In sostanza sino a quando il Ministero, preso atto delle iscrizioni, non assegnerà gli insegnanti alle scuole, non sapremo che tipo di modello di scuola avranno i nostri figli.
Nella circolare è stata anche introdotta una bella novità, taciuta sino a ieri: tutte le classi saranno coinvolte da settembre 2009, non solo le prime. Dal prossimo anno vengono infatti abolite tutte le compresenze, anche nelle classi che adesso funzionano a tempo pieno.
Siamo tutti coinvolti dal caos della legge Gelmini.
Certo, per i bambini che già adesso frequentano la scuola, le 40 ore sono garantite.... Ma come?
Non ci stanchiamo di ricordare che ad oggi, le classi a Tempo Pieno hanno 2 insegnanti titolari che coprono 44 ore, mentre i bambini ne frequentano 40. Questo determina la «compresenza» dei due insegnanti per 4 ore alla settimana. (Su cosa questo significhi leggete le testimonianze pubblicate nella sezione le voci dell'onda di questo blog). Il governo ora sopprime queste 4 ore di compresenza e con esse la contitolarità dei due docenti, istituendo l'insegnante «prevalente». Questo fatto apre la strada al caos. In una classe, infatti, ci sarà un solo insegnante titolare per 22 ore (o 24), mentre il resto dell'orario potrebbe essere coperto alternando 3-4-5 e più docenti che, non avendo più una sola classe, ruoterebbero su più classi per completare il loro orario.
L'intreccio degli orari porterà al disorientamento dei bambini, alla fine delle attività di recupero che attualmente si fanno nelle ore di compresenza per permettere a tutti di raggiungere gli obiettivi dei programmi, al rallentamento dell'attività per tutti. Anche le attività di approfondimento, uscite scolastiche, musei, viaggi di istruzione, verranno meno.
Con la soppressione delle «compresenze», tutti i bambini potranno trovarsi orari «spezzatino» con 5-6-7 e più docenti che ruotano per coprire le ore.
E' questo che il ministro intende quando dice di voler favorire, cito dalla circolare, "il rapporto educativo tra docente e alunno" e semplificare e valorizzare le relazioni tra scuola e famiglia?
Ancora una volta: DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA. Uniamoci genitori e insegnanti per impedire che i proclami governativi e le rassicurazioni della ministra su youtube ci anestetizzino sino a quando non sarà troppo tardi.
cm
mercoledì 7 gennaio 2009
L'AVVENTUROSA STORIA DEL TEMPO PIENO
Lì, partecipando al gruppo di approfondimemto sul tempo pieno, abbiamo conosciuto Guido Piraccini.
Il suo racconto sulla nascita del tempo pieno ci ha così entusiasmato che gli abbiamo chiesto di “concedersi” al nostro blog, facendogli avere l’indirizzo. A Piraccini Le mie maestre sono già uniche è piaciuto, e qualche giorno dopo ci siamo rivisti per raccogliere la sua testimonianza.
Perché Piraccini è uno degli insegnanti che, nei primi anni ’70, ha dato vita e anima al tempo pieno qui a Torino. Perché è a Torino che è nato il tempo pieno.
Dato che il tempo pieno, come leggerete, ha una storia dalla trama intricata, fatta di forti passioni, avventure non prive di agguati e tradimenti ma – speriamo – lieto fine, come nella migliore tradizione del romanzo d'appendice, il feuilleton, abbiamo deciso di far uscire su questo blog la sua storia a puntate.
Oggi, la prima puntata, pubblicata su LE VOCI DELL'ONDA (di fianco a destra).
(Nota biografica: Guido Piraccini è nato nel 1939.Ha insegnato per molti anni e dal 1979 al 2007 è stato Direttore Didattico del Circolo "Anna Frank" di Torino.Ha pubblicato articoli e saggi sul tempo pieno. E’ redattore della rubrica "Scuola e salute" sulla rivista "Promozione Salute" di CIPES Piemonte).