Una piantina che un inviato ha scoperto sulla terra indica che ci sono le condizioni per ripopolarla. Il comandante dell'astronave, a quel punto, si ritrova confrontato al pianeta che ha dato i natali ai suoi antenati e scopre cosa sono la terra, il mare, le piante, cosa significhi coltivare, ballare. Da bravi automi hanno perso idea di cosa significhi, semplicemente vivere, per non parlare poi di pensare. E poi a un certo punto si trova a dover leggere, e sillaba le parole come un bambino all'ultimo anno di materna che inizia a imparare da solo a leggere.
E mi sono detta ancora una volta che quello che voglio per i miei figli non è un mondo che giri intorno a criteri di produttività in cui solo gli utili hanno una ragione di esistere. Voglio un mondo in cui a scuola ai miei figli insegnino a ragionare, a confrontarsi, a pensare, oltre che inglese informatica e… la terza i la dimentico sempre. Perché di quelle tre i, senza tutto il resto, non ce ne facciamo niente. E un'altra cosa, tutto questo, dalle elementari all'università, lo voglio a disposizione di tutti, per una società che consenta a tutti in pari misura di crescere ed esprimersi liberamente e tolga i privilegi dovuti al dio denaro, privilegi che non hanno mai avuto e soprattutto in qualsiasi anno tra il 2008 e il 2800 non hanno più senso. Più alcun senso.
Ah, un'ultima cosa. Come si vede dall'immagine, se si fossero conosciuti nell'era Gelmini, il terrestre Wall-e e la spaziale Eve non avrebbero mai avuto alcun modo di riuscire, alla fine, a prendersi per mano.
CV
Immagine tratta da http://uk.rottentomatoes.com
1 commento:
Wall-e, in effetti, sarebbe finito in una classe ponte
JM3
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