mercoledì 29 ottobre 2008

Il Senato ha detto sì

Sì al Decreto Gelmini.
162 i sì, 134 i no, 3 gli astenuti.

Sotto il titolo il link al testo del provvedimento.

AS

2 commenti:

sabry17 ha detto...

LETTERA APERTA AL SENATO PER LA REVOCA DEL DECRETO GELMINI
Circolo didattico “L. A. Muratori” di Torino

Illustri Signori Senatori,
confidiamo nel Vostro ruolo di legislatori per chiederVi di non convertire in legge il decreto ministeriale 137, che si basa sull’unico presupposto che la scuola non debba essere “uno stipendificio”.
Modificare l’assetto della Scuola Pubblica senza alcun confronto parlamentare e senza alcun conforto di teorie pedagogiche, appare oggi un esplicito tentativo di smantellamento.
La Scuola Pubblica dovrebbe essere elemento fondante dell' unità del Paese, un presupposto imprescindibile dal quale partire per  rendere migliori i cittadini  di domani, la Scuola Pubblica è ancora un luogo dove si pratica l’uguaglianza del diritto, quello allo studio.
“La scuola è aperta a tutti” recita l’articolo 34 della Costituzione, invece questa norma riducendo l’orario scolastico a 24 ore settimanali, non assicura il tempo pieno gratuito proprio a quei bambini, figli di genitori lavoratori o indigenti, per i quali è indispensabile. Questa legge non ne terrebbe conto e deciderebbe, in nome dei tagli, di aprire la scuola part-time e di chiuderne i battenti a tutti coloro che non si potranno permettere di usufruire del servizio pomeridiano a pagamento.
Anche gli insegnanti sarebbero disponibili a riformare la scuola, ma non sono disposti a chiamare riforma una legge che prevede tagli per otto miliardi di euro con il solo intento di creare risparmio.
Noi insegnanti vorremmo corsi di aggiornamento validi, tenuti da docenti preparati. Per esempio non vorremmo che un ministro ci dicesse che con un  breve corso di 150 ore di inglese si è poi prontissimi per insegnarlo. Vorremmo che nel nostro laboratorio ci fossero più di nove computer  per 500 bambini. Vorremmo non dover chiedere ai genitori i soldi per l'inchiostro delle stampanti, o il sapone per le mani e la legge invece implicherebbe addirittura la richiesta di un contributo per lo svolgimento di imprecisate attività pomeridiane. Vorremmo aule ridipinte, invece ad inizio anno, siccome ci vergogniamo, tappezziamo quelle stesse aule con cartoncini colorati che spesso paghiamo di tasca nostra. Vorremmo banchi ergonomici, cortili attrezzati. Vorremmo scuole Belle, fatte per accogliere bambini che lì vivono anche fino a 50 ore la settimana .
Vorremmo continuare a lavorare in team perché, anche se molti di noi sono cresciuti bene anche con un solo maestro, noi vogliamo offrire di più ai nostri alunni, bambini tanto diversi da noi “fanciulli”, per i loro interessi, per il differente stile di apprendimento e anche per la moderna esuberanza. Insegnare in team significa per noi insegnanti sfruttare le quattro ore di compresenza settimanale per svolgere attività di recupero con i nostri alunni in difficoltà (stranieri e non) oppure proporre attività stimolanti in piccolo gruppo: se in passato noi avessimo avuto tali possibilità saremmo cresciuti peggio? Noi crediamo di no! Sicuramente ridurre il personale non dimezza solamente le spese, ma annulla alcune peculiari risorse del tempo pieno.
Vorremmo avere la possibilità di lavorare in condizioni migliori e non essere messi alla berlina dopo essere stati per decenni oggetto di contenzioso politico. Non permettete che i lavoratori vengano offesi da un esiguo numero di ministri e di parlamentari che dovrebbero governare l'intero Paese. Quella parola “fannulloni” è diventata ormai un'arma di censura, con quella parola si cerca di gettare ombra su tutto ciò che di buono si fa ogni giorno nella Scuola. É comodo etichettare tutti gli insegnanti come fannulloni, tutti gli alunni come bulli. Gettare l’educazione, l'istruzione pubblica alle ortiche stordendo le famiglie con la morgana di scuole private per improbabili privilegiati di massa non porterà il Paese da nessuna parte.
La Scuola si regge davvero sugli insegnanti. Sono gli insegnanti che fanno la Scuola e se li buttiamo nel cestino certo la Scuola non sarà migliore.
Vi chiediamo di restituire al Parlamento la sua funzione di luogo di confronto e di lavorare ad una riforma della scuola che coinvolga tutte le istituzioni interessate e persone competenti , mostrando così di pensare al futuro di tutte le bambine e di tutti i bambini.

Gli insegnanti del Circolo didattico “L. A. Muratori”

Anonimo ha detto...

'La scuola cambia. Si torna alla scuola della serieta', del merito e dell'educazione', dichiarazione del ministro Gelmini, 29 ottobre 2008, dopo l'approvazione del decreto da parte del Senato.

Niente campane a morto, andiamo avanti con la mobilitazione e tutte le forme democratiche a nostra disposizione(es. anche il referendum per abrogare legge su proposta PD)
Stiamo attenti alle provocazioni (siamo solo al pallido inizio, temo) manteniamoci coerenti nel nostro messaggio nelle scuole, in strada, in città, in rete. L'unione fa la forza, anche se non come intendono "loro".

marisa