Da: LASTAMPA.web, 7 febbraio 2011
Inaugurazione dell'Ecomuseo Urbano, Circoscrizione 1, grazie agli oggetti donati dalla Sclopis
Quando il preside nasconde il tempo pieno
Sale la protesta: le famiglie non ricevono le lettere, e nessuno si iscrive
MARIA TERESA MARTINENGO
torino
Allora la Sclopis subiva ingiustamente il pregiudizio di avere troppi alunni stranieri. Così un gruppo di sei famiglie italiane - racconta Marisa Margara, una delle mamme del Comitato -, poi diventato sempre più numeroso, ha agito da “testa di ponte”: abbiamo parlato con altri genitori italiani e non, spiegando che la scuola è bella, luminosa, con maestre appassionate, piene di iniziativa e di progetti. Ha funzionato». Per due anni la campagna iscrizioni è andata bene e le due sezioni si sono riempite in maniera equilibrata.
«L’atmosfera è ottima - prosegue Marisa Margara -, viviamo un’esperienza di integrazione riuscita, dove tutti i bambini si sentono uguali e l’arricchimento reciproco è un dato di fatto». Cosa è successo, allora, se a una settimana dalla chiusura delle iscrizioni alla Sclopis sono arrivati solo 25 bambini su 50 posti?
«Ci sono stati errori di gestione da parte del dirigente scolastico», dice Chiara Mancinelli, una bambina in IV e un bambino in II. «Per il secondo anno il dirigente non ha spedito la lettera alle famiglie di zona per informarle sulla scuola. Tutti i suoi colleghi lo hanno fatto».
Il risultato è che le scuole vicine devono dire decine di «no» e la Sclopis è a rischio nonostante abbia appena inaugurato la prima mostra dell’Ecomuseo Urbano di via Dego, nonostante disponga di un suo prezioso Museo, partecipi a vari progetti per il 150˚ dell’Unità, curi soggiorni e scambi all’estero.
«Delle carenze di comunicazione discuteremo in Consiglio di circolo», annuncia Chiara Mancinelli. Insomma, il combattivo Comitato - che ha dato vita al blog «Lamiamaestraègiàunica»- non ci sta.
«L’idillio con il dirigente si è rotto lo scorso anno», dice Marisa Margara. «Ci siamo dati da fare per trovare opportunità sportive e musicali per integrare l’offerta formativa del 2010/2011: lui non ha mai contattato i referenti. Ce ne siamo accorti a lezioni iniziate e abbiamo dovuto inseguire chi era ancora disponibile. Ed è solo un esempio».
Il dirigente Carlo Sinicco non dà spiegazioni sulle lettere non spedite e ribatte: «Alla Sclopis resiste il pregiudizio, incomprensibile visto che il progetto didattico è identico in tutte le sedi. Alla Ricardi di Netro dobbiamo sempre rifiutare iscrizioni. Lì funziona il passaparola...». Ma che qualcosa non va lo si vede anche alla Carducci: in corso Matteotti le richieste sono 34 su 50 posti.
In settimana l’assessore alle Risorse Educative del Comune, Beppe Borgogno, incontrerà genitori e dirigente. «La Sclopis - dice Borgogno - è un presidio in centro importante, ha una storia e una tradizione che non ha senso disperdere».
m.
Quando il preside nasconde il tempo pieno
Sale la protesta: le famiglie non ricevono le lettere, e nessuno si iscrive
MARIA TERESA MARTINENGO
torino
Allora la Sclopis subiva ingiustamente il pregiudizio di avere troppi alunni stranieri. Così un gruppo di sei famiglie italiane - racconta Marisa Margara, una delle mamme del Comitato -, poi diventato sempre più numeroso, ha agito da “testa di ponte”: abbiamo parlato con altri genitori italiani e non, spiegando che la scuola è bella, luminosa, con maestre appassionate, piene di iniziativa e di progetti. Ha funzionato». Per due anni la campagna iscrizioni è andata bene e le due sezioni si sono riempite in maniera equilibrata.
«L’atmosfera è ottima - prosegue Marisa Margara -, viviamo un’esperienza di integrazione riuscita, dove tutti i bambini si sentono uguali e l’arricchimento reciproco è un dato di fatto». Cosa è successo, allora, se a una settimana dalla chiusura delle iscrizioni alla Sclopis sono arrivati solo 25 bambini su 50 posti?
«Ci sono stati errori di gestione da parte del dirigente scolastico», dice Chiara Mancinelli, una bambina in IV e un bambino in II. «Per il secondo anno il dirigente non ha spedito la lettera alle famiglie di zona per informarle sulla scuola. Tutti i suoi colleghi lo hanno fatto».
Il risultato è che le scuole vicine devono dire decine di «no» e la Sclopis è a rischio nonostante abbia appena inaugurato la prima mostra dell’Ecomuseo Urbano di via Dego, nonostante disponga di un suo prezioso Museo, partecipi a vari progetti per il 150˚ dell’Unità, curi soggiorni e scambi all’estero.
«Delle carenze di comunicazione discuteremo in Consiglio di circolo», annuncia Chiara Mancinelli. Insomma, il combattivo Comitato - che ha dato vita al blog «Lamiamaestraègiàunica»- non ci sta.
«L’idillio con il dirigente si è rotto lo scorso anno», dice Marisa Margara. «Ci siamo dati da fare per trovare opportunità sportive e musicali per integrare l’offerta formativa del 2010/2011: lui non ha mai contattato i referenti. Ce ne siamo accorti a lezioni iniziate e abbiamo dovuto inseguire chi era ancora disponibile. Ed è solo un esempio».
Il dirigente Carlo Sinicco non dà spiegazioni sulle lettere non spedite e ribatte: «Alla Sclopis resiste il pregiudizio, incomprensibile visto che il progetto didattico è identico in tutte le sedi. Alla Ricardi di Netro dobbiamo sempre rifiutare iscrizioni. Lì funziona il passaparola...». Ma che qualcosa non va lo si vede anche alla Carducci: in corso Matteotti le richieste sono 34 su 50 posti.
In settimana l’assessore alle Risorse Educative del Comune, Beppe Borgogno, incontrerà genitori e dirigente. «La Sclopis - dice Borgogno - è un presidio in centro importante, ha una storia e una tradizione che non ha senso disperdere».
m.
1 commento:
Vi incoraggio nella vostra battaglia. sono il papà di un bambino che il prossimo anno dovrà frequentare la prima presso la scuola di Reaglie in Corso Chieri a Torino.Con le stesse modalità descritte nell'articolo (ovvero scarsa trasparenza da parte dell'amministrazione scolastica) si voleva far passare sotto silenzio la chiusura per il prossimo anno scolastico di una scuola "di prossimità" per la comunità di Reaglie. Oggi grazie all'interessamento di noi genitori e dell'Assessore Borgogno e della sua struttura dirigenziale, il rischio sembra superato. Ancora coraggio.
Un saluto
Alessandro
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