martedì 28 ottobre 2008

Riempire le piazze

Sabato 25 ottobre il Partito Democratico è sceso in piazza, per parlare alla gente.
Siamo presuntuosi a pensare che un po’ ce lo abbiamo portato?
E’ vero che bastavano la crisi dei mercati finanziari e la crisi della terza settimana e non c’era bisogno di noi (genitori e studenti) per accorgersi che gli italiani non ce la fanno più.
Ma non è anche un po’ per merito nostro che finalmente ci si è decisi? Anche il più sordo dei sordi non poteva non sentire la voce che da quasi due mesi sta difendendo, pacificamente ma con fermezza, la scuola pubblica italiana, volendo difendere insieme un’idea di società che garantisce a tutti le stesse opportunità e un modello di governo più rispettoso della dialettica e meno insofferente al dissenso.
E’ vero anche che ho avuto, fino alla scorsa settimana, la sensazione che a nessuno interessasse veramente della scuola pubblica italiana finché era questione di maestro unico e di riduzione del tempo scuola. Non alla sinistra. Non ai media. Mi è sembrato, ma spero di sbagliarmi, che scaldasse l’animo solo a noi genitori di bambini che vanno alle elementari.
Poi sono arrivate le università, e qualcosa è cambiato. E anche se mi resta il dubbio che se non fossero apparsi gli atenei, la sinistra avrebbe continuato a stare in quell’ombra dove si vanta di stare e i media a tacere, va bene così, perché più siamo e meglio è.
Bene: adesso i giornali e le tv parlano della scuola e il Pd riempie il Circo Massimo.
Da parte nostra, riempiamo stasera Piazza Castello.

Concludo riportando la citazione del Breviario di Antonello Caporale apparsa su Repubblica di ieri:
“Le cose straordinarie ci riescono bene. Quando finiscono, riprendiamo con le cavolate”.
Lo dice un consigliere Pd Lombardia.

AS

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