Da: La Stampa, 23 febbraio 2011
Niente gita per lo studente downi compagni di classe si ribellano
La dirigente della scuola media si era opposta: riammesso grazie agli amici
Niente gita per lo studente downi compagni di classe si ribellano
La dirigente della scuola media si era opposta: riammesso grazie agli amici
CATANZARO
La preside vieta la partecipazione ad una gita di uno studente down ed i compagni del ragazzo si ribellano, rifiutandosi di fare il viaggio senza il loro compagno ed ottenendo così la riammissione del giovane disabile. La vicenda è stata resa nota dall’avvocato Ida Mendicino, che è la responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l’integrazione scolastica.
L’episodio risale allo scorso mese di gennaio ed è accaduto in una scuola media di Catanzaro. Il ragazzo down al centro della vicenda si è sempre ben integrato nell’attività scolastica, ottenendo anche, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, un buon profitto. In più ha un ottimo rapporto con gli altri studenti, che lo hanno sempre aiutato e circondato di grande affetto.Proprio per questo la decisione della dirigente scolastica di escluderlo dalla gita ha provocato la ribellione dei compagni, che sono riusciti alla fine a farlo riammettere al viaggio, che si è svolto poi regolarmente.
La discutibile iniziativa delle dirigente, tra l’altro, aveva suscitato anche la reazione dei genitori del ragazzo down, che avevano denunciato la vicenda alla polizia. L’avvocato Mendicino definisce il comportamento dei compagni dello studente «un segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà» e rivolge «un plauso ai ragazzi, che si sono dimostrati - afferma - vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».
Il comportamento della preside, tra l’altro, secondo l’avvocato Mendicino, viola le note ministeriali secondo le quali «le gite rappresentano un’opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l’attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio».
Successivamente alla sua decisione di escludere lo studente down dalla gita, la dirigente, ha riferito ancora Ida Mendicino, ha aggravato la propria posizione esprimendo ai docenti l’intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down. In più la dirigente ha chiesto ai compagni di classe di non fare sapere al ragazzo le date delle gite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacità del giovane disabile di apprendere a causa della sua infermità genetica. Un comportamento cui ha fatto da contraltare la significativa reazione dei compagni di classe del ragazzo down.
marisa
La preside vieta la partecipazione ad una gita di uno studente down ed i compagni del ragazzo si ribellano, rifiutandosi di fare il viaggio senza il loro compagno ed ottenendo così la riammissione del giovane disabile. La vicenda è stata resa nota dall’avvocato Ida Mendicino, che è la responsabile del Coordinamento regionale della Calabria per l’integrazione scolastica.
L’episodio risale allo scorso mese di gennaio ed è accaduto in una scuola media di Catanzaro. Il ragazzo down al centro della vicenda si è sempre ben integrato nell’attività scolastica, ottenendo anche, grazie al lavoro degli insegnanti di sostegno, un buon profitto. In più ha un ottimo rapporto con gli altri studenti, che lo hanno sempre aiutato e circondato di grande affetto.Proprio per questo la decisione della dirigente scolastica di escluderlo dalla gita ha provocato la ribellione dei compagni, che sono riusciti alla fine a farlo riammettere al viaggio, che si è svolto poi regolarmente.
La discutibile iniziativa delle dirigente, tra l’altro, aveva suscitato anche la reazione dei genitori del ragazzo down, che avevano denunciato la vicenda alla polizia. L’avvocato Mendicino definisce il comportamento dei compagni dello studente «un segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà» e rivolge «un plauso ai ragazzi, che si sono dimostrati - afferma - vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».
Il comportamento della preside, tra l’altro, secondo l’avvocato Mendicino, viola le note ministeriali secondo le quali «le gite rappresentano un’opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l’attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio».
Successivamente alla sua decisione di escludere lo studente down dalla gita, la dirigente, ha riferito ancora Ida Mendicino, ha aggravato la propria posizione esprimendo ai docenti l’intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down. In più la dirigente ha chiesto ai compagni di classe di non fare sapere al ragazzo le date delle gite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacità del giovane disabile di apprendere a causa della sua infermità genetica. Un comportamento cui ha fatto da contraltare la significativa reazione dei compagni di classe del ragazzo down.
marisa
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